giovedì 10 luglio 2008

Antonio Solidoro, il manager del Mediterraneo Art Festival




Intervista esclusiva realizzata il 10 Luglio 2008 da Ilaria Solazzo ad Antonio Solidoro per ‘castzine’.

Antonio Solidoro, personaggio cardine del Mediterraneo Art Festival “Premio la Vela Latina”, è un uomo fortemente motivato e convinto che lavorare seriamente ripaghi delle fatiche spese in energia vitale e materiale.
Persona libera, colta ed intelligente è un brillante innovatore.
Sorridente, cordiale e professionale incarna perfettamente il ruolo del manager moderno.

D. A chi è venuto in mente di dar vita al ‘Mediterraneo Art Festival’?
R. Sinceramente è una idea di Giorgio Tricarico che possiamo considerare il Patron della manifestazione, è lui che ha trascinato in questa esperienza prima lo scenografo e pittore Pino Nardelli e poi me, in una iniziativa che ormai da tempo immaginava di fare nella nostra città.
D. Per quale motivo il premio ha preso il nome di ‘La vela latina’?
R. Anche la Vela Latina , si unisce al pensiero iniziale di Giorgio, è un emblema della nostra città d'acqua, importante mezzo di trasporto usato in tempi lontani sia per la pesca ma anche per il trasporto delle merci.
Le vele spiegate al vento, verso un orizzonte segnano il cammino e per noi simboleggiano una rotta precisa e determinata proprio come la carriera di un personaggio che fortemente vuole riuscire e alla fine si afferma nella sua professione.
D. Qual è l’intento di questa manifestazione?
R. La manifestazione nasce per dare un riconoscimento a persone che hanno un merito professionale sia esso nel mondo artistico, culturale, imprenditoriale o altro.
Anche questa seconda edizione abbiamo premiato perone della nostra terra.
Quasi tutte affermate e molto conosciute altrove e per noi è doveroso renderle note anche nella nostra città.
D. Oltre a lei che è colui grazie al quale è stato possibile realizzarlo a chi si sente di dover dire grazie?
R. Per ora , oltre agli amici Giorgio Tricarico e Pino Nardelli che insieme allo staff organizzativo sono il cuore della manifestazione, mi sento in dovere di ringraziare in maniera particolare e calorosa gli Sponsor.
Sono loro che effettivamente ci hanno permesso di realizzare questi primi due progetti ed è a loro che noi dobbiamo ringraziare,
ma senza dimenticare l'importante patrocinio e promozione della Regione Puglia tramite l'Assessorato al Mediterraneo.
Voglio ricordare che l'assessore Silvia Godelli ha partecipato alla nostra prima edizione ed ha sostenuto anche la seconda edizione. Abbiamo ricevuto parole di apprezzamento e di stime proprio dalla dott.ssa Godelli che ringraziamo pubblicamente.
D. Quest’ iniziativa lodevole è alla sua seconda edizione, rispetto allo scorso anno la location è differente, come mai avete ritenuto opportuno collocare il tutto in un teatro?
R. La scelta è stata condizionata da problemi di baget, quest'anno non abbiamo avuto il medesimo sostegno della precedente manifestazione e tantomeno potevamo far fronte ai notevoli costi che comporta organizzare una manifestazione all'aperto come quella prodotta l'anno scorso nel porticciolo turistico.
E' quindi è stata una scelta voluta altrimenti avremmo dovuto rinunciare e questo sarebbe stato un danno maggiore per la città e per tanti che si aspettavano da noi una seconda edizione.
D. Quando ha avuto il suo primo approccio con il ‘Mediterraneo Art Festival’? Perché?
R. Fin da subito gli amici Giorgio e Pino mi hanno voluto coinvolgere , la manifestazione è nata da una idea su carta divenuta un progetto e trasformata in realtà il perché lo dovresti chiedere agli amici che mi hanno coinvolto.
Per me è stata una prima esperienza in questo settore diventata poi una sfida a cui ho creduto fortemente, perché ho visto la bontà dell'idea, la volontà delle persone che mi circondavano.
D. Coordinare ed organizzare un progetto di tale entità cosa apporta alla sua persona? Ed al suo lavoro?
R. L'impegno è notevole alla fine resta solo una grande soddisfazione testimoniata dalle persone che partecipano ed apprezzano lo sforzo organizzativo e la bontà della serata offerta.
Grande entusiasmo lo percepiamo proprio dalle persone che noi premiamo e dai loro cari che apprezzano con gioia questa dimostrazione di stima ed affetto.
Il mio lavoro è tutt'altro, l' associazione di categoria ‘Confartigianato’ che dirigo, si occupa di tante altre attività e servizi,
questa manifestazione rientra in un programma rivolto al sociale al quale noi dedichiamo molta attenzione.
D. Brindisi è una città che ha voglia di crescere, di mettersi in gioco, di emergere, lei ritiene che la vostra idea possa dare una mano in questo alla cittadinanza?
R. Io penso che ogni iniziativa privata insieme a quelle della pubblica amministrazione, possano essere un valido contributo per la crescita di un territorio.
Brindisi è una città che merita di crescere, tutti dobbiamo contribuire nel nostro piccolo affinché questo si verifichi.
D. Pensa che il pubblico ha apprezzato ed apprezzi i sacrifici fatti da ognuno di voi per l’attuazione di questo premio innovativo?
R. Ora che abbiamo celebrato anche la seconda edizione, posso affermare con certezza che la manifestazione è stata molto apprezzata e già oggi ci invitano in tanti ad organizzare una terza edizione.
D. Progetti per il futuro?
R. Progetti ce ne sono tanti, spesso mi vengono proposti dall'esterno del nostro sistema.
Personalmente non dico mai di no, ma ad ogni progetto bisogna dare le gambe e spesso le persone si aspettano che tu faccia quello che loro hanno pensato e magari poi godersi i risultati, purtroppo non funziona così.
Sicuramente cercheremo di lavorare fin da subito per una terza edizione del ‘Mediterraneo Art Festival’, ma abbiamo anche intenzione di organizzare qualche altro evento nell'ambito della moda, ma preferisco non parlarne.
D. Sogno nel cassetto?
R. I sogni sono una bella cosa, ma spesso lontana dalla realtà.
Mi accontento di vivere la vita che sto vivendo già ricca di soddisfazioni personali ed ampiamente impegnata professionalmente.
Se dovessi vincere al superenalotto ..........

