venerdì 16 gennaio 2009

Simone Casavecchia, direttore editoriale delle Edizioni Sabinae


Intervista esclusiva realizzata il 16 Gennaio 2009 da Ilaria Solazzo a Simone Casavecchia per ‘castzine’.



Simone Casavecchia, storico e critico cinematografico, organizzatore culturale, ha insegnato Storia del Cinema Europeo all’Università statale di Città del Messico. Ha tenuto conferenze ed incontri sul cinema italiano in vari centri ed istituti di cultura. E’ fra gli autori della “BiblioFellini” edizione del Centro Sperimentale di Cinematografia e la Fondazione Federico Fellini (2002-2004) e del volume “Io sono la mia invenzione. L’Europa, Fellini e il cinema italiano negli scritti di Angelo Arpa”. Per il centenario di Amedeo Nazzari ha curato il volume “Amedeo Nazzari. L’uomo, il divo, l’attore”, edito dal Centro Sperimentale di Cinematografia (2007). E' autore del libro "Rondi visto da vicino" (Edizioni Sabinae, 2008), lunga intervista con Gian Luigi Rondi, presidente del Festival del Cinema di Roma e dell'Accademia del Cinema Italiano, Premi David di Donatello. Attualmente è direttore editoriale della casa editrice ‘Edizioni Sabinæ’.


D. Ogni bimbo ha da piccolo un sogno, il tuo qual’era?
R. Quando ero bambino fantasticavo di fare il prete...improvvisavo, facendo impazzire tutti con altarini in tutta casa, con fumoni d'incenso in ogni dove.
Un altro sogno? Fare il giornalista come mio nonno. Poi ho iniziato a girare il mondo con la scusa del cinema, portando la mia passione per quest'arte davvero in molti angoli della terra, oggi quel sogno direi che si è realizzato, dato che "amministro" il rito dello scrivere, facendo con passione il mestiere di editore.
D. Famiglia, poesie, fede, Roma, sport, cinema. Attraverso queste sei parole descriviti ai lettori di ‘Intervistando’.
R. Dalla Famiglia nasciamo, nella poesia cresciamo, a Roma vidi per la prima volta il sole, ma mai su un campo di calcio, nel cinema trovo la mia identificazione e la mia gioia.
D. Cosa comporta fondare e gestire una propria casa editrice?
R. Comporta responsabilità, un pizzico di follia e decine di ore al giorno di intenso e straordinario lavoro. Come tutti i progetti non si realizzano da soli; (senza i miei collaboratori non andrei molto lontano!).
D. Per quale motivo hai scelto per promuovere la tua attività lo slogan “Energia per le tue idee”?
R. Le idee, la creatività, sono energia allo stato confuso che vanno indirizzate in un progetto organico e ben delineato. Questo è l'impegno che ogni giorno vede tutti noi all'opera.
D. La scelta dei tuoi collaboratori ritengo sia stata fondamentale per lo sviluppo e la crescita delle ‘Edizioni Sabinae’, potresti a tal proposito dirci a chi sei maggiormente legato, lavorativamente parlando e perché?
R. Ognuno, nella vita e nel lavoro, è straordinario e fondamentale. Non è retorica, ma realtà. Chi intraprende sa di cosa parlo. Certamente l'art director, che chiamo ancora direttore artistico, (come in teatro!), Nicola Fiorentino è non solo bravissimo, ma fondamentale. Ma senza tutta la redazione nulla è possibile, come non lo sarà in futuro.
D. Cosa offrite ai vostri autori? In sintesi i vostri servizi cosa comprendono?
R. Serietà, impegno, creatività e molti progetti da realizzare insieme.
D. Dei nomi noti chi conosce ed apprezza la tua casa editrice?
R. Tutto il nostro lavoro porta a far conoscere ogni giorno la nostra casa editrice a decine di persone. Spesso molto autorevoli. Sul nostro sito qualche nome c'è, ma il lettore più importante non è colui che è noto, ma colui che nel silenzio della libreria compra un libro e lo legge, innamorandosene.
D. Qual è stato l'incontro con un autore che ricordi con affetto? Come mai?
R. La maggiore soddisfazione si ha con un autore esordiente che si lascia consigliare nelle piccole, ma importanti mosse per intraprendere una strada editoriale. I casi sarebbero molti, ma davvero tanti.
D. Alla luce delle tue esperienze, della tua maturità, del tuo essere il Simone di adesso, se avessi la possibilità di andare indietro nel tempo, quale momento della tua vita ti piacerebbe rivivere o riaffrontare in maniera diversa?
R. Immaginare il domani vissuto con la freschezza è l'umiltà di sempre.
D. Se dovessi fare una lista delle tue tentazioni più strane a cui hai ceduto o vorresti cedere nella tua vita, quali metteresti sul podio?
R. Sono un peccatore: di gola! Sesto girone...secondo Dante!
D. Tra le tante persone conosciute, celebri e non, sia nella vita professionale che nella vita privata c'è qualcuno che ti ha lasciato una traccia indelebile e che in qualche modo ha cambiato il tuo modo di essere in senso positivo?
R. Domanda molto difficile e pericolosa! Comunque sì, tre persone: Padre Angelo Arpa, gesuita filosofo e straordinario comunicatore; Gian Luigi Rondi per la capacità di saper coniugare stile e raffinatezza personali con il cinema; Isabella Peroni, che mi ha insegnato a costruire quello nel quale si crede.
D. E c'è qualcuno che al contrario ti ha profondamente segnato in senso negativo?
R. Si parla solo dei Santi, mai dei peccatori.
D. Tutte le immagini fotografiche sono evocative di persone o momenti che hanno fatto parte della nostra esistenza. C'è un momento significativo del tuo vissuto che non è stato immortalato da una fotografia e che è vivo solo nella tua memoria?
R. Come tutti sì. Ma rimane nel mio privato. Del quale sono geloso conservatore.
D. Le parole hanno un forte significato per chi le dice e per chi le ascolta. Spesso, per quanto mi riguarda, una parola detta al momento giusto può essere davvero un toccasana. Sei consapevole di quanto, a volte, le tue parole possano essere importanti per i lettori o per gli scrittori?
R. E' una responsabilità etica che avverto ogni giorno. Cerco di dare sempre il meglio di quello che posso.
D. Cosa pensi sia importante dover comunicare ad uno scrittore emergente?
R. Umiltà, semplicità, mettersi in discussione. Scrivere, scrivere, tagliare e correggere il proprio manoscritto.
D. Progetti futuri?
R. Molti, ma tutti saranno alla luce del sole...delle librerie!
D. Un saluto per i lettori di ‘Intervistando’.
R. A voi che avete avuto la bontà e la pazienza di ascoltarmi, auguro di realizzare i vostri desideri, magari dedicando un po' più del vostro tempo alla lettura. Spesso è un'amica preziosa che regala frutti insperati.

