giovedì 14 febbraio 2008

Roberto Carlino, un uomo eclettico






Intervista esclusiva realizzata il 14 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Roberto Carlino per ‘castzine’.




Roberto Carlino è il titolare della Roby Carl management, un agenzia di moda-spettacolo e pubblicità, con sede in provincia di Varese, attiva dal 2004.
La RCm si occupa di organizzazione e programmazione eventi, promozione di prodotti e servizi in location, casting, etc.




D. Quando ha deciso di aprire la ‘RCm’? Per quale motivo?
R. Ufficialmente nel Gennaio 2004.
L'idea è quella di creare una struttura utile, umile e professionale per chiunque abbia un interesse a contattarmi.
D. Lei che tipo di ruolo svolge all’interno della sua agenzia?
R. Mi occupo personalmente di ogni cosa, è la migliore soluzione per avere sempre tutto sotto controllo.
D. Chi sono i VIP nazionali di cui si occupa?
R. Effettivamente di VIP ne conosco diversi, ma generalmente non chiedo mai a nessuno l'esclusiva, comunque sia la valletta Karina Kadarak di Buona Domenica è una delle ultime proposte RCm.
D. Quante sfere ricopre la ‘RCm’ nel campo dello spettacolo e della moda?
R. Ci sono diverse divisioni.
Gli artisti noti e meno noti, periodicamente vengono proposti da ‘RCm’ a clientela tipo location, convention, fiere, per ospitate, oppure proposti a casting director per diverse opportunità, da spot a comparse cinematografiche, da sfilate a servizi fotografici, etc.
D. Che tipo di studi ha effettuato per sviluppare capacità manageriali?
R. Ho studiato direttamente sul campo, sbagliando, riprovando, risbagliando, ma la pratica sul campo è la migliore scuola.
D. A che età ha capito che questa sarebbe stata la sua professione?
R. Fino ai 25anni la mia professione era correre in bicicletta, ma da quando smisi il mio obiettivo è stato quello di dar vita a piccoli passi alla mia attività.
D. Ci descriva una sua giornata tipo.
R. Generalmente mi sveglio alle 7.30, faccio una buona colazione, vedo le notizie del TG, ascolto un paio di brani musicali su MTV o ALL MUSIC, poi mi piazzo sul PC, faccio una pausa pranzo di 30 minuti e successivamente mi dedico sino alle 20,00 totalmente al mio lavoro.
Gli appuntamenti con clienti o artisti li concentro a metà settimana, nei week end, a volte, si tira il fiato.
D. Chi è a suo parere un bravo talent scout?
R. E' colui che riesce a creare un personaggio dal niente.
D. Quanti iscritti totalizza la sua attività?
R. Ho diversi database, posso citarne uno, quello che include artisti non ancora noti, (attrici, attori, cantanti, modelle, fotomodelle), siamo a quasi 2000 iscritti tra l’Italia e il vicino Canton Ticino (Svizzera Italiana).
D. Da quanti anni lavora nel settore cinema, TV e pubblicità?
R. Da oltre 15 anni nella pubblicità e da 10 anni nel settore TV e cinema.
D. Pro e contro della sua carriera?
R. Non vivo nell'oro, ma ho un’ impiego che mi soddisfa e che mi stimola ogni giorno di più…credo sia importante per la carriera di qualsiasi individuo.
D. Sogno nel cassetto?
R. Sogni no, ma obiettivi a breve, medio e lungo periodo sì.
D. Progetti futuri?
R. Al momento Top Secret!

martedì 12 febbraio 2008

Giulio Casale, autore televisivo di “The Club on the road”





Intervista esclusiva realizzata il 12 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Giulio Casale per ‘castzine’.





Giulio Casale ideatore e autore TV, disponibile a nuove esperienze professionali nel campo della comunicazione e nella realizzazione di programmi, ha 32 anni, parla inglese e francese.
Nato a Roma il 7 Gennaio del 1976 da diversi anni vive a Milano.
Ha lavorato con Alessandro Cecchi Paone ed è stato autore del programma ‘The club on the road’ in onda su All Music.




