sabato 2 gennaio 2010

sabato 9 maggio 2009

Maurizio Maraglino autore di 'Senti-Menti'

Intervista esclusiva realizzata il 9 Maggio 2009 da Ilaria Solazzo a Maurizio Maraglino per ‘castzine’.

Maurizio Maraglino nasce nella terra di Puglia 26 anni fa e fin da bambino coltiva la sua più grande passione: la musica. Si avvicina ad essa come ascoltatore; successivamente decide di scrivere filastrocche, racconti e poesie che trasforma in testi per canzoni che accompagna con il suono della sua immancabile chitarra acustica, la quale sprigiona musica per le sue parole. Terminati gli studi universitari sprigiona il suo lato creativo ed inizia a concretizzare i suoi interessi e le sue passioni rivolti principalmente all’ambito della creatività giovanile. Vincitore di un premio della critica per un contest televisivo sul canale
satellitare di Sky e di un premio della giuria per l’opera poetica “Il mio cuore al discount” presente nel suo primo album musicale dal titolo ‘Senti-Menti’. Maurizio è ritornato a vivere a Massafra, in Puglia, dove lavora come libero professionista e cerca di affermarsi combattendo le difficoltà che tutti i giovani incontrano in una realtà come il sud Italia, cosi poco gratificante per gli artisti che vogliono imporsi in un contesto sociale e di lavoro. Maraglino porta avanti un sito/blog www.mauriziomaraglino.it, dedicato ai ragazzi del mezzogiorno all’interno del quale egli sprigiona liberamente i suoi pensieri e non solo.

D. Ti senti più musicista o scrittore?
R. Mi sento scrittore e cantautore allo stesso modo, visto che per fare il cantautore devi saper scrivere le canzoni e saperle musicare, io mi definisco più un “canta-poeta”. Musicista no; non ho mai studiato musica.
D. I testi delle tue canzoni sono centrati su storie differenti, segno che potrebbero anche essere profondamente autobiografiche. In che proporzione possiamo intravedervi realtà e fantasia?
R. Nelle mie canzoni scrivo quello che sento dentro di me, in un particolare momento, di una particolare sensazione, sono quasi sempre autobiografiche, ma velati da un inconfondibile tocco di fantasia, visto che con la mia mente, navigo spesso per oceani fantastici.
D. Ovviamente non demordi e continui a scrivere esattamente ciò che ti detta
la tua anima….Come scrivi le tue canzoni? Quali sono i temi che ti sono più
cari?
R. Sono un sentimentale, quindi il tema più ricorrente è quello dell’amore, non a caso il mio primo album si intitola Senti-menti, che sta proprio a sottolineare sarcasticamente come molto spesso non si ha il coraggio di sentire le emozioni per paura di viverle. E’ per questo che molto spesso le persone tendono a mentire sui senti-menti, ecco il gioco di parole. Ma negli ultimi tempi sto conoscendo sulla mia pelle nuovi ed interessanti temi che presto vorrò musicare.
D. Dunque il tuo messaggio, ciò che vorresti comunicare a chi ti ascolta, come lo potresti definire?
R. A me interessa comunicare con me stesso attraverso gli altri, si parla sempre di comunicazione, di meta comunicazione e delle sue varie forme. Siamo totalmente invasi da una società degli slogan e dei messaggi comunicativi, senza mai riuscirne a capire l’essenza. Non è importante secondo me, cosa si vuole comunicare, è importante il perché si vuole comunicare.
D. Sei mai stato “contestato” come cantautore? Come scrittore?
R. Si. Una volta sono stato “contestato” barbaramente da un mio amico, e ci sono rimasto molto male.
D. Che fai quando non canti, non scrivi, non suoni la chitarra acustica?
R. Mi piace molto leggere, sono appassionato di fotografia,adoro mangiare e conoscere nuovi locali enogastronomici. Sono un curioso, quindi tutto ciò che mi incuriosisce, scatena in me la voglia di approfondire.
D. Nel “dorato” mondo della musica c’è più fede o più superstizione?
R. Credo ci siano ambe due le cose in maniera uguale. Io personalmente credo più nella fede che nella superstizione...speriamo non porti male a dirlo.
D. I tuoi progetti per il futuro prevedono un prossimo incontro del pubblico con una tua scrittura o con le tue musiche?
R. Credo con la scrittura, ma di solito, a qualsiasi incontro, c’è sempre posto per la mia chitarra acustica.
D. Quali sono i tuoi obbiettivi e i tuoi progetti?
R. Adesso voglio dedicarmi al mio lavoro, alla crescita professionale e cercare di riuscire a farmi riconoscere in un contesto sociale sempre più difficile per i giovani come me, che vogliono arricchire e rendere ricchi la terra del Sud, la terra in cui vivo. Per la musica c è sempre tempo, le esperienze servono a far maturare i pensieri , che a sua volta servono a far partorire canzoni.
D. Un saluto per i lettori di ‘Intervistando’.
R. Auguro a tutti i lettori di “intervistando” e a tutti i giovani come me, di credere sempre in se stessi, di costruire i propri sogni, per vederli un giorno realizzati. Mettetevi i soldi da parte ed iniziate a comprarvi un paio di scarpe buone per tenere i piedi per terra ed un paio di ali per volare ogni tanto con il vento dell’entusiasmo.