sabato 10 gennaio 2009

Antonio Carassi alias Dj Morph



Intervista esclusiva realizzata il 10 Gennaio 2009 da Ilaria Solazzo ad Antonio Carassi alias Dj Morph per ‘castzine’.

Nato a Brindisi nell'ottobre del 78 cresce a differenza dei suoi simili con strane influenze musicali per un bambino degli anni 80. Kraftwerk, To Rococo rot, Depeche Mode, A-ha, e tutta la discografia di Mike Oldfield e Franco Battiato lo spingono a soli 8 anni ad intraprendere la lunga strada che lo porta ai giorni nostri ad essere uno degli esponenti italiani delle electronic music più in vista nella scena underground europea e da qualche tempo anche asiatica, (il Giappone è ormai considerato la sua seconda patria artistica). Dotato di una sicura conoscenza dell'arte musicale, ha nel suo bagaglio una grande predisposizione alla comunicazione di massa in grado di coinvolgere emotivamente una vasta gamma di cervelli pensanti. Nell'aprile del 2006 entra a far parte come producer della ghost crew di dj producer South Conspiracy, acquisendo lo pseudonimo di Dark Fader; chiuso in studio per sei mesi a stretto contatto con le filosofie di produzione del gruppo, affina le sue tecniche e diventa parte attiva del progetto e portavoce del gruppo. Nell'inverno del 2006 decide di affrontare la prima prova da produttore solista, e sotto il suo primo pseudonimo, Morph, coadiuvato dal team della South Conspiracy, si rintana in studio e produce un pezzo dopo l'altro, (tutti con l'intento di riportare su musica le varie sfaccettature dell’anima artistica), dalle sinfonie chopin-iane che tanto lo hanno ispirato alla drum & bass ostica e veloce del produttore Roni Size. Questo è He Comes, dieci tracce più una bonus track che ha saputo guadagnarsi una stella fra gli album proposti da Electronisc Scene. Il singolo “Innamoratevi”,unico pezzo in cui il nostro si avvale della collaborazione della South Conspiracy, in cui viene campionato il monologo estratto dal film “La Tigre e la Neve”, del premio oscar Roberto Benigni, che approva in pieno il progetto quando il Morph lo porta a conoscenza. Viene trasmesso in Italia dai vari network radiofonici ed entra nella high rotation in quattro radio giapponesi, segue il successo in Canada e in Australia. Instancabile come tutti i creativi non si concede una pausa, ma mentre è ancora in promozione He Comes, proietta la sua mente verso un genere musicale che lo affascina molto, la minimal house. La concepisce a modo suo, ne varia le metrature e le regole, ed in dieci mesi crea “Minimal is the answer", che viene apprezzato dagli addetti ai lavori che ne ascoltano le prime tracce promozionali. Arriva la svolta quando la Delectable Record di Genova, giovane label indipendente gli propone di produrgli l'album e fargli firmare un contratto di cinque anni. I vari singoli estratti dall'album che vengono proposti sul portale di musica dance internazionale, Beatport, ricevono ottimi feedback da guru della musica dance elettronica del calibro di Francesco Zappalà, Mario Più, e l'inglese Terminus. Nell'estate del 2008 scrive uno spettacolo teatrale atto a legarsi alla musica ambient elettronica da lui creata o mixata, innamortato del Giulio Cesare di Shakespeare propone all'attore regista Massimo Romano di interpretare recitando la parte di Marcantonio. Nella prima mondiale del progetto, andato in scena nella Notte Bianca di Galatina, si lega al progetto anche l'attore Riccardo Riccardi che si esibisce in un cameo che sconvolge il pubblico e la critica. È un successo. Si crea un giro di attenzione verso il progetto che nell'inverno del 2008/09, sarà messo in scena nei teatri italiani. Non contento del periodo positivo e delle ottime critiche che indurrebbero un altro a riposare un pò sugli allori, Morph non si da pace ed in una conferenza stampa annuncia il work in progress per un nuovo album del quale al momento ci ha rivelato solo il titolo, “Equilibrium”.