martedì 8 luglio 2008

Sebastian Gonzalez, DJ a Ciccio Riccio



Intervista esclusiva realizzata l’8 Luglio 2008 da Ilaria Solazzo a Sebastian Gonzalez per ‘castzine’.

Ho incontrato l’artista Sebastian da sempre intento a perseguire il suo unico obiettivo: "far divertire la gente".
Seb, (come lo chiamano gli amici in radio), ha gentilmente risposto alle mie domande sul suo lavoro e sui suoi progetti futuri.

Sebastian Gonzalez è nato il 15 gennaio 1979 a Quito, Equador da padre cileno e da madre francese.
Seb ha fatto della multiculturalità un suo pregio.
Fino ad ora ha vissuto in cinque paesi ed è approdato nella città di Brindisi dove vive con la sua compagna e la loro bella bambina.
Gonzalez ha deciso di fare della musica la sua vita: suona il basso in maniera sublime ed è tecnico del suono. Sebbene sia aperto a tutti gli stili di musica, cerca soprattutto l'avanguardia e la bellezza tecnica.

D. Ciao Sebastian, quando hai deciso di diventare DJ?
R. Ciao Ilaria, anzi tutto devo dirti che non mi considero un DJ, nel senso che chi fa generalmente questo mestiere insegue determinate cose che non sempre combaciano con quelle che cerco io.
Per me la radio è un mondo bellissimo, perché mi da la possibilità di comunicare in un modo che altri mezzi anche più popolari non riescono ad avere.
D'altra parte in un certo modo io ho incentrato la mia vita nella musica.
Lavorare in un emittente mi permette di stare sempre in contatto con tante cose che riguardano il mondo musicale.
D. C'è qualche DJ del passato (o del presente), un punto di riferimento, cui ti ispiri nell'affrontare il tuo lavoro?
R. Guarda, sì e no, nel senso che mi piace molto ascoltare il lavoro di altri DJ per coglierne elementi interessanti.
Ricordo anche il lavoro di un paio di personaggi molto importanti per la scena rock-alternativa in Cile,
effettivamente forse di loro ho cercato di prendere il modo di entrare nel mondo musicale per raccontarlo da dentro, ma non posso dire di avere un riferimento in particolare.
D. Come e quando è nata la tua passione per la musica?
R. In un certo senso è stata sempre presente, perché i miei genitori hanno sempre ascoltato tanta musica e io sin da piccolo mi sono trovato in mezzo a suoni che venivano da tutto il mondo.
Poi quando ho compiuto 12 anni ho deciso di buttarmi nella musica e quindi ho imparato a suonare prima la chitarra e poi il basso, che sono delle mie passioni.
D. C’è un disco che ti ha particolarmente segnato?
R. Sicuramente uno dei mie tratti caratteriali è quello di non aver delle icone assolute.
Ci sono dei dischi che mi hanno segnato, che rappresentano un'epoca particolare della mia vita, ma mi è impossibile scegliere uno solo.
Posso nominarti il Led Zeppelin 4, il Seventh son of a seventh son dei Iron Maiden, il Awake dei Dream Theatre, il Discipline dei King Crimson e di recente un disco chiamato "Hungría" di un bravissimo cantautore elettronico cileno che si chiama Gepe.
D. Come definiresti la musica che proponi nel tuo spazio in radio?
R. Allora, anzi tutto chiarisco che in questi momenti dispongo di due spazi molto diversi in radio: il primo è una trasmissione di richieste ed il secondo, che è quello che mi da più soddisfazioni, è una trasmissione che si chiama "Ciccio es Riccio" che si occupa di musica proveniente dal mondo iberoamericano.