domenica 15 marzo 2009

Paolo De Angelis, organista ed elaboratore di sintesi digitali del suono


Intervista esclusiva realizzata il 15 Marzo 2009 da Ilaria Solazzo a Paolo De Angelis per ‘castzine’.

Paolo De Angelis, organista ed elaboratore di sintesi digitali del suono è nato a Brindisi nel 1961. Ha compiuto gli studi musicali presso i Conservatori di Lecce, Mantova e Vicenza, diplomandosi in organo e composizione organistica, frequentando la prestigiosa scuola del M° Celeghin a Roma. Più volte vincitore di borse di studio e diplomi di merito; ha suonato per importanti stagioni concertistiche in Italia ed all’estero. Ha frequentato corsi di perfezionamento con L. Celeghin, L.G. Uriòl per la musica spagnola, H. Haselböck per la musica tedesca ed a Bruxelles per la musica romantica con J. Ferrard, D. Roth, B. Foccroulle e J. Verdin; ha frequentato con J. Galard del conservatorio di Parigi un corso di improvvisazione organistica guadagnando una menzione di merito. Ha partecipato ai corsi di organaria con il M° Tamburini e come delegato provinciale dell’Associazione Organistica Pugliese, si è interessato della tutela e restauro di organi monumentali.



D. Quando ha avuto inizio la tua carriera di musicista?
R. E’ difficile determinare il punto di partenza in quanto avendo un pianoforte in casa suonato da mia madre ho avuto sempre la possibilità di mettere le mani su una tastiera. Però ricordo che nell’estate del 1973, un paio di amici mi invitarono a fondare un gruppo Rock dove io sarei diventato il tastierista…in tutta fretta misi da parte due soldini e mi comprai una tastiera in plastica, insomma più un giocattolo che uno strumento musicale. Fortunatamente il padre del batterista del gruppo, già affermato musicista e batterista di Fred Buscaglione, notando la mia particolare propensione alla musica mi spinse affinché studiassi musica a livello professionale, ma i miei genitori a quel tempo non avevano risorse economiche per pagarmi le lezioni, così una mia zia amante della musica mi face da mecenate ed iniziai cosi a prendere le prime lezioni di pianoforte dal Maestro Panunzio il quale in seguito mi proiettò nel conservatorio per continuare gli studi accademici.
D. Quali sono state le tappe fondamentali della tua professione?
R. Paradossalmente non considero le tappe i miei punti di arrivo, ma i punti di inizio di qualcosa che mi ha entusiasmato. Come ad esempio l’aver avuto l’opportunità di studiare con il grande Celeghin il quale ha fortemente marchiato il mio spirito musicale, ma anche altri momenti come l’opportunità di insegnare e fare musica nelle scuole materne con bambini piccolissimi, cosa che ho fatto per tantissimi anni in quanto sono convinto assertore che la musica essendo un linguaggio va insegnato sin dalla tenera età. Altre tappe fondamentali sono state quelle di far musica per il teatro e mi riferisco alle prime esperienze avute con il compianto Francesco Sebastio con il quale realizzammo le colonne originali di commedie dialettali, proseguendo poi nei musical con Jenny Ribezzo ed interessanti performance con la regia di Maurizio Ciccolella. Un’altra tappa che mi ha dato l’opportunità di approfondire altri aspetti musicali e scenici è stata la lunga collaborazione con la scuola di danza di Claudia Giubilo con la quale abbiamo realizzato uno spettacolo che coinvolgeva simultaneamente 150 ballerine. Non posso dimenticare anche l’attività di organista sia come solista che con varie formazioni orchestrali e corali.
D. Quando hai capito per la prima volta che la musica sarebbe diventata lavoro?
R. Credo che questo lo debba ancora capire, perché considero tuttora la musica coma una parte della mia vita, un po’ hobby e un po’ un amore e non quel mestiere da lasciare fuori dalla porta di casa quando rientri.
D. Dove ha conseguito il Diploma di musica elettronica?
R. Presso il Conservatorio di Bari…ma anche questa è una storia particolare.
Ricordo che il mio fraterno amico di sempre e cioè Biagio Putignano, affermato compositore e professore di composizione sperimentale al conservatorio di Bari, mi convinse ad entrare nella classe di musica elettronica, tale circostanza per me è stato fondamentale in quanto mi ha permesso di far confluire due grandi interessi: la musica e la cibernetica. Questa cosa mi ha proiettato definitivamente nel mondo dell’elettronica realizzando una serie di sperimentazioni sia sulla voce umana che sul rumore bianco quello che comunemente chiamiamo fruscio riuscendo anche a realizzare partiture musicali partendo da fogli elettronici che normalmente vengono usati per scopi amministrativi e matematici fino ad avere la soddisfazione di vedere eseguite le mie idee al XIII Colloquium on Musical Informatics.
D. Di cosa ti occupi?
R. Di tutto cioè che attiene al suono ed al rumore anche perché il confine tra questi due concetti non esiste.
D. In qualità di docente dove ha insegnato?
R. Inizialmente nelle scuole medie di Brindisi, ma anche nella scuola di musica “ G. Frescobaldi”, sia teoria della musica ma anche tenendo i corsi “Clavinova” della Yamaha. Parallelamente ho anche svolto attività di musicoterapia per conto dell’AUSL/BR1 ed in numerosi progetti di musica per l’infanzia.
D. Per oltre 20 anni ti sei occupato dell’apprendimento della musica nell’età neonatale e preadolescenziale, per conto dell'Amministrazione Comunale di Brindisi hai avviato un laboratorio ritmico-sonoro-musicale rivolto a bambini dai 3 ai 5 anni. Sei stato docente del corso di storia della musica presso l’Università della terza età di Brindisi, dei corsi di propedeutica musicale per insegnanti di scuole materne ed elementari presso il V Circolo di Brindisi e di educazione sonoro-ritmica presso scuole di danza. Una vita piena di impegni. Cosa ci puoi raccontare in più?
R. Mi piace vivere la musica a 360°, in tutte le sue sfaccettature. In realtà attualmente mi diverto anche a suonare gli strumenti idiofoni presso la Wind Orchstra di Castel Goffredo ed ho ripreso a suonare in un gruppo Rock in provincia di Brescia.
D. Sei un musicista piuttosto eclettico, spazi dalla musica rinascimentale a quella elettronica a quella per bambini, come mai?
R. Credo che la formazione di un musicista debba essere a largo raggio, seppur ogni musicista, poi, intraprende e approfondisce determinati aspetti. Gli studi accademici mi hanno fatto apprezzare i segreti della musica antica che per me rimangono le basi solide, tecniche, analitiche ed esecutive che poi ti permettono lo slancio verso qualsiasi strada si voglia intraprendere con e per la musica.
L’esperienza mi ha fatto ricredere su molti preconcetti nei confronti della musica contemporanea, credo che un musicista non possa tenere presente un repertorio che arriva fino al romanticismo cosi come purtroppo prevedono molti piani di studio, forse l’orecchio moderno è rimasto un po’ indietro rispetto alle nuove esperienze musicali e risulta più facile disdegnare nuove musiche che fare quello sforzo intellettuale tanto da agganciarci al presente o proiettarsi nel futuro sfruttando nella composizione ed anche nell’esecuzione musicale anche le nuove tecnologie e mi riferisco alle enormi possibilità che offre l’assistenza di un computer o dell’elettronica.
Insomma un musicista, oggi, non può più limitarsi ad usare un pentagramma o uno strumento tradizionale, e un po’ come se un ingegnere volesse progettare edifici a più piani utilizzando la pietra viva e fango misto a paglia al posto del cemento, sicuramente oggi prevede materiali di nuova concezione salvo che non si voglia costruire un abitazione in stile antico che comunque resta una scopiazzatura e forse anche un plagio storico. È questo che oggi mi fa un pò storcere il naso, ascoltare compositori che scrivono in stile ormai desueto parodiando anche in proprio esecuzioni di brani in stili ormai abbandonati. Chiaramente questo mio pensiero trova terreno fertile anche negli allievi ed in molti colleghi con i quali condivido questi principi e l’entusiasmo. Solo in questa maniera riusciremo meglio a comprendere e fruire delle opere di compositori come Messiaen o Berio evitando cosi con molta faciloneria e disimpegno a definire “rumore” non comprendendo che ormai non esiste più il confine tra rumore e musica, concetto questo già abbattuto dai tempi di Mozart.
D. La tua versatilità ti ha consentito di spaziare su vari generi musicali. Hai infatti avuto il piacere di collaborare come tastierista con vari musicisti famosi. Ma quali sono i compositori ai quali ti senti particolarmente legato? Perché?
R. In passato ho collaborato con il tenore Edoardo Guarnera e con Franco Fasano che molti ricorderanno come raffinato autore di brani vincitori a Sanremo ed interpretati da Anna Oxa, Fausto Leali, Mina ed altri grandi del panorama musicale, ma dal punto di vista classico mi sento molto vicino alla spiritualità e severità di Bach; due mondi diversi, ma coesistenti e che convivono in me.
D. Da che cosa parti in genere, qual è lo spunto, l'intuizione da cui prende avvio di solito il tuo lavoro?
R. Ogni volta parte da una sfida con se stessi o dall’osservazione di un piccolo particolare o dalla voglia di realizzare qualcosa che mi diverta.
D. Quali musiche ascolti?
R. Fortunatamente posso pescare in una collezione sterminata di musica che posseggo e che colleziono da anni. Ascolto indifferentemente dalla musica medioevale al progressive italiano degli anni ’70 alla musica d’avanguardia o minimalista seppur molte volte ascolto molto piacevolmente il suono dell’acqua che scorre in un corso d’acqua proprio sotto la mia finestra
D. Il tuo musicista preferito?
R. Olivier Messiaen, il quale ha saputo fondere la musica indiana e greca ed introducendo delle proprie scale musicali gli ha permesso di esplorare le relazione tra l'udito e gli altri sensi, realizzando una musica sinestetica in cui l'incontro e la sovrapposizione di suoni crea l'impressione di vedere ben determinati accostamenti di colore con usi innovativi di ritmo, melodia e armonia.
D. Quale è stata la spinta che ha mosso il tuo interesse verso la cultura
musicale?
R. L’aver compreso che la musica è un linguaggio che a volte ci consente di parlare anche contemporaneamente e di poter dialogare anche con chi parla un’altra lingua.
D. Può dare dei ragguagli sul mondo della musica in Italia?
R. In Italia abbiamo ancora dei grandi talenti musicali, del resto lo siamo sempre stati forse per motivi genetici, ma incredibilmente i media continuano a veicolare livelli molto bassi perché evidentemente sono di elementare fruizione e facile consumo per non parlare di chi ha il compito di dirigere la cultura e che per sedere su determinate poltrone fa di tutto per mantenere basso il livello intellettuale ignorando proposte ed innovazioni culturali. Per i musicisti intellettuali è sempre molto difficile trovare degli spazi e come al solito si creano varie nicchie che devono essere ricercate dagli ascoltatori e dagli amanti della buona musica.
D. Cos’è che ti ha spinto ad investire la tua ,vita in un mondo così incerto, in cui tutto è aleatorio, anziché in una professione che ti avrebbe dato una vita tranquilla ed un guadagno fisso?
R. La libertà e l’autodeterminazione di questa professione che sono beni impagabili.
D. Qual è il concerto più bello a cui hai assistito negli ultimi tempi?
R. Pochi giorni fa ho assistito al concerto di Franco Battiato che ammiro da sempre per l’incrollabile maniera di porgere la sua filosofia di vita.
D. In passato hai affermato: “Non voglio sentirmi intelligente guardando dei cretini,
voglio sentirmi cretino guardando persone eccellenti”. Puoi motivarmi tale affermazione?
R. E’ la chiara ricerca di rapportarsi con gente di pregio, gente che ti arricchisce e dalla quale c’è tanto da assorbire.
D. Preferisci suonare un pianoforte o un organo?
R. Due strumenti tanto simili quanto differenti; il pianoforte riesce ad amplificare meglio un messaggio o uno stato d’animo mentre l’organo essendo una macchina complessa ti trasporta fisicamente nella sua potenza, insomma è come avere un’orchestra da pilotare con la punta delle dita ma rimangono due emozioni diverse.
D. Attualmente di cosa ti occupi?
R. Insegno presso l'istituto comprensivo di Castel Goffredo (MN) e Pianoforte presso la scuola di musica del comune di Medole (MN) inoltre suono in vari organici strumentali e collaboro con un gruppo teatrale, ma fortunatamente rubo il tempo a me stesso per dedicarlo ai vari hobby: dalla fotografia ad i progetti informatici…ad associazioni di azione culturale, ma quando voglio far venire il cardiopalma alla mia compagna vado a volare.
D. Progetti futuri?
R. Molti… innanzitutto portare a termine entro i prossimi due anni un grosso progetto di digitalizzazione scolastica nel quale lavoro da quattro anni e per il quale tengo dei corsi di informatica per i docenti. Ma vivere la musica ancora a 360°è il progetto che mi entusiasma di più.

sabato 21 febbraio 2009

Luigi D'aprile un musicista a 360°



Intervista esclusiva realizzata il 21 Febbraio 2009 da Ilaria Solazzo a Luigi D’aprile per ‘castzine’.

Musicista, compositore, pianista, cantante ed animatore, è iscritto dal 2000 alla SIAE ed all’ENPALS come autore e compositore. Luigi D'aprile nasce il 28 Marzo del 1976 sotto il segno dell' ariete. Ama cantare e suonare il pianoforte, passione trasmessa dal padre musicista. Luigi inizia a strimpellare la diamonica ad orecchio all' età di quattro anni. A sei anni il padre decide di farlo seguire dal M° Carito stimato trombettista facendogli conoscere le prime nozioni di base. Successivamente viene seguito dal Prof. Selicato, (Direttore D'orchestra della Compagnia lirica di Roma), che lo prepara e lo presenta presso il Conservatorio di Lecce per teoria , solfeggio e studio del pianoforte classico. All'età di 12 anni suona l'organo a canne accompagnando cori liturgici in diverse chiese della provincia di Brindisi ed anche a Roma alla presenza del Papa. Le prime esperienze da Pianobar risalgono ai suoi 17 anni, all’epoca si esibiva come cantante e pianista suonando in locali della provincia in occasione di matrimoni – ricorrenze - feste di piazza. Nel 1998 sale per la prima volta sulla Nave da Crociera "EGNATIA II" della compagnia Greca Hellenic Mediterranean Lines intrattenendo con musica ed animazione i passeggeri percorrendo tutte le isole greche. In occasione del Capodanno 2000 si esibisce al "GRAND HOTEL HOLIDAY PALACE"di Corfù. Nei periodi estivi Maggio-Settembre dal 2001 al 2004 allieta le serate sulle navi da crociera"Media II Ouranos-Posedonia Egnatia III. Nel 2003 partecipa al Festival Nazionale del Pianobar Live di San Gineto nel Cosentino classificandosi nelle migliori dieci voci. A presentare la serata lo showman Walter Nudo e l'attrice Samantha de Grenet manifestazione dedicata al grande Domenico Modugno.Ospite d'eccezione Matia Bazar - Edoardo de Crescenzo - Ivana Spagna. Diventa direttore artistico, (sezione musica), per l’associazione culturale di Brindisi "Liberi Artisti Brunda", (Commedie in vernacolo). Nel periodo Estivo del 2005 si esibisce come solista e come animatore presso il villaggio turistico di Rosa Marina, (Ostuni). Ritorna ad allietare i passeggeri nel 2006 sulla nave "Elli T" compagnia "Endeavor Lines". Attualmente si esibisce in tutta Italia.