D. Sei molto giovane ma hai già una lunga esperienza alle spalle. Potresti brevemente presentarti ai miei lettori?
R. Diciamo che sono nato due volte..la prima volta nel '78 come Antonio Carassi, cresco diversamente rispetto ai miei coetanei, sono circondato da musica, dischi e sogni e grazie a questo. Nel 1987 "nasco" di nuovo come Dj Morph in una piccola emittente radiofonica della mia città, vivo varie esperienze radiofoniche in molte emittenti, fra le più importanti ti cito Ciccio Riccio e Radio Manbassa ed ora Samurai Fm di Tokio.
D. Qual è stato finora il tuo rapporto con la musica? Mi sembra importante far capire a chi legge il tuo particolare stile e la tua ricerca.
R. Fino al 2004 ero un "semplice" dj alla ricerca di suoni di nicchia, (trip hop, dub, dark ambient, drum' n' bass ), poi un giorno ho deciso che la musica potevo produrla io con i mezzi a mia disposizione, così ho passato intere giornate davanti al computer a programmare quelli che sono stati i primi lavori che venivano dalla mia fantasia musicale, lo stile come sempre varia dal trip hop all'elettronica sperimentale sfiorando la musica da club. Da sempre ho preferito il suono londinese al suono italo-dance, troppo commerciale a mio avviso, e l'ho arricchito con l'innesto di voci recitanti o campioni di film, audiolibri o registrazioni vocali a campo aperto.
D. Qual è la tua opinione sul mondo della composizione in Italia? Come e dove si svolge il tuo processo creativo?
R. In Italia c'è un movimento sotterraneo musicale che si muove benissimo con suoni all'avanguardia che ahimè rimane spesso chiuso in quel sotterraneo a causa di major troppo abituate alle canzoncine da suoneria per cellulari, conosco molti gruppi e molti produttori che potrebbero tranquillamente essere primi nelle classifiche se solo le case discografiche distogliessero lo sguardo dalle canzonette "meterora".
Io penso alla musica oppure alla creazione della musica anche mentre dormo, o mentre guido, spesso mi ritrovo con un giro di piano o una melodia nella testa che devo fissare in quel momento per non perderla e mi ritrovo a suonarla in piena notte davanti al pc in pigiama o su una piazzola di sosta in autostrada a registrarla sul cellulare, diciamo che nella maggior parte delle volte sono in studio a casa mia, anche se il nuovo album che sto creando con il mio gruppo lo sto registrando in giro per i paesi del basso Salento, nella Grecìa Salentina.
D. Hai lavorato e continui a lavorare molto in Italia ma come mai ha scelto di svolgere la tua carriera principalmente all'estero?
R. Il motivo è lo stesso. All'estero la sperimentazione è accolta meglio, piuttosto che in Italia. Il mio genere è un genere che in Italia si sta affacciando adesso, mentre ad esempio a Londra si sta vivendo la terza era della musica elettronica. Fare un dj set con i miei suoni qui in Italia spesso vuol dire avere un gruppo di facce stranite dal suono che proponi, in Belgio ad esempio la gente si esalta.
D. Che tipo di esperienza hai fatto e che tipo di pubblico hai incontrato in Giappone?
R. Andare in Giappone era uno dei miei sogni, è come viaggiare nel tempo ed arrivare nel futuro. I Giapponesi sono molto avanti, almeno di 15 anni anche musicalmente, ed io lì mi sento a casa mia. Ho visitato club meravigliosi ed ho visto la sede della radio per la quale creo dj set che poi mandano in onda nel week end. E’ scontato dirvi che è una radio meravigliosa, ho suonato davanti ad una folla di 8000 persone in delirio e per me è stata una grande emozione. Il pubblico lì è recettivo al massimo, sono stato accolto benissimo. La critica giapponese mi annovera come il Moby italiano. In Giappone mi posso permettere di osare musicalmente anche con suoni un po’ più ostici e non perdere mai il danceflloor. Spero di ritornarci presto.
D. Diventare un professionista è un sogno di molti, ma una possibilità per pochi. Ti hanno aiutato i tuoi genitori? A chi ti senti di dire grazie?
R. All'inizio mi ha seguito solo mia madre, diciamo che solo lei accettava che suo figlio a sette anni facesse il dj in una radio, poi con il tempo anche il resto della famiglia si è entusiasmata alla cosa. Spesso mi seguono in tuor nelle mie tappe e la cosa mi piace molto. Devo dire grazie a tutti coloro che ho incontrato nella vita, perché ogni parte di loro ha reso me quello che sono, una persona con un grande tesoro.
D. Che tipo è Morph nel lavoro? E nella vita privata?
R. Morph nel lavoro è un maledetto perfezionista, stakanovista musicale, un infinito ricercatore, un curioso sperimentatore, un alieno .Nella vita privata? A dire la verità sono come Morph.
D. Antonio cosa prometti a te stesso per il tuo futuro di uomo e musicista?
R. All'uomo prometto che in futuro dormirò di più, che non correrò più in moto, mentre al musicista che è in me prometto che non smetterò mai di essere Morph.
D. Hai ancora un sogno nel cassetto?
R. Conoscere Moby.
D. Fai un saluto ai lettori di ‘Intervistando’.
R. Arigatou tomodachi to Intervistando-to mata aimashou dawa mata. Okage sama de. Domo Arigatou.Sayounara. Antonio Morph Carassi san.
(Grazie mille amici di Intervistando, grazie per l'opportunità, a presto. Arrivederci da Antonio Carassi alias Dj Morph.

venerdì 9 gennaio 2009

Valerio Pietrini...un fuoriclasse di Raiuno



Intervista esclusiva realizzata il 9 Gennaio 2009 da Ilaria Solazzo a Valerio Pietrini per ‘castzine’.

Valerio nasce come percussionista all’età di 14 anni e dal 1996 si occupa di musica. Ad oggi frequenta la scuola di musica CMP della maestra Viviana Tacchella di Piombino. In questo periodo, ha interpretato come solista cover di autori famosi sia brani inediti da lui scritti arrivando a cantare per platee importanti come quella delle selezioni regionali dei finalisti per Sanremo. Nel Novembre 2007 partecipa al programma “I Fuoriclasse”, condotto da Carlo Conti in onda su Raiuno in prima serata, cantando con artisti come Zucchero, Iva Zanicchi e vari altri. Il 19-20-21 Settembre 2008 in corrispondenza del 60°anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani, partecipa al Geneva World Peace Festival, concerto per la Pace della durata di tre giorni allestito in Piazza delle Nazioni di fronte alla sede dell’ONU a Ginevra, con artisti di calibro internazionale tra cui Terence Trent D’Arby, Norma Ray, Kaleo Futuristo, Francis Lalanne e vari altri con i due brani da lui scritti “4Wrld” e “Africa”. Il 6 novembre 2008 si esibisce al Piper di Roma come vincitore della sezione cantautori de Tour Music Fest(Premio Tour Music Face). Dal 1998 partecipa a svariati musical a livello regionale, sia in teatro che in giro per le varie manifestazioni toscane, in collaborazione della compagnia della suddetta scuola interpretando ruoli più o meno principali, (Danny in Grease, Frank in The Rocky Horror, Quasimodo in Notre Dame, Rugantino, Seymour in Little Shop of Horror, Erode in Jesus Christ Superstar, Che in Evita, presente in altri anche come ballerino). Attualmente si esibisce anche in serate live music e come percussionista in dj set chill-out e house. Oltre a questo ha avuto anche un ruolo marginale nel film “N” di Paolo Virzì del 2006come nobiluomo e guardia a cavallo. Come autore, Valerio, scrive poesie popolari e brani per altri interpreti.

D. Come hai iniziato? Dove hai mosso i primi passi?
R. Il primo approccio con la musica l'ho avuto durante il catechismo, da bambino, ricordo che mi facevano cantare tutte le preghiere che ci insegnavano, ed effettivamente questo rendeva il tutto più interessante....Poi sono saltato decisamente dal sacro al profano, perché all'età di 14 anni ho iniziato a suonare le percussioni, quelle tipiche da "spiaggia" per intendersi ed infatti sono molto affascinato dalla musica tribale in genere, specialmente quella Africana, ho anche scritto una canzone che si intitola proprio Africa, proprio perché secondo me quella è l'origine di tutto.
D. Di cosa ti occupi nel settore spettacolo oltre alla musica?
R. Mi piace l'arte della recitazione, riuscire a calarsi nei panni di un personaggio che non sia te stesso mi affascina...Ho preso parte al film "N" io e Napoleone di Virzì, come guardia a cavallo, gendarme ed altri piccoli ruoli, e devo dire che è stata un’esperienza travolgente...Non immaginavo che dietro un film ci fosse tutto quel lavoro, tutte quelle riprese e tutte quelle persone...Ricordo che una scena veniva girata un sacco di volte ed ogni volta a me sembrava buona...Ero emozionatissimo.
D. Puoi ritenerti soddisfatto di quanto ottenuto in questi anni, oppure no?
R. Considerando che ho sempre fatto musica con il solo scopo di divertirmi e no ho mai preteso altro, mi ritengo soddisfatto e fortunato. A volte si abbandonano le proprie idee, ma poi ci si ritrova in situazioni che sono ben lontane dal vero scopo che da ragazzo mi ha spinto a suonare, a cantare ed a scrivere le miei canzoni.
D. Se non avessi lavorato nel campo artistico, che professione avresti voluto svolgere?
R. Avrei cercato un lavoro che mi avrebbe lasciato tempo per fare musica...Ma ricordo che da piccolo volevo fare il marinaio come mio nonno.
D. Fra i molti progetti a cui hai lavorato, ce n’è uno tra tutti che vuoi descrivermi? Per quale motivo?
R. A Settembre 2008 ho suonato al Geneva World Peace Festival, un concerto per la pace allestito in Pazza delle nazioni a Ginevra, di fronte alla sede dell'ONU. Ho partecipato con due brani: 4Wrld ed Africa, il primo racconta la storia della figlia di un Kamikaze ed il figlio di un soldato Americano ed è cantato da due bambini, il secondo parla del mio amore per l'Africa. Quando li ho scritti l'ho fatto sperando che servissero per uno scopo che andasse al di là della mera pubblicità, ed aver partecipato a questo concerto dove erano presenti anche altri artisti che a loro volta cercano di dare un contributo per la pace, tipo Terence Trent D'Arby, Norma Ray, Kaleo ed altri, mi fa credere di essere riuscito nel mio intento.
D. C’e’ qualcuno a cui vorresti dire grazie? Perché?
R. Ad Agnese, la mia ragazza...Non è facile stare accanto ad uno come me che "non ha mai pace", sono sempre indaffarato e sempre preso dalla musica che a volte mi rendo conto pure io di vivere un po’ tra le nuvole.
D. Come sono le giornate non lavorative? Sempre in cerca di pubblic relation o all’insegna dell’assoluto relax?
R. A volte qualche momento di Relax me lo prendo, ma sono rari. Ogni volta che parto per un viaggio dico: per una settimana me ne sto sdraiato al mare e la sera a letto presto, invece poi mi ritrovo a parlare di musica sotto l'ombrellone e la sera con un microfono in mano a far cantare i mie compagni di viaggio...è più forte di me.
D. Come ti immagini tra 40 anni?
R. Compro una casetta di legno sulla riva di un fiume e me ne sto lì a pescare tutto il giorno con mio nipote.
D. Che rapporto hai durante le tue esibizioni con il tuo pubblico?
R. Prima di andare in scena mi sento come a scuola prima di un interrogazione, una volta che sono partito divento pubblico anch'io...Loro ascoltano la mia voce ed io ascolto le loro emozioni...Non c'è cosa più bella.
D. Qual è secondo te la sfida più bella della tua vita?
R. La prima maratona che ho fatto. A Berlino...A partire dalla preparazione fino alla gara...è stato incredibile...Una sfida contro me stesso. C'è voluto tanto allenamento, ma se riesco a fare una maratona vuol dire che riesco a fare tutto...o quasi.
D. Quali sono per te i grandi spettacoli musicali della vita cui assistiamo?
R. Sono nato e cresciuto in campagna e definirei spettacolo musicale anche un gallo che canta e gli altri che rispondono o che cantano insieme a lui.
D. La tua famiglia ti sostiene? Hai chiari i tuoi obiettivi privati e professionali?
R. Diciamo che non mi intralcia, ma inizialmente erano un pò diffidenti sul fatto che facessi il musicista ed effettivamente è un lavoro che lascia poco spazio alla quotidianità ed alle scadenze a lungo termine…al punto che ancora non ho le idee molto chiare sul mio domani.
D. Quali consideri le tue vittorie? Quali aspettative hai oggi su te stesso?
R. La vittoria più grande è che non mi passa mai la voglia di fare musica, e questo mi piace. Non chiedo niente e non mi aspetto niente, è un amore incondizionato dove sai di dover dare e non puoi pretendere di ricevere.
D. Ti piace il mondo in cui vivi?
R. Si, perché non c'è mai niente di scontato.
D. Quali sono le passioni della tua vita privata?
R. Adoro correre...tra l'altro è quando corro che mi vengono le idee per le canzoni.
D. Hai sogni non realizzati? Di cosa hai paura?
R. Mah...Ho sempre avuto sogni realizzabili, non ricordo di averne lasciato in sospeso qualcuno. La pura più grande che ho è di non credere più in me.
D. Esprimi un desiderio…
R. Peace, love and music. E’ la canzone di un mio amico cantautore Hawaiano, (Kaleo), penso che raccolga in se i desideri di tutti.
D. Consigli e raccomandazioni per chiunque voglia intraprendere la tua stessa strada?
R. Suona e riempiti di musica, divertiti, tappati le orecchie e suona.
D. Un saluto per gli amici di ‘Intervistando’.
R. Ciao a tutti...e come si dice su Myspace : Buona musica.

giovedì 8 gennaio 2009

Marco Nocera...un bravo regista televisivo





Intervista esclusiva realizzata l’8 Gennaio 2009 da Ilaria Solazzo a Marco Nocera per ‘castzine’.

Marco Nocera nasce a Brindisi nel marzo del 1985. Sin da piccolo mostra passione per la musica. A 8 anni compare ai microfoni di ‘Ciccio Riccio’, emittente brindisina, e da quel momento si innamora del mondo della radio. Per poi evolversi alla TV, grazie a ‘Telenorba’, dove va a trovare ‘Toti & Tata’. Nel 2000 compare in uno spot per una trasmissione di Antonio Stornaiolo. A 17 anni collabora con ‘Ciccio Riccio’, in forma non ufficiale per la realizzazione di un programma tv per ‘Antenna Sud’ per poi passare nel 2003 a ‘Radio Dara’, (acronimo di Diffusione Audio Ricerca Aperta), dove realizza due programmi di musica. Nel frattempo collabora con ‘Puglia TV’, emittente televisiva brindisina, nel programma “GIOVANI”, in veste di ospite-cameraman. Nel 2005 conosce Dario Micaletti, suo attuale grande amico, con il quale è in corso una produzione musicale. Nel luglio 2005 Marco si diploma come perito tecnico di elettronica e telecomunicazioni all'ITIS Giorgi di Brindisi. A settembre 2006, si aggrega ad un gruppo diretto da Dario, per animare le città e realizzare l'11 aprile 2007 uno spettacolo (il "Work Night Live"), realizzando il video integrale dello spettacolo e del backstage. Da ottobre Marco risiede a Roma, per studiare al DAMS, (ovvero Discipline di Arte Musica e Spettacolo), all'università di Roma3. Attualmente è impegnato nella realizzazione di alcune sceneggiature per cortometraggi ed alcuni videoclip musicali, essendo iscritto alla SIAE dal 2007 come autore e compositore di canzoni. Ne sono state prodotte alcune, che sono in via di ritocco. Solo una è attualmente già disponibile: ‘Scappa al massimo’, in duetto con Andrea Longo aka Chiasso MC, rapper autore del testo modificato del brano. Il brano è disponibile su www.MySpace.com/marconocera.

D. Anzitutto grazie della tua disponibilità e benvenuto sul sito ‘INTERVISTANDO’. Il mondo dello spettacolo ha in qualche modo influenzato la tua vita privata e viceversa?
R. Sinceramente a farci caso...credo di più in quel che faccio e sono più nervoso e pretendente.
D. Svolgi una professione che potremmo definire multicanale: quali sono le caratteristiche necessarie per comunicare in modo efficace su diversi media?
R. Bisogna capire chi è lo spettatore e magari cercare di adeguarsi...questo è il concetto fondamentale...poi varia in base al mezzo. Per me la radio dovrebbe essere fatta essenzialmente di musica e notizie. La pubblicità non la sopporto molto, seppure sia la principale fonte di reddito dell'emittenza privata.
D. Oltre al cinema hai fatto anche radio e TV. Per quale radio hai lavorato? Con quale mansione? Per quanto tempo?
R. Per il cinema ho fatto giusto qualche comparsa... nulla di particolare. Voglio intanto dire che in radio ci entrai per curiosità a soli 8 anni, ma mi ricordo che l'amore per la radio è nato quando fui ospitato a ‘Ciccio Riccio’ durante una visita ed intervenni in diretta. Mi ricordo che vi era Ilia D'Arpa ed è grazie a lei, grazie a Mino Molfetta ed a Ernesto Solimene che ho potuto iniziare anche se in maniera indiretta, osservando e "rompendo le scatole". Ho collaborato poi per Ciccio Riccio TV, quando iniziò, per i primi due mesi, ma poi per causa di uno scarso profitto scolastico Mino Molfetta ha scelto saggiamente di allontanarmi dalla radio. Ed ha fatto bene! Stessa cosa è successa a ‘Radio Dara’, dopo un anno, dove ho lavorato a titolo volontario. Solo che poi mi sono allontanato io per motivi di studio, oltre a qualche incomprensione nata con alcuni colleghi. Nello stesso periodo in cui ero a ‘Radio Dara’ ho fatto la mia comparsa a ‘Puglia TV’, nel programma "Giovani", condotto da un frizzantissimo Mario Antonelli, che era anche a DARA per la versione radiofonica del programma. Io nel programma ho dimostrato il mio amore per la parte tecnica...mi impossessavo sempre di una delle due/tre telecamere.
Attualmente lavoricchio a Roma qualche volta con qualche società di produzioni televisive per servizi giornalistici, dove faccio l'assistente cameraman o l'autista e nel frattempo mi dedico alla scrittura di qualche idea per cortometraggi. Quando sto a Brindisi, se mi chiamano per qualche service video, mi muovo con le mie attrezzature e lavoro. Ma è raro.
D. La TV consente di lavorare sia davanti che dietro la telecamera, tu che hai sperimentato entrambi i casi cosa puoi raccontarci?
R. La cosa è semplice: chi è davanti alla telecamera è "schiavo" di quello che è dietro. Nel senso che deve rispondere ai comandi del regista e del cameraman, rispettando un copione, (magari anche improvvisato), per formare la scena oppure una parte della scena ed adeguandosi a ciò. Ovviamente nel sistema vi è tutta una gerarchia. Anche i registi sono "schiavi" dei produttori e degli sceneggiatori, a volte sono loro stessi.
Ma comunque è una cosa stupenda, perché poi si sa che quel lavoro lo vedranno un po' tutti... in tv o al cinema, indifferentemente dal ruolo ricoperto. Per me vanno bene anche alcuni secondi di gloria nelle fiction o nei film, dove compaio. Ammetto di essere un po' egocentrico. Il lavoro dietro alla telecamera è alquanto silenzioso, fatta eccezione per la regia.
D. La telecamera digitale ed il computer, a tuo avviso, hanno davvero modificato il processo creativo?
R. Considerando che molti film, molte fiction e molti cortometraggi sono attualmente girati in pellicola 35mm o 16mm, fatta eccezione per le trasmissioni televisive ed alcuni cortometraggi e lungometraggi con budget economico limitato, la rivoluzione del digitale ha investito in pieno tutti, riducendo tempi e costi di lavorazione del "processo creativo", soprattutto in postproduzione. Basti pensare che adesso, con le nuove telecamere a memory card, (vi sono anche le videocamerine palmari), un filmato di 10 minuti viene portato in lavorazione nel giro di poco più di una trentina di secondi. E poi gli effetti speciali sono più elaborati e chiedono meno fatica per la loro realizzazione, per chi ne fa uso chiaramente. Seppure il digitale sia molto snello, la pellicola ha il vantaggio di avere una gamma completa dei colori e non sballa l'immagine!
D. Quali sono le caratteristiche importanti per poter divenire un buon professionista nel settore?
R. Bella domanda. Dipende tutto si basa sulla mansione che si ha, ma chiaramente nel campo delle riprese contano la stabilità dell'immagine ed una buona mano, oltre alla conoscenza al dettaglio dell'attrezzatura che si usa, chiaramente.
D. La tua famiglia è contenta della tua carriera? Chi ti sostiene fin dagli esordi?
R. Certo, ma la cosa importante è che mi laureo...dato che ogni tanto allontano i libri. Tipico di tutti gli aspiranti registi: serve passare direttamente all’azione!
D. In ambito lavorativo ha mai perso la fiducia per qualche collega di cui ti fidavi?
R. Purtroppo sì... ma quel che è peggio che spesso sono le persone che si fanno credere vicine a tradire. Brutta cosa!
D. Qual è la sua strategia per neutralizzare persone troppo sfacciate che si avvicinano a te solo per opportunismo?
R. Basta ripagarle con la stessa moneta. Io reagisco. Come diceva un antico proverbio: ‘Ci sì martieddu batti, ci sì incudine statti!’.
D. Esiste secondo te nel settore spettacolo l'amicizia leale tra un uomo ed una donna prescindendo da qualsiasi forma di interesse?
R. Certo. Spesso nasce per condivisione di una passione. Di amicizie ne ho tante, seppure superficiali.
D. Il cinema è stato fatto per l’uomo oppure l’uomo per il mondo cinematografico?
R. Dipende se l'uomo ragiona con la sua testa o se si lascia burattinare...Ma penso che il cinema è fatto per l'uomo, parlando del servizio delle multisale e dell'intrattenimento.
D. Trovi la felicità in te stesso o nelle cose che realizzi con il tuo lavoro?
R. Se si tratta di una breve felicità, nel lavoro. La vera felicità deve ancora arrivare. Sono in fase di meditazione, ma non significa che sono infelice.
D. Tendenzialmente ti ritieni un’artista socievole o solitario?
R. Probabilmente molto solitario. La solitudine è madre della creatività, perché permette di concentrare le proprie forze su qualcosa. Ma mi alterno. Quando lavoro di cervello, voglio essere lasciato solo.
D. Nel quotidiano aiutano di più i vizi a vivere o le virtù a morire?
R. Fifty-fifty. I vizi sballano, le virtù fanno ragionare.
D. La certezza più grande della tua esistenza qual è?
R. L'amore dei miei genitori...se ci si riferisce a ciò.
D. Hai delle paure? Le hai mai sfidate?
R. Credo che a sfidare la paura si trovi il risultato di cui si ha paura! Permette di capire molte cose e di ragionare.
D. Progetti futuri?
R. Vivere il presente, magari in maniera più scaltra e strafottente. Meglio essere ottimisti ed aver torto che esser pessimisti ed avere ragione, diceva qualcuno. Il 2009 lo vedo come anno reattivo, da parte mia.
Un abbraccio a tutti...no...a tutte...generalizzo... un abbraccio, se no c'è chi si potrebbe offendere!

martedì 9 dicembre 2008

Florinda Ciracì speaker di Idea Radio



Intervista esclusiva realizzata il 9 Dicembre 2008 da Ilaria Solazzo a Florinda Ciracì per ‘castzine’.

Florinda Ciracì è nata in Puglia a Latiano, (Brindisi), 31 anni fa. La sua esperienza decennale come speaker radiofonica ha avuto inizio negli studi di Idea Radio. Ha avuto la possibilità di lavorare al fianco di numerosi speaker e di varie altre figure professionali. Conduce da tempo un programma nella fascia pomeridiana a cui non ha ancora dato un nome per mancanza di tempo. E’ disposta ad accettare consigli dai lettori di ‘Intervistando’ che volessero suggerirgliene qualcuno originale.