Dunque non posso dare una definizione a quella musica, perché propongo con la stessa facilità un pezzo rock come uno elettronico o come una salsa, l'importante è che provenga da questa porzione geografica.
D. Come reagisce la gente quando sei in diretta radiofonica a ‘Ciccio Riccio’?
R. La cosa bella della radio è che le reazioni che riesci a coglierle, perché sono diversissime.
Senz'altro per il mio accento, il primo impatto è quello di sentire un qualcosa di esotico, dopo di che c'è chi trova tranquillità e gioia nella mia voce, come chi forse non riesce ad entrarvi in sintonia.
D. Parliamo dell'estate, hai in mente di proporre qualcosa di particolare per il tuo pubblico?
R. Domenica 6 Luglio ho festeggiato le prime 100 puntate della mia trasmissione ‘Ciccio es Riccio’ offrendo uno spazio pieno d'interventi di musicisti e personaggi provenienti da diversi posti del mondo…è stato molto bello.
A livello musicale a me piace la contaminazione e per l'estate credo che le migliore cose sono quei pezzi molto "cool", dove si mescola l'elettronica con la bossa-nova o il tango o il jazz, elegante e fresco.
D. Quale sarà la musica che ascolteremo prossimamente nella tua trasmissione?
R. Come dicevo prima, quello che gira è di tutto, ma ultimamente cerco di portare ad ogni puntata un'intervista, la prossima sarà con un gruppo di Venezuela che si chiama ‘Turbostereo’ che sta tenendo un grandissimo successo.
D. Cos'è cambiato in te dai tuoi esordi? E cosa è cambiato invece nel settore?
R. Allora, per quanto mi riguarda la cosa essenziale è che ho dovuto aprire molto la mia testa.
Prima provavo predilezione per certi generi definiti ed anche se mi reputo una persona abbastanza aperta era facile andare a finire sempre nelle stesse cose.
Con il tempo avendo la possibilità di contattare tanti bravi artisti, ho imparato ad ascoltare tutto con un orecchio neutro, e così ho scoperto tante cose bellissime alle quali forse prima non sarei mai arrivato.
Parlando del settore, invece, da quando ci sto dentro, ovvero da quando ci lavoro, non credo che siano cambiate molte cose.
Credo che la musica a livello globale vive sempre di più un monopolio mostruoso e purtroppo oggi non si parla di talento, ma semplicemente di "prodotto" e dunque quello che interessa è vendere, e le radio sono entrare a far parte di questo.
E' sempre più difficile trovare degli spazi dove si giri musica diversa a quella che si ascolta ovunque.
D. L'avvento di internet e del fenomeno mp3 è stato un bene o un male, a tuo avviso, per la radio?
R. Direi che è un bene, dall'ottica della radio per due motivi:
da una parte internet permette di conoscere delle realtà musicali che prima non avrebbero avuto modo di essere conosciute in tutto il mondo, c'è la possibilità di entrare in contatto più facilmente con gli artisti; d'altra parte anche per la radio internet è una porta aperta a nuovi orizzonti.
Se prima, ad esempio, riuscivi ad essere ascoltato soltanto dove arrivava il segnale della tua emittente radiofonica adesso riesci ad essere seguito da tutto il mondo, basti pensare che la mia trasmissione fino ad ora ha avuto ascolti provenienti da ben quattro continenti diversi.
D. Quali consigli ti senti di dare a chi vuole intraprendere una carriera da DJ?
R. Anzi tutto l'apertura musicale, cioè bisