domenica 24 febbraio 2008

Letizia Guerrera, un posto nella moda




Intervista esclusiva realizzata il 24 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Letizia Guerrera per 'castzine'.


Letizia Guerrera, indossatrice siciliana lavora nel campo della moda.
Indipendente e concentrata sul suo successo è una ragazza diligente e creativa.
Ha iniziato la sua carriera all’età di 14 anni sfilando nella sua regione per una griffe di abiti da sposa.
Fa parte delle redattrici del portale “Lavorare Nello Spettacolo”.





D. La prima volta che è salita in passerella come ha vissuto l’impatto diretto con la gente?
R. Bellissimo: salire su un palco è come un sogno!
Vedi tanta gente che ti ammira, tutti che ti applaudono: sei al centro dell’attenzione.
Ma la cosa più bella è il “dietro le quinte”: i discorsi e i litigi con le colleghe sono incredibilmente divertenti.
Amo anche il momento del trucco e parrucco.
D. Fa parte di un’agenzia di spettacolo?
R. Per mia fortuna, di nessuna.
Mi consiglia Fabio Giuffrida, il direttore de “La Posta Degli Artisti”, che è anche un mio carissimo amico.
D. Che requisiti occorrono per lavorare come mannequin?
R. Bellezza, fascino e determinazione.
E’ inutile fare i finti moralisti: la cultura per le indossatrici non serve a niente.
D. In Sicilia quali sono le filiali di moda affidabili?
R. Non ne conosco alcuna.
Sono un artista che si promuove da sola e che si affida completamente ai casting di internet, specialmente quelli di ‘Lavorare Nello Spettacolo’.
D. Da cosa si può valutare se un’agenzia è seria oppure no?
R. Un’agenzia non deve richiedere una quota d’iscrizione e soprattutto la realizzazione di corsi e book a prezzi esorbitanti.
Non dico che si tratti di truffa, ma sicuramente è mancanza di serietà.
D. Che rapporto ha con i giornalisti?
R. Non credo di essere così famosa da avere rapporti con “la stampa”.
Diciamo che talvolta rilascio qualche intervista, solo a portali e\o giornali affidabili come il vostro.
D. Ha un manager? Che ruolo ha nella sua carriera?
R. No, preferisco fare da sola, anche se un manager sarebbe d’aiuto:
in Sicilia la vita di una modella è un pò complicata!
D. Chi è il suo esteta preferito?
R. Valentino Clemente Ludovico Garavani stilista italiano, creatore del marchio Valentino.
D. Il luogo dove si abita è determinante per comprenderne i successi o gli insuccessi?
R. Ahimè si. Amo la Sicilia, ma per la mia occupazione ribadisco che non è affatto la città ideale.
D. Qual è la parte del suo corpo che le piace di più?
R. Nessuna, ho poca autostima. Lascio giudicare agli altri.
D. Tra amore, soldi e gloria a cosa non rinuncerebbe mai?
R. All’amore.
D. Il suo parentado approva le sue scelte?
R. Sì, anche se preferirebbero che io svolgessi un lavoro più stabile, perché fare l’artista significa essere perennemente dei precari.
D. Progetti futuri?
R. Non è meglio guardare al presente?
D. Sogno nel cassetto?
R. Andare a vivere a Roma e sfilare per la casa di moda “Gucci”.

martedì 19 febbraio 2008

Max Laudadio il "giustiziere" di Striscia la notizia






Intervista esclusiva realizzata il 19 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Max Laudadio per ‘castzine’.




Max Laudadio ha 37 anni ed è uno dei preziosi collaboratori del TG satirico di canele5.
In 5 anni ha realizzato per Antonio Ricci 400 servizi in tutta Italia, perché per lui smascherare le ingiustizie è diventato un chiodo fisso.