D. Quante lingue conosce?
R. Inglese e francese.
D. In cosa è laureato?
R. In Lettere con indirizzo Archeologia.
D. Professione?
R. Autore televisivo e, da un pò di tempo, documentarista.
D. Esperienza professionale più divertente?
R. Per un anno e mezzo ho lavorato ad un programma per uno dei canali satellitari di Mediaset, fino alla chiusura del canale.
Forse il programma non era granché seguito, ma lavorarci è stato molto divertente.
Era un programma di intrattenimento con lo scopo di far fare anche due risate.
E per divertire chi ci guardava dovevamo per forza farlo noi per primi.
D. A che età ha iniziato a lavorare come autore TV?
R. A 28 anni. Forse un po’ tardi rispetto alla media.
Ma avevo fatto altri studi, e fino ad un certo punto non avevo mai preso in considerazione questa strada.
D. Come è venuta l'idea del programma “The club on the road”?
R. Credo dalla volontà di far incontrare persone che normalmente si corteggiano solo tramite chat.
È stato interessante osservare che tanti ragazzi sono stati capaci di corteggiare una persona mettendosi in gioco fisicamente, cosa che di solito in chat non avviene.
D. Quali sono i requisiti per una buona comunicazione su temi d’interesse sociale?
R. Credo siano la chiarezza e l’onestà, anche se molto spesso non vengono garantite né l’una né l’altra.
D. A che punto è la comunicazione sui temi sociali in Italia?
R. Si potrebbe fare molto di più.
Purtroppo molto dipende anche dallo scarso interesse delle persone verso questi temi.
Non è un caso, d’altra parte, che alcuni tra i più importanti telegiornali occupino un terzo del loro tempo con notizie di gossip ed altre scemenze di questo tipo.
Ma lo fanno perché alla gente interessano queste notizie o viceversa? Qual è la causa e quale l’effetto?
D. I suoi interessi su cosa vertono?
R. Su molte cose: sport, cinema, letteratura… ma senza esagerare.
Mi piace molto anche dedicarmi agli amici, vederli spesso, uscire con loro, rimanere sempre in contatto.
Insomma, di solito non mi annoio.
D. Ha mai scritto per giornali e riviste?
R. Molto poco.
Gli articoli che ricordo con più piacere sono quelli che ho scritto per la rivista “La macchina del tempo” su vari argomenti.
Purtroppo non ho mai collaborato con un quotidiano.
Magari potrebbe essere il mio prossimo obiettivo.
D. Il personaggio per cui vorrebbe ideare un programma da far condurre?
R. Mi piace molto Neri Marcorè.
“Per un pugno di libri” è una trasmissione godibilissima anche e soprattutto grazie a lui.
È estremamente poliedrico, e lavorare ad un programma con lui potrebbe essere molto divertente ed interessante.
D. Ha mai pensato di aprirsi un’agenzia tutta sua?
R. Onestamente no.
Un passo del genere comporterebbe diventare quasi un imprenditore.
Niente di male, per carità. È solo che voglio continuare a fare un lavoro che amo.
D. Le sue amicizie fanno parte dello spettacolo?
R. Anche. Gli amici di Roma, la mia città, sono quelli che conosco e frequento da più tempo, e sono e rimarranno sempre il mio punto di riferimento.
Col tempo ho instaurato splendide amicizie anche a Milano.
Tra queste ci sono diversi personaggi del mondo dello spettacolo, ossia quasi tutti quelli con cui ho lavorato.
Questo è un aspetto di cui sono molto contento.
D. Ha un suo sito web?
R. No. Se anche volessi aprirlo non potrei farlo a nome mio, poiché c’è un cantante molto bravo che si chiama esattamente come me che ha aperto il suo sito ufficiale ovviamente con il suo nome e cognome.
Gli stessi miei. Ubi maior…
D. La trasmissione più noiosa su cui ha lavorato?
R. Mi sono sempre divertito in tutte le trasmissioni a cui ho lavorato.
Quindi dico nessuna. E se anche ci fosse stata non lo direi per non offendere nessuno.
D. Tra i suoi datori di lavoro, chi è quello più flessibile?
R. Se parliamo di flessibilità nelle consegne dei lavori, nessuno.
Se invece parliamo di orari, tutti.
Per il tipo di lavoro che faccio non hanno grossa importanza gli orari.
Io so che quel giorno devo consegnare il lavoro finito.
Nessuno sta a guardare quando, dove e come lavoro.
L’importante è che la scadenza sia rispettata.
D. A cosa sta lavorando attualmente?
R. A dei nuovi documentari sull’antico Egitto. Faticoso ma bellissimo.
D. Cosa si aspetta dal 2008?
R. Che vada meglio, molto meglio del 2007.

domenica 10 febbraio 2008

Salvatore Errico, un figurante per il cinema




Intervista esclusiva realizzata il 10 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Salvatore Errico per ‘castzine’.