D. Come si è avvicinato per la prima volta all’arte musicale?
R. Mi sono avvicinato all’arte della musica quando avevo appena quattro anni. Mio padre è stato anche lui un musicista, quindi sono stato sempre circondato da strumenti musicali.
D. Tornando indietro nel tempo avrebbe gestito i suoi inizi in modo diverso?
R. No. Sono contentissimo di quello che ho fatto...ed ora mi godo i risultati.
D. Che ricordi ha delle sue esperienze musicali?
R. Sono tanti i ricordi e le soddisfazioni che ho avuto grazie alla musica, ma la cosa più
buffa risale a quando ero piccino. I miei genitori mi portavano a casa dei loro amici ed io ero sempre il piccolo musicista della situazione. Tutti amavano vedermi esibire al pianoforte.
D. Le canzoni che scrive sono piuttosto varie e si sentono diverse influenze. Cosa l’ispira?
R. Scrivo sempre musiche diverse, perché se mi accorgo che non mi piacciono non faccio alcuna fatica a cambiarle di genere.
D. Che metodo segue per comporre?
R. Di solito quando compongo non uso metodi ma solo le mie emozioni.
D. A suo avviso, per quale motivo Fabrizio De Andrè ha lasciato una traccia indelebile nella cultura
musicale italiana?
R. Fabrizio è stato un artista meravigliosa, un grande cantautore. Ha colpito i cuori della gente con la sua musica.
D. Una curiosità: è un musicista, ma anche un divoratore di musica. Cosa ascolta quando è in auto?
R. Sinceramente sento solo i cd che piacciono a me…la radio quasi mai, perché è diventata monotona.
D. Se dovesse acquistare dei dischi di giovani band, quali consiglierebbe?
R. La musica è soggettiva. quindi ognuno deve acquistare liberamente quello che più gli piace.
D. Oggi chi è e cosa si promette per il suo futuro di uomo e musicista?
R. Sono una persona normalissima, un uomo con tanti sogni nel cassetto, ma anche un musicista ‘pazzarello’ …scherzo! In questo momento il desiderio più grande sarebbe quello di poter portare sul palco dell’Ariston di Sanremo una mia composizione musicale.

lunedì 26 gennaio 2009

Davide Nania, un giovane filmaker





Intervista esclusiva realizzata il 26 Gennaio 2009 da Ilaria Solazzo a Davide Nania per ‘castzine’.



Davide Nania ha 21 anni, è nato a Ginevra ed è un regista che ama il campo dello spettacolo in ogni sua forma. Ha tantissimi interessi che variano dalla letteratura all’antropologia, dal viaggiare al girare video. Timido con le ragazze, estroverso con gli amici, adora tutto ciò che è arte e creazione umanistica. Si sente stretto nel suo paesino e non vede l'ora di poter vedere il mondo più da vicino. La sua musica preferita è: Rock (Lostprophets, My chemical romance, Yellowcard, Blink 182, Sum 41, Green Day, Linkinpark, The Hives...), ma in generale ascolta di tutto. I programmi TV che segue sono: I simpson, I griffin, Scrubs, Dott. House, Blob, ma se si parla di film le cose cambiano: “Il sesto senso”, “Arancia meccanica”, “Io robot”, “Il signore degli anelli”, sono solo alcuni dei suoi preferiti. Per ciò che riguarda i libri da lui letti troviamo: “Il cavaliere inesistente” di Italo Calvino, “L'inferno” di Dante Alighieri, “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie,
“L'importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde e “La Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso. Una personalità complessa da conoscere meglio.

D. Chi è Davide Nania?
R. Sono nato il 13 Giugno del 1988 a Ginevra, in Svizzera.
D. Come mai tua madre partorì fuori Italia?
R. Sono nato in Svizzera perché mio padre era lì per lavoro, ma i miei genitori sono entrambi brindisini d’adozione da quando erano piccoli.
D. Sei nato a Ginevra ma quando hai visto per la prima volta l’Italia?
R. Nel 1994 la mia famiglia si trasferì a Sala Bolognese, nella provincia di Bologna, dove vivo tuttora.
D. A che età inizi ad appassionarti d’arte?
R. Nel 2002 finite le scuole medie mi iscrivo al liceo scientifico P.N.I. dell’ISIS Archimede, a San Giovanni. Qui comincio a sviluppare la mia passione per il teatro e per il cinema, iscrivendomi ad entrambi i corsi extrascolastici, (di teatro e cinema appunto), per tutti e 5 gli anni.
D. Il corso di teatro da chi fu tenuto?
R. Dal regista teatrale Andrea Cortesi, noto fra l’altro per essere stato un partecipante al gioco televisivo “Passaparola”. Ricordo che sotto la sua guida vincemmo un premio speciale della giuria ed anche un premio come miglior sceneggiatura in due diversi concorsi per lo spettacolo “La settimana studio”.
D. Ed il corso di cinema?
R. Dal regista Roberto Roppa, collaboratore, fra gli altri, del regista Pupi Avati.
D. Cosa accadde contemporaneamente nella tua vita in quel periodo?
R. Partecipai con parti secondarie ad alcune recite con la “Deficent Century Fox”, compagnia teatrale della parrocchia del mio paese.
D. C’è un anno che ritieni significativo per la tua formazione? Perché?
R. Il 2004, perché dopo un provino fui scelto da Roberto Roppa come protagonista del film “Oltre la rete”. La sceneggiatura fu scritta dai ragazzi del progetto cinema dell’ISIS Archimede. Il film fu proiettato al cinema Giada nel settembre 2005 ed ottenne critiche molto positive. La sensazione di vedermi sul grande schermo mi entusiasmò tanto da influenzare in modo definitivo il mio progetto esistenziale. Noi attori fummo inoltre ospiti di una puntata speciale del programma “Screensaver”, andato in onda il 3 Maggio 2006.
D. Trascorso quel momento di notorietà cosa decidesti di attuare?
R. Nel 2005 pochi giorni prima della proiezione del film “Oltre la rete”, io e due miei amici, Dario Bettocchi ed Andrea Cinelli detto ‘Ciccio’, ci riunimmo un pomeriggio per chiacchierare. Dario aveva portato una telecamera, così quasi per scherzo nacque il nostro primo cortometraggio, dal titolo “Capppuceto Roso”, (non è sbagliato si scrive proprio così con 3 “p”), una parodia della famosa favola.
Quello che doveva essere solo lo svago alternativo di un pomeriggio diventa un progetto serio: nasce la DDC films (Dario, Davide ‘n Ciccio films). Nei mesi successivi girammo “Il buono, il neutro e il malvagio” e “E’ sempre Christmas”.
Nel 2006 con l’entrata di un nuovo membro la DDC films cambia nome, per acquisire quello che poi diventerà definitivo ovvero: “DxS” che sta per ‘Dementi per Scelta’.
Purtroppo i miei gravi problemi di salute in quel periodo ci permettono di dar vita solamente al mediometraggio “TgL”, (una parodia dei telegiornali).
D. Dopo il diploma avevi due opzioni: lavorare o continuare a studiare, tu cosa scegliesti?
R. La seconda, infatti mi iscrissi al corso di “Scienze Antropologiche” presso la facoltà di Lettere di Bologna.
D. Nel 2008 mi racconti che finalmente la tua salute torna a brillare, quindi sei carico di energie tanto da…?
R. Be nel mese di Aprile creo con i miei amici e colleghi “Il pomeriggio di italia 1”, demenziale presa per i fondelli dei cartoni giapponesi e della pubblicità che funge da intermezzo. Il numero degli aderenti al progetto da quattro passa a nove.
Nell’ottobre dello stesso anno decido di scrivere il copione di un lungometraggio complesso da realizzare con i miei mezzi, con molti ruoli…amplio in questo modo il giro dei partecipanti alla “DxS”. Il risultato è che le riprese, iniziate a metà Dicembre, devono ancora terminare in quanto l’intervento di 20 attori e di una quarantina di comparse, tutti selezionati dal mio giro di amici, (che per fortuna è vasto), mi fa comprendere la complessità dell’opera. Mi rende felice nonostante tutto l’entusiasmo dei partecipanti. Le riprese del film termineranno probabilmente a Giugno, e il film verrà proiettato ai primi di Settembre.
D. Ed in qualità di attore cosa farai?
R. Nei mesi di Luglio ed Agosto del 2009 parteciperò al film diretto dal regista Marco Nocera, (mio amico e “collega”), nel quale interpreterò uno dei quattro ragazzi protagonisti.
D. Tutti i cortometraggi ed i lungometraggi della DDC films/DxS da chi sono stati scritti e diretti?
R. Da me, i miei amici mi hanno aiutato limando dei dettagli o aggiungendo qualche Gag. Ovviamente vi ho partecipato anche come attore, sia con parti principali che secondarie.
D. Le tue produzioni di che genere sono?
R. Comico - parodico.
D. Da chi ha ricevuto in eredità l’amore per l’artificio dello spettacolo?
R. E’ una passione nata abbastanza spontaneamente in me, ma devo dire che i miei genitori hanno sempre appoggiato e incoraggiato le mie passioni. Inoltre anche loro hanno il loro passato in campo artistico. Mia madre ha studiato all’accademia delle belle arti di Lecce e mio padre da giovane si divertiva a scrivere recite teatrali e canzoni per chitarra.
D. Generalmente come è organizzata la tua giornata?
R. L’università mi permette di avere orari molto elastici, quindi non ho uno schema preciso. Comunque dedico molto tempo a quelle che sono le mie passioni, cioè girare video e scrivere, (non solo copioni, ma anche racconti, poesie, romanzi), tranne durante il periodo di preparazione agli esami, in cui metto da parte gli impegni per concentrarmi sullo studio.
D. Qualche buona lettura che vuoi consigliare ai lettori di ‘Intervistando’?
R. Come opere legate al teatro, (genere che amo molto), mi sento di consigliare, oltre ad un classico immortale come l’Otello di Shakespeare, “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde e “Aspettando Godot” di Beckett. Inoltre consiglio, a chi non l’avesse ancora fatto, di leggere un capolavoro come “Il signore degli anelli” di J.R.R.Tolkien: trovo che il suo modo di narrare storie sia assolutamente ineguagliabile, era un uomo con una fantasia e una genialità non comuni.
D. Il tuo stato d'animo dominante è?
R. L’ansia. Qualunque cosa faccio tendo ad essere molto ansioso. Cerco di fare le cose sempre come voglio io e finisco per pretendere troppo anche da me stesso.
D. Quando sei scoraggiato che fai?
R. Cerco di rialzarmi, sempre. Una delle poche caratteristiche di cui sono orgoglioso è la mia capacità di farmi coraggio e rialzarmi rafforzato dall’ennesimo fallimento, pronto per ricominciare.
D. Un motto, un pensiero che ti contraddistingue?
R. Ieri è storia, domani un mistero, ma oggi è un dono. Ecco perché si chiama presente.
D. La regola che preferisci infrangere?
R. Quella dell’uniformarsi al gregge. Al mondo d’oggi tutti seguono come caproni la massa, oppure nel tentativo di allontanarsene si uniformano lo stesso sul fronte opposto. Io tento sempre di ragionare con la mia testa, non accetto “verità rivelate” da altri.
D. Hai mai fatto qualcosa a qualcuno di cui poi ti sei pentito?
R. Si, tantissime. La cosa di cui mi vergogno di più è stata la volta che ho rovinato il rapporto con un mio amico per colpa della mia gelosia verso una ragazza.
D. Nella tua valigia cosa non manca mai?
R. Una penna, un bloc notes e tanti, tantissimi sogni.
D. Non puoi fare a meno di…?
R. Uscire con gli amici e cercare sempre di conoscere nuove persone.
D. Ti comunicano che mancano tre ore all'impatto con un gigantesco meteorite, che fai?
R. Organizzo al volo una festa pazza con musica, alcolici e chi più ne ha ne metta. Chiamo i miei amici e passiamo le ultime tre ore nel modo più bello ed allegro possibile. Se non c’è niente da fare a cosa serve disperarsi?!
D. Sogno nel cassetto?
R. Diventare un grande attore, un grande regista o un grande scrittore, (dipende da dove la fortuna mi darà una mano).
D. Progetti futuri?
R. Sto realizzando un romanzo, il film di cui ho già parlato sopra, e spero di mettermi in mostra presto partecipando a concorsi per cortometraggi e racconti.
D. Cosa ti aspetti dal futuro?
R. Di non dover mai guardare indietro e scoprire che ho sprecato la mia vita senza far nulla. La vita è imprevedibile e vola via. Non rimpiangerò i miei errori, perché servono a maturare, ma penso che sprecare la vita passivamente sia la cosa peggiore che si possa fare.