D. Anni di animazione nei villaggi cosa le hanno insegnato?
R. La base del lavoro che svolgo oggi.
Il sacrificio e la fatica.
Mi hanno insegnato ad aprire la mente ed a socializzare.
In sostanza un’apertura totale del carattere.
D. Da 12 anni è in TV, quali sono le tappe più importanti della sua carriera?
R. Il passaggio da Match Music, (una Tv satellitare), alla parte autorale a Disney Channel, dove ho conosciuto il regista delle ‘Iene’.
Poi, ovviamente, il passaggio dalle ‘Iene’ a ‘Striscia la Notizia’.
D. In radio di cosa si sta occupando in questi mesi?
R. Tutti i miei programmi radio sono dedicati alla gente.
Mi piace entrare nella loro vita, un po’ come faccio a ‘Striscia’,
ma in maniera più leggera.
D. Delle esperienze teatrali fatte quale è stata la più impegnativa? Perché?
R. Decisamente ‘Studio 54’, il musical, perché l’ho scritto, diretto e recitato.
E’ stato il primo impegno grosso da tutti i punti di vista.
D. Quali sono le sue grandi passioni a parte il cinema?
R. Lo sport, perché non potrei mai farmi prendere dalla pigrizia, e la lettura.
Mi sono scoperto ultimamente un lettore molto avido.
D. Quali sport pratica oltre il calcio?
R. Lo sci, la subacquea, il basket e la motocicletta.
Poi, in questi ultimi mesi, ho riscoperto anche il ballo e me ne sono appassionato.
D. Che rapporto ha con la musica? A quanti concerti ogni anno assiste da vivo?
R. La musica fa parte del mio DNA.
Sono autore di testi, ho una band con la quale faccio serate.
Adorando la musica italiana, cerco di non perdermi i “grandi” come Vasco Rossi e Jovanotti.
D. Se le chiedessero di premiare il miglior programma culturale di questi ultimi tempi a chi consegnerebbe il premio? Perché?
R. Perché c’è cultura vera in televisione?
D. La comunicazione popolare è sempre una <>?
R. Parlando di comunicazione popolare, quindi demagogica, non si può non parlare di corruzione.
D. Nel 1962 la RAI proponeva la commedia ‘Filumena Marturano’ di Eduardo De Filippo, oggi a distanza di 46 anni si dice che il teatro in televisione sia morto, secondo lei è vero?
R. Il teatro non nasce per essere portato in televisione.
Sicuramente non è questo il motivo che vede il “vuoto” nelle sale.
E’ un problema di cultura e, troppo spesso, a questo si aggiunge anche che la qualità degli spettacoli non rispecchia il costo del biglietto.
D. La TV delle origini aveva un’ideologia, ambiva essere una specie di seconda scuola che si traduceva coerentemente in programmi riservati in modo esplicito al pubblico dei telespettatori più giovani e indifesi, oggi si rimpiangono le trasmissioni a misura di ragazzo, domani crede che ci si struggerà per qualcosa d’altro? O esistono tattiche ideali per salvare la situazione odierna?
R. Non c’è niente da colpevolizzare come non c’è niente da salvare.
E’ una normale evoluzione.
Qualsiasi sia il prodotto, esisterà sempre chi si schiererà contro.
D. Sogno nel cassetto?
R. Vorrei che il pubblico riuscisse a vedermi come un bravo conduttore, attore, cantante e ballerino.

giovedì 14 febbraio 2008

Roberto Carlino, un uomo eclettico






Intervista esclusiva realizzata il 14 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Roberto Carlino per ‘castzine’.




Roberto Carlino è il titolare della Roby Carl management, un agenzia di moda-spettacolo e pubblicità, con sede in provincia di Varese, attiva dal 2004.
La RCm si occupa di organizzazione e programmazione eventi, promozione di prodotti e servizi in location, casting, etc.