Salvatore Errico è un uomo attratto da mille hobby.
Colleziona libri, giornali e oggetti antichi, ha lavorato per la fiction ‘Elisa di Rivombrosa 2’ e per il telefilm ‘Revelations’.

D. Trovare lavoro come comparsa è facile?
R. No, perché sono tanti coloro che si presentano ai provini.
Anche in questo settore ci sono i raccomandati, soprattutto quando su un set il cast è composta da attori famosi.
D. Ci racconti una giornata vissuta da comparsa.
R. La giornata inizia a volte alle cinque del mattino, ma la convocazione ufficiale per me e gli altri colleghi va dalle sei alle otto.
Appena arrivati sul set, il responsabile delle comparse fa firmare a ogni singola persona il contratto per la prestazione di lavoro.
D. Che differenza c’è tra il figurante e il figurante speciale?
R. La comparsa è detta figurante speciale se deve parlare o ricoprire un ruolo, per esempio il bidello in una scuola.
A livello finanziario un figurante normale percepisce circa 50 euro a prestazione contrariamente a un figurante speciale che dovendo anche parlare arriva a guadagnarne 70/80 al dì.
D. Per quanti giorni al mese si può essere convocati?
R. Può capitare di essere convocati una sola volta a settimana, oppure se si è davvero fortunati per sei giorni di fila.
D. Dopo aver firmato il contratto dove ci si reca?
R. Dal costumista che fornisce interamente o in parte gli abiti di scena ad ogni singola personalità.
Capita che non sia necessario portare da casa i propri vestiti, se si interpreta ad esempio un poliziotto o un pilota di aerei, perché il costume è già pronto sul set, come è capitato a me sul set di ‘Elisa di Rivombrosa 2’ che essendo una fiction in costume non poteva usare abiti moderni, infatti mi fu dato dalla sarta tutto l’occorrente.
Per interpretare un cameriere comunque so che fanno portare i vestiti personali tra cui una camicia bianca e un pantalone nero...ma francamente a me finora non è ancora capitato di interpretare un servitore.
D. Una volta che voi figuranti siete pronti cosa fate?
R. Aspettiamo insieme al regista che gli attori arrivino sul set per iniziare a girare.
D. Quante scene si girono quotidianamente con i protagonisti?
R. Di solito si girano otto scene, che prendono ciascuna un'ora di tempo, ma noi figuranti ne giriamo massimo tre.
Io in attesa del mio turno socializzo sempre con altra gente.
D. Quando il regista da il ciak ufficiale lei e i suoi compagni d’avventura che fate?
R. Quando si gira si deve far finta di parlare e comunicare, cercando di occupare il campo visivo senza disturbare la scena. L'essenziale è fingere di parlare, perchè i film e le fiction si girano in presa diretta e ogni rumore può danneggiare il girato.
D. Di quale agenzia di spettacolo fa parte?
R. Della ‘Casting Production’ una struttura nazionale nata a Roma per promuovere i nuovi talenti.
D. Recentemente ha fatto stage?
R. Si, nei giorni 11-12 e 13 gennaio il centro ‘La casa del mare’ e il centro ‘Esperienza della Riserva Naturale’ dello Stato di Torre Guaceto hanno organizzato tre giorni di stage gratuiti condotti dal regista Enzo Toma.
D. Con quale scopo?
R. Lo stage è stato finalizzato all'eventuale coinvolgimento di vari artisti nel percorso produttivo del nuovo spettacolo della compagnia che debutterà ad Aprile 2008
D. Conosceva già il signor Toma? Che insegnamento le ha lasciato?
R. No, ma ho letto sui giornali tempo fa che è il direttore artistico del Teatro Pubblico Pugliese, oltre ad essere tra i massimi esperti a livello nazionale ed internazionale di Teatro con disabili.
E’ un uomo che mi ha insegnato ad osservare di più la natura e la mia anima.
D. L’ultimo casting fatto?
R. Il 7 febbraio mi sono candidato per recitare come attore nel programma ‘Forum’.
Ora sono in attesa di essere scelto e convocato dalla direttrice casting della trasmissione di rete4.
D. Fa parte di qualche associazione?
R. Si della Vis comica del mio paese.
D. Un saluto per i lettori di ‘INTERVISTANDO’.
R. Cari amici di ‘Intervistando’ vi saluto da comparsa…chissà se un giorno riuscirò a salutarvi da attore…la speranza è l’ultima a morire.

