sabato 10 gennaio 2009

Antonio Carassi alias Dj Morph



Intervista esclusiva realizzata il 10 Gennaio 2009 da Ilaria Solazzo ad Antonio Carassi alias Dj Morph per ‘castzine’.

Nato a Brindisi nell'ottobre del 78 cresce a differenza dei suoi simili con strane influenze musicali per un bambino degli anni 80. Kraftwerk, To Rococo rot, Depeche Mode, A-ha, e tutta la discografia di Mike Oldfield e Franco Battiato lo spingono a soli 8 anni ad intraprendere la lunga strada che lo porta ai giorni nostri ad essere uno degli esponenti italiani delle electronic music più in vista nella scena underground europea e da qualche tempo anche asiatica, (il Giappone è ormai considerato la sua seconda patria artistica). Dotato di una sicura conoscenza dell'arte musicale, ha nel suo bagaglio una grande predisposizione alla comunicazione di massa in grado di coinvolgere emotivamente una vasta gamma di cervelli pensanti. Nell'aprile del 2006 entra a far parte come producer della ghost crew di dj producer South Conspiracy, acquisendo lo pseudonimo di Dark Fader; chiuso in studio per sei mesi a stretto contatto con le filosofie di produzione del gruppo, affina le sue tecniche e diventa parte attiva del progetto e portavoce del gruppo. Nell'inverno del 2006 decide di affrontare la prima prova da produttore solista, e sotto il suo primo pseudonimo, Morph, coadiuvato dal team della South Conspiracy, si rintana in studio e produce un pezzo dopo l'altro, (tutti con l'intento di riportare su musica le varie sfaccettature dell’anima artistica), dalle sinfonie chopin-iane che tanto lo hanno ispirato alla drum & bass ostica e veloce del produttore Roni Size. Questo è He Comes, dieci tracce più una bonus track che ha saputo guadagnarsi una stella fra gli album proposti da Electronisc Scene. Il singolo “Innamoratevi”,unico pezzo in cui il nostro si avvale della collaborazione della South Conspiracy, in cui viene campionato il monologo estratto dal film “La Tigre e la Neve”, del premio oscar Roberto Benigni, che approva in pieno il progetto quando il Morph lo porta a conoscenza. Viene trasmesso in Italia dai vari network radiofonici ed entra nella high rotation in quattro radio giapponesi, segue il successo in Canada e in Australia. Instancabile come tutti i creativi non si concede una pausa, ma mentre è ancora in promozione He Comes, proietta la sua mente verso un genere musicale che lo affascina molto, la minimal house. La concepisce a modo suo, ne varia le metrature e le regole, ed in dieci mesi crea “Minimal is the answer", che viene apprezzato dagli addetti ai lavori che ne ascoltano le prime tracce promozionali. Arriva la svolta quando la Delectable Record di Genova, giovane label indipendente gli propone di produrgli l'album e fargli firmare un contratto di cinque anni. I vari singoli estratti dall'album che vengono proposti sul portale di musica dance internazionale, Beatport, ricevono ottimi feedback da guru della musica dance elettronica del calibro di Francesco Zappalà, Mario Più, e l'inglese Terminus. Nell'estate del 2008 scrive uno spettacolo teatrale atto a legarsi alla musica ambient elettronica da lui creata o mixata, innamortato del Giulio Cesare di Shakespeare propone all'attore regista Massimo Romano di interpretare recitando la parte di Marcantonio. Nella prima mondiale del progetto, andato in scena nella Notte Bianca di Galatina, si lega al progetto anche l'attore Riccardo Riccardi che si esibisce in un cameo che sconvolge il pubblico e la critica. È un successo. Si crea un giro di attenzione verso il progetto che nell'inverno del 2008/09, sarà messo in scena nei teatri italiani. Non contento del periodo positivo e delle ottime critiche che indurrebbero un altro a riposare un pò sugli allori, Morph non si da pace ed in una conferenza stampa annuncia il work in progress per un nuovo album del quale al momento ci ha rivelato solo il titolo, “Equilibrium”.

D. Sei molto giovane ma hai già una lunga esperienza alle spalle. Potresti brevemente presentarti ai miei lettori?
R. Diciamo che sono nato due volte..la prima volta nel '78 come Antonio Carassi, cresco diversamente rispetto ai miei coetanei, sono circondato da musica, dischi e sogni e grazie a questo. Nel 1987 "nasco" di nuovo come Dj Morph in una piccola emittente radiofonica della mia città, vivo varie esperienze radiofoniche in molte emittenti, fra le più importanti ti cito Ciccio Riccio e Radio Manbassa ed ora Samurai Fm di Tokio.
D. Qual è stato finora il tuo rapporto con la musica? Mi sembra importante far capire a chi legge il tuo particolare stile e la tua ricerca.
R. Fino al 2004 ero un "semplice" dj alla ricerca di suoni di nicchia, (trip hop, dub, dark ambient, drum' n' bass ), poi un giorno ho deciso che la musica potevo produrla io con i mezzi a mia disposizione, così ho passato intere giornate davanti al computer a programmare quelli che sono stati i primi lavori che venivano dalla mia fantasia musicale, lo stile come sempre varia dal trip hop all'elettronica sperimentale sfiorando la musica da club. Da sempre ho preferito il suono londinese al suono italo-dance, troppo commerciale a mio avviso, e l'ho arricchito con l'innesto di voci recitanti o campioni di film, audiolibri o registrazioni vocali a campo aperto.
D. Qual è la tua opinione sul mondo della composizione in Italia? Come e dove si svolge il tuo processo creativo?
R. In Italia c'è un movimento sotterraneo musicale che si muove benissimo con suoni all'avanguardia che ahimè rimane spesso chiuso in quel sotterraneo a causa di major troppo abituate alle canzoncine da suoneria per cellulari, conosco molti gruppi e molti produttori che potrebbero tranquillamente essere primi nelle classifiche se solo le case discografiche distogliessero lo sguardo dalle canzonette "meterora".
Io penso alla musica oppure alla creazione della musica anche mentre dormo, o mentre guido, spesso mi ritrovo con un giro di piano o una melodia nella testa che devo fissare in quel momento per non perderla e mi ritrovo a suonarla in piena notte davanti al pc in pigiama o su una piazzola di sosta in autostrada a registrarla sul cellulare, diciamo che nella maggior parte delle volte sono in studio a casa mia, anche se il nuovo album che sto creando con il mio gruppo lo sto registrando in giro per i paesi del basso Salento, nella Grecìa Salentina.
D. Hai lavorato e continui a lavorare molto in Italia ma come mai ha scelto di svolgere la tua carriera principalmente all'estero?
R. Il motivo è lo stesso. All'estero la sperimentazione è accolta meglio, piuttosto che in Italia. Il mio genere è un genere che in Italia si sta affacciando adesso, mentre ad esempio a Londra si sta vivendo la terza era della musica elettronica. Fare un dj set con i miei suoni qui in Italia spesso vuol dire avere un gruppo di facce stranite dal suono che proponi, in Belgio ad esempio la gente si esalta.
D. Che tipo di esperienza hai fatto e che tipo di pubblico hai incontrato in Giappone?
R. Andare in Giappone era uno dei miei sogni, è come viaggiare nel tempo ed arrivare nel futuro. I Giapponesi sono molto avanti, almeno di 15 anni anche musicalmente, ed io lì mi sento a casa mia. Ho visitato club meravigliosi ed ho visto la sede della radio per la quale creo dj set che poi mandano in onda nel week end. E’ scontato dirvi che è una radio meravigliosa, ho suonato davanti ad una folla di 8000 persone in delirio e per me è stata una grande emozione. Il pubblico lì è recettivo al massimo, sono stato accolto benissimo. La critica giapponese mi annovera come il Moby italiano. In Giappone mi posso permettere di osare musicalmente anche con suoni un po’ più ostici e non perdere mai il danceflloor. Spero di ritornarci presto.
D. Diventare un professionista è un sogno di molti, ma una possibilità per pochi. Ti hanno aiutato i tuoi genitori? A chi ti senti di dire grazie?
R. All'inizio mi ha seguito solo mia madre, diciamo che solo lei accettava che suo figlio a sette anni facesse il dj in una radio, poi con il tempo anche il resto della famiglia si è entusiasmata alla cosa. Spesso mi seguono in tuor nelle mie tappe e la cosa mi piace molto. Devo dire grazie a tutti coloro che ho incontrato nella vita, perché ogni parte di loro ha reso me quello che sono, una persona con un grande tesoro.
D. Che tipo è Morph nel lavoro? E nella vita privata?
R. Morph nel lavoro è un maledetto perfezionista, stakanovista musicale, un infinito ricercatore, un curioso sperimentatore, un alieno .Nella vita privata? A dire la verità sono come Morph.
D. Antonio cosa prometti a te stesso per il tuo futuro di uomo e musicista?
R. All'uomo prometto che in futuro dormirò di più, che non correrò più in moto, mentre al musicista che è in me prometto che non smetterò mai di essere Morph.
D. Hai ancora un sogno nel cassetto?
R. Conoscere Moby.
D. Fai un saluto ai lettori di ‘Intervistando’.
R. Arigatou tomodachi to Intervistando-to mata aimashou dawa mata. Okage sama de. Domo Arigatou.Sayounara. Antonio Morph Carassi san.
(Grazie mille amici di Intervistando, grazie per l'opportunità, a presto. Arrivederci da Antonio Carassi alias Dj Morph.

4 commenti:

  1. Dj Morph è un grande. E' uno dei pochi musicisti/dj che, pur avendo il piede - come si dice - "in due scarpe", sa riconoscere e valorizzare il lavoro degli altri. E' una dote abbastanza rara, credetemi. Bless. EC

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  2. a trentanni vanta di un curriculum vitae degno dei migliori artisti internazionali...in bocca al lupo..

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