D. Florinda, ricordi le motivazioni che ti hanno spinto verso la carriera radiofonica e il tuo primo programma?
R. Il mondo della radio e dell'informazione in generale mi ha sempre affascinato. Non c'è stato un motivo in particolare che mi ha spinto a fare radio. Chi ama questo mondo prima o poi ci finisce dentro per una serie di fatalità, come è successo a me. Il mio primo programma lo ricordo ancora. A fare la prima richiesta radiofonica è stato l'ultimo esemplare del tirannosauro rex...ovviamente scherzo, (non c'era bisogno di dirlo..spero). Il mio primo programma era interamente fatto dai radioascoltatori con dediche e richieste che non finivano mai, (per mia fortuna). Tramite telefono e tramite posta, (all'epoca non c'erano ancora sms ed e-mail)…arrivavano davvero tantissime richieste.
D. Rispetto agli esordi, com’è cambiato il tuo modo di fare radio?
R. Non so! Probabilmente dovrebbe dirlo qualcuno che mi segue, (molto coraggiosamente), sin dagli inizi, che mi ascoltava allora e che mi ascolta ancora adesso. Diciamo che dall’epoca ad oggi sono cambiate per me molte cose: ho cominciato che ero una ragazzina ed ora sono una trentenne. Perciò è naturale che questi “passaggi”, questi “cambiamenti” abbiano avuto una ripercussione anche sul lavoro che faccio che è fatto di canzoni, di pensieri, di parole e di idee… Purtroppo, non ho l'abitudine di riascoltarmi, perché non mi piace farlo. Ad ogni modo, spero di essere migliorata almeno un po’.
D. I tuoi brani preferiti quali sono nel 2008?
R. Dipende da quanto spazio posso occupare con questa intervista! Sono davvero tanti ed è difficile scegliere. In questo periodo, ad esempio, mi incuriosisce molto la musica latinoamericana: Ibrahim Ferrer, Omara Portuondo, (molti li ricordalo per il film Buena Vista Social Club), ma anche Chavela Vargas, Cesaria Evora, Dulce Pontes, ecc.
D. Quali sono i pregi ed i difetti di questa tua professione?
R. Un pregio è sicuramente quello che la radio ti porta a conoscere tantissime persone; dal personaggio pubblico che conoscono un po’ tutti alla casalinga che si fa i fatti suoi in casa mentre ascolta la radio e ti chiama perché mandi un brano troppo soft e lei, che sta già sta stirando, giustamente, ha bisogno di ascoltare qualcosa di più movimentato. Difetti ancora non ne ho trovati.
D. Raccontaci la cosa più divertente che ti è successa durante una diretta radiofonica?
R. Proprio divertente non direi. Una volta ero in diretta e sono venuti a trovarmi dei radioascoltatori. Tra una chiacchiera e una richiesta ho dimenticato il microfono aperto. Ricordo anche che fu un'ascoltatrice ad avvisarmi. Che figuraccia!
D. Quando eri piccola cosa sognavi di fare in età adulta?
R. La fotografa. Poi è diventato il mio hobby.
D. Tra i tuoi colleghi chi è colui con il quale ti senti a tuo agio?
R. Che domande! Ma ovviamente con tutti.
D. Quante ore settimanali dedichi ad ‘Idea Radio’?
R. Vuoi sapere da contratto? Dai scherzo! Non so…non le conto mai.
D. Cosa provi quando interagisci telefonicamente con i tuoi radio-ascoltatori?
R. Dipende! Quando mi fanno i complimenti sono felicissima e li amo, altrimenti chiudo al primo insulto. No, dai...è qualcosa di speciale, sopratutto quando chiamano per chiederti un consiglio perché hanno rotto con il proprio ragazzo o ragazza; quando ti sentono amica e ti chiamano per sfogarsi per qualche situazione ingarbugliata che stanno vivendo oppure quando chiamano semplicemente per chiederti l'indirizzo per mandarti un caffè.
D. Il tuo sogno nel cassetto è?
R. Vincere la lotteria e girare il mondo.
D. Progetti futuri?
R. Ci sto pensando...non ho le idee molto chiare! Posso risponderti tra qualche anno?
D. Un consiglio per i giovani che vogliono iniziare a fare radio?
R. Se volete fare radio fatelo per voi pensando agli altri, cioè non pensate di fare radio per mettervi in mostra, ma per riuscire a trasmettere quello che di bello avete nel vostro cuore e nella vostra testa. A volte chi fa radio dimentica proprio la cosa più importante: che dall'altra parte ci sono “persone” che l'ascoltano.
D. Un tuo segno particolare?
R. Bellissima!!! Scherzo!!!! Non ho particolari segni di riconoscimento... fortunatamente. I miei genitori mi hanno messo un microchip in caso mi smarrisco, ma ad occhio nudo non si vede.
D. Un saluto per gli amici di ‘Intervistando’.
R. E' proprio necessario? O mamma! Che richiesta difficile! Puoi farmi la domanda di riserva? Eccolo... ce l'ho! “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Che filosofa che sono!!!
Un bacio a tutti! E ovviamente ascoltate Idea Radio www.idearadionelmondo.it