sabato 9 febbraio 2008

L’arte suggestiva della pittrice Ilaria Faraoni





Intervista esclusiva realizzata il 9 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo ad Ilaria Faraoni per ‘castzine’.




Ilaria Faraoni laureata in Lettere Moderne ad indirizzo spettacolo presso l'università degli studi di Roma "La Sapienza" è una pittrice paesaggista e ritrattista che si è formata artisticamente in un ambiente scolastico, familiare e lavorativo d'impronta decisamente raffinata.
In questi trentenni di vita ha maturato la totale persuasione che l'artista debba essere una persona libera di palesarsi al di là di specifici modelli ben definiti e che ci si debba porre nei riguardi di un quadro con la propria intuizione, ricettività ed emotività.





D. Ha frequentato scuole o corsi di pittura?
R. Dopo il liceo, contemporaneamente all'università, ho frequentato la bottega di Rosemaria Rizzo, sulla scia della "Nuovamaniera Italiana", dove ho imparato a copiare i grandi maestri del passato come Raffaello, Tiziano e Caravaggio, ho appreso la tecnica dell'incisione e ho mosso i primi passi anche con l'acquerello.
Poi mi sono diplomata alla Scuola Internazionale di Comics, specializzandomi nelle tecniche del fumetto per bambini e realistico.
D. C'è una tecnica che predilige?
R. Sicuramente, dopo tanti anni passati su tele e colori ad olio, ora sono molto più dedita all'acquerello.
E' una tecnica più difficile perché non consente errori, ma la trovo molto più rilassante.
Senza contare che i tempi sono di gran lunga più brevi, permettendomi di seguire l'ispirazione mutevole.
Quando si inizia un quadro ad olio, possono trascorrere mesi prima di terminarlo e, nel frattempo, altre 100 idee si sono affacciate all'immaginazione, premendo per essere realizzate, ma dovranno aspettare; con l'acquerello è possibile non lasciarsele scappare.
D. Cosa la ispira in questo momento?
R. Sono affascinata dal genere musical, (teatrale e cinematografico), e per questo sto ultimando una serie di acquerelli che hanno per soggetto le scene secondo me più significative e suggestive di questo meraviglioso mondo.
D. Quando dipinge predilige un ambiente silenzioso o rumoroso?
R. Per me non c'è niente di meglio che lavorare ascoltando musica o addirittura seguendo qualcosa in TV.
Forse farà sorridere o sembrerà strano, ma alcune delle mie opere più apprezzate le ho realizzate con il sottofondo dei DVD delle vecchie serie di "Star Trek".
D. Impegni imminenti?
R. Sto realizzando un disegno spiritoso per la locandina de "Il Tacchino" di Georges Feydeau che andrà in scena ad Aprile presso il teatro "Rossini" di Roma con la regia di Lucia Modugno.

martedì 5 febbraio 2008

Jenny Ribezzo, una regista eclettica




Intervista esclusiva realizzata il 5 Febbraio 2008 da Ilaria Solazzo a Jenny Ribezzo per ‘castzine’.



Jenny Ribezzo, iscritta alla S.I.A.E. sez. DOR è autrice delle commedie vernacolari "M'aggiu sunnatu Alfiu e Turiddu ca...", "Socrima mi voli muertu" e "Amu pirdutu Filippu cu tuttu lu panaru".
Da 16 anni è direttrice artistica della ‘Compagnia Stabile Amici del Teatro’ e titolare anche insieme all’artista Elena Funaro del laboratorio teatrale ‘Fabbrica di stelle’.






D. Come concilia la sua professione con la sua vita di tutti i giorni?
R. Devo dire che sono dotata di gran spirito organizzativo e, in quei pochi momenti che sono in casa riesco a non lasciare nulla al caso.
Con le mie figlie sono una mamma poco casalinga, ma molto presente nella loro vita, per cui spero che non mi rinfacceranno mai di averle trascurate.
Poi…il teatro è sempre stata la mia vita , per cui, a cominciare da mio marito, chi mi è stato vicino ha dovuto adattarsi al mio modus vivendi.
D. Quali sono i ruoli teatrali che predilige?
R. A me piace, solitamente, spaziare tra tanti personaggi diversi fra loro, perché in questa maniera, riesco a mettere alla prova me stessa e le mie capacità interpretative.
In ogni caso, se proprio devo dare una preferenza, ritengo di essere più “tagliata” per i ruoli passionali, visto il mio carattere forte.
D. Cosa prova quando vede la sua immagine pubblicata sui giornali o sul web?
R. Penso che qualcuno comincia a riconoscere i tanti sacrifici fatti in trenta anni.
D. La sua compagnia teatrale ‘Amici del teatro’ è molto importante per lei.
Che rapporto ha con ogni singolo artista?
R. La compagnia stabile ‘Amici del teatro’ la considero il mio terzo figlio.
L’ho vista nascere, crescere e mi è costata tantissimo in termini economici.
Ognuno di noi, soprattutto all’inizio ci ha rimesso del suo.
Gestire un gruppo composto da tante persone, ognuno con un suo modo di vedere le cose, è tanto difficile.
Riuscire ad essere, per tutti, un punto di riferimento da seguire con estrema fiducia è stato un obiettivo importante e penso di averlo raggiunto, anche se, con estrema fatica.
Prima si bisticciava con maggiore facilità, perché eravamo nella fase in cui si collaudavano le idee, quindi si sgomitava per affermare le proprie.
Oggi, invece, passato il collaudo, dobbiamo solo mettere in moto una macchina organizzativa che ha già dei punti fissi, per cui è tutto più semplice da questo punto di vista.
Il mio rapporto con tutti è di grande affetto.
Conosco i pregi e difetti di ognuno e si convive perfettamente.
D. Sembra dare tutta se stessa in ogni suo ‘ruolo’, come se ogni volta si trattasse di un viaggio di iniziazione, come definisce i suoi spettacoli?
R. Un viaggio fantastico in mondi nuovi da scoprire.
D. E’ una donna ‘tradizionalista’ o ‘moderna’?
R. Per l’80% mi sento tradizionalista, in quanto mi piace tanto il perpetuarsi degli usi e dei costumi dei nostri avi che mi ricordano l’infanzia, i nonni...un mondo più incontaminato.
D. A teatro da spettatrice preferirebbe assistere ad un monologo di Loretta Goggi o di Mariangela Melato?
R. Se dovessi assistere ad uno spettacolo di varietà ritengo Loretta Goggi all’altezza della situazione.
Un classico lo vedrei più consono alla Melato.
D. Nell’insegnare recitazione a bambini, adolescenti e adulti cosa la porta a non perdere mai la calma?
R. E perché dovrei perdere la calma nell’insegnare a recitare.
Ci possono essere allievi più capaci di altri e, a questi ultimi non se ne può dare la colpa, bensì vanno incoraggiati con estrema calma e attenzione.
D. A primo impatto da cosa viene catturata dalla gente?
R. Dal sorriso che è capace di elargire nei rapporti interpersonali.
Non sopporto i “musoni”.
Non mi sembra giusto far ricadere sugli altri i problemi personali e su questo non transigo.
Infatti, anche ai miei allievi di ‘Fabbrica di stelle’, che essendo giovani sembrano sempre scontenti del mondo che li circonda e sono sempre tristi, impongo il sorriso quando entrano in sala recitazione.
Non si può essere attori se non si è capaci di scrollarsi di dosso la propria apatia.
D. Lei è una di quelle attrici che vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
R. Ho una visione diversa in base all’umore…a volte è tremendamente mezzo vuoto…ma continuo a sorridere ugualmente!