D. Quando ha deciso di aprire la ‘RCm’? Per quale motivo?
R. Ufficialmente nel Gennaio 2004.
L'idea è quella di creare una struttura utile, umile e professionale per chiunque abbia un interesse a contattarmi.
D. Lei che tipo di ruolo svolge all’interno della sua agenzia?
R. Mi occupo personalmente di ogni cosa, è la migliore soluzione per avere sempre tutto sotto controllo.
D. Chi sono i VIP nazionali di cui si occupa?
R. Effettivamente di VIP ne conosco diversi, ma generalmente non chiedo mai a nessuno l'esclusiva, comunque sia la valletta Karina Kadarak di Buona Domenica è una delle ultime proposte RCm.
D. Quante sfere ricopre la ‘RCm’ nel campo dello spettacolo e della moda?
R. Ci sono diverse divisioni.
Gli artisti noti e meno noti, periodicamente vengono proposti da ‘RCm’ a clientela tipo location, convention, fiere, per ospitate, oppure proposti a casting director per diverse opportunità, da spot a comparse cinematografiche, da sfilate a servizi fotografici, etc.
D. Che tipo di studi ha effettuato per sviluppare capacità manageriali?
R. Ho studiato direttamente sul campo, sbagliando, riprovando, risbagliando, ma la pratica sul campo è la migliore scuola.
D. A che età ha capito che questa sarebbe stata la sua professione?
R. Fino ai 25anni la mia professione era correre in bicicletta, ma da quando smisi il mio obiettivo è stato quello di dar vita a piccoli passi alla mia attività.
D. Ci descriva una sua giornata tipo.
R. Generalmente mi sveglio alle 7.30, faccio una buona colazione, vedo le notizie del TG, ascolto un paio di brani musicali su MTV o ALL MUSIC, poi mi piazzo sul PC, faccio una pausa pranzo di 30 minuti e successivamente mi dedico sino alle 20,00 totalmente al mio lavoro.
Gli appuntamenti con clienti o artisti li concentro a metà settimana, nei week end, a volte, si tira il fiato.
D. Chi è a suo parere un bravo talent scout?
R. E' colui che riesce a creare un personaggio dal niente.
D. Quanti iscritti totalizza la sua attività?
R. Ho diversi database, posso citarne uno, quello che include artisti non ancora noti, (attrici, attori, cantanti, modelle, fotomodelle), siamo a quasi 2000 iscritti tra l’Italia e il vicino Canton Ticino (Svizzera Italiana).
D. Da quanti anni lavora nel settore cinema, TV e pubblicità?
R. Da oltre 15 anni nella pubblicità e da 10 anni nel settore TV e cinema.
D. Pro e contro della sua carriera?
R. Non vivo nell'oro, ma ho un’ impiego che mi soddisfa e che mi stimola ogni giorno di più…credo sia importante per la carriera di qualsiasi individuo.
D. Sogno nel cassetto?
R. Sogni no, ma obiettivi a breve, medio e lungo periodo sì.
D. Progetti futuri?
R. Al momento Top Secret!

martedì 12 febbraio 2008

Giulio Casale, autore televisivo di “The Club on the road”





Intervista esclusiva realizzata il 12 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Giulio Casale per ‘castzine’.





Giulio Casale ideatore e autore TV, disponibile a nuove esperienze professionali nel campo della comunicazione e nella realizzazione di programmi, ha 32 anni, parla inglese e francese.
Nato a Roma il 7 Gennaio del 1976 da diversi anni vive a Milano.
Ha lavorato con Alessandro Cecchi Paone ed è stato autore del programma ‘The club on the road’ in onda su All Music.




D. Quante lingue conosce?
R. Inglese e francese.
D. In cosa è laureato?
R. In Lettere con indirizzo Archeologia.
D. Professione?
R. Autore televisivo e, da un pò di tempo, documentarista.
D. Esperienza professionale più divertente?
R. Per un anno e mezzo ho lavorato ad un programma per uno dei canali satellitari di Mediaset, fino alla chiusura del canale.
Forse il programma non era granché seguito, ma lavorarci è stato molto divertente.
Era un programma di intrattenimento con lo scopo di far fare anche due risate.
E per divertire chi ci guardava dovevamo per forza farlo noi per primi.
D. A che età ha iniziato a lavorare come autore TV?
R. A 28 anni. Forse un po’ tardi rispetto alla media.
Ma avevo fatto altri studi, e fino ad un certo punto non avevo mai preso in considerazione questa strada.
D. Come è venuta l'idea del programma “The club on the road”?
R. Credo dalla volontà di far incontrare persone che normalmente si corteggiano solo tramite chat.
È stato interessante osservare che tanti ragazzi sono stati capaci di corteggiare una persona mettendosi in gioco fisicamente, cosa che di solito in chat non avviene.
D. Quali sono i requisiti per una buona comunicazione su temi d’interesse sociale?
R. Credo siano la chiarezza e l’onestà, anche se molto spesso non vengono garantite né l’una né l’altra.
D. A che punto è la comunicazione sui temi sociali in Italia?
R. Si potrebbe fare molto di più.
Purtroppo molto dipende anche dallo scarso interesse delle persone verso questi temi.
Non è un caso, d’altra parte, che alcuni tra i più importanti telegiornali occupino un terzo del loro tempo con notizie di gossip ed altre scemenze di questo tipo.
Ma lo fanno perché alla gente interessano queste notizie o viceversa? Qual è la causa e quale l’effetto?
D. I suoi interessi su cosa vertono?
R. Su molte cose: sport, cinema, letteratura… ma senza esagerare.
Mi piace molto anche dedicarmi agli amici, vederli spesso, uscire con loro, rimanere sempre in contatto.
Insomma, di solito non mi annoio.
D. Ha mai scritto per giornali e riviste?
R. Molto poco.
Gli articoli che ricordo con più piacere sono quelli che ho scritto per la rivista “La macchina del tempo” su vari argomenti.
Purtroppo non ho mai collaborato con un quotidiano.
Magari potrebbe essere il mio prossimo obiettivo.
D. Il personaggio per cui vorrebbe ideare un programma da far condurre?
R. Mi piace molto Neri Marcorè.
“Per un pugno di libri” è una trasmissione godibilissima anche e soprattutto grazie a lui.
È estremamente poliedrico, e lavorare ad un programma con lui potrebbe essere molto divertente ed interessante.
D. Ha mai pensato di aprirsi un’agenzia tutta sua?
R. Onestamente no.
Un passo del genere comporterebbe diventare quasi un imprenditore.
Niente di male, per carità. È solo che voglio continuare a fare un lavoro che amo.
D. Le sue amicizie fanno parte dello spettacolo?
R. Anche. Gli amici di Roma, la mia città, sono quelli che conosco e frequento da più tempo, e sono e rimarranno sempre il mio punto di riferimento.
Col tempo ho instaurato splendide amicizie anche a Milano.
Tra queste ci sono diversi personaggi del mondo dello spettacolo, ossia quasi tutti quelli con cui ho lavorato.
Questo è un aspetto di cui sono molto contento.
D. Ha un suo sito web?
R. No. Se anche volessi aprirlo non potrei farlo a nome mio, poiché c’è un cantante molto bravo che si chiama esattamente come me che ha aperto il suo sito ufficiale ovviamente con il suo nome e cognome.
Gli stessi miei. Ubi maior…
D. La trasmissione più noiosa su cui ha lavorato?
R. Mi sono sempre divertito in tutte le trasmissioni a cui ho lavorato.
Quindi dico nessuna. E se anche ci fosse stata non lo direi per non offendere nessuno.
D. Tra i suoi datori di lavoro, chi è quello più flessibile?
R. Se parliamo di flessibilità nelle consegne dei lavori, nessuno.
Se invece parliamo di orari, tutti.
Per il tipo di lavoro che faccio non hanno grossa importanza gli orari.
Io so che quel giorno devo consegnare il lavoro finito.
Nessuno sta a guardare quando, dove e come lavoro.
L’importante è che la scadenza sia rispettata.
D. A cosa sta lavorando attualmente?
R. A dei nuovi documentari sull’antico Egitto. Faticoso ma bellissimo.
D. Cosa si aspetta dal 2008?
R. Che vada meglio, molto meglio del 2007.

domenica 10 febbraio 2008

Salvatore Errico, un figurante per il cinema




Intervista esclusiva realizzata il 10 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Salvatore Errico per ‘castzine’.

Salvatore Errico è un uomo attratto da mille hobby.
Colleziona libri, giornali e oggetti antichi, ha lavorato per la fiction ‘Elisa di Rivombrosa 2’ e per il telefilm ‘Revelations’.

D. Trovare lavoro come comparsa è facile?
R. No, perché sono tanti coloro che si presentano ai provini.
Anche in questo settore ci sono i raccomandati, soprattutto quando su un set il cast è composta da attori famosi.
D. Ci racconti una giornata vissuta da comparsa.
R. La giornata inizia a volte alle cinque del mattino, ma la convocazione ufficiale per me e gli altri colleghi va dalle sei alle otto.
Appena arrivati sul set, il responsabile delle comparse fa firmare a ogni singola persona il contratto per la prestazione di lavoro.
D. Che differenza c’è tra il figurante e il figurante speciale?
R. La comparsa è detta figurante speciale se deve parlare o ricoprire un ruolo, per esempio il bidello in una scuola.
A livello finanziario un figurante normale percepisce circa 50 euro a prestazione contrariamente a un figurante speciale che dovendo anche parlare arriva a guadagnarne 70/80 al dì.
D. Per quanti giorni al mese si può essere convocati?
R. Può capitare di essere convocati una sola volta a settimana, oppure se si è davvero fortunati per sei giorni di fila.
D. Dopo aver firmato il contratto dove ci si reca?
R. Dal costumista che fornisce interamente o in parte gli abiti di scena ad ogni singola personalità.
Capita che non sia necessario portare da casa i propri vestiti, se si interpreta ad esempio un poliziotto o un pilota di aerei, perché il costume è già pronto sul set, come è capitato a me sul set di ‘Elisa di Rivombrosa 2’ che essendo una fiction in costume non poteva usare abiti moderni, infatti mi fu dato dalla sarta tutto l’occorrente.
Per interpretare un cameriere comunque so che fanno portare i vestiti personali tra cui una camicia bianca e un pantalone nero...ma francamente a me finora non è ancora capitato di interpretare un servitore.
D. Una volta che voi figuranti siete pronti cosa fate?
R. Aspettiamo insieme al regista che gli attori arrivino sul set per iniziare a girare.
D. Quante scene si girono quotidianamente con i protagonisti?
R. Di solito si girano otto scene, che prendono ciascuna un'ora di tempo, ma noi figuranti ne giriamo massimo tre.
Io in attesa del mio turno socializzo sempre con altra gente.
D. Quando il regista da il ciak ufficiale lei e i suoi compagni d’avventura che fate?
R. Quando si gira si deve far finta di parlare e comunicare, cercando di occupare il campo visivo senza disturbare la scena. L'essenziale è fingere di parlare, perchè i film e le fiction si girano in presa diretta e ogni rumore può danneggiare il girato.
D. Di quale agenzia di spettacolo fa parte?
R. Della ‘Casting Production’ una struttura nazionale nata a Roma per promuovere i nuovi talenti.
D. Recentemente ha fatto stage?
R. Si, nei giorni 11-12 e 13 gennaio il centro ‘La casa del mare’ e il centro ‘Esperienza della Riserva Naturale’ dello Stato di Torre Guaceto hanno organizzato tre giorni di stage gratuiti condotti dal regista Enzo Toma.
D. Con quale scopo?
R. Lo stage è stato finalizzato all'eventuale coinvolgimento di vari artisti nel percorso produttivo del nuovo spettacolo della compagnia che debutterà ad Aprile 2008
D. Conosceva già il signor Toma? Che insegnamento le ha lasciato?
R. No, ma ho letto sui giornali tempo fa che è il direttore artistico del Teatro Pubblico Pugliese, oltre ad essere tra i massimi esperti a livello nazionale ed internazionale di Teatro con disabili.
E’ un uomo che mi ha insegnato ad osservare di più la natura e la mia anima.
D. L’ultimo casting fatto?
R. Il 7 febbraio mi sono candidato per recitare come attore nel programma ‘Forum’.
Ora sono in attesa di essere scelto e convocato dalla direttrice casting della trasmissione di rete4.
D. Fa parte di qualche associazione?
R. Si della Vis comica del mio paese.
D. Un saluto per i lettori di ‘INTERVISTANDO’.
R. Cari amici di ‘Intervistando’ vi saluto da comparsa…chissà se un giorno riuscirò a salutarvi da attore…la speranza è l’ultima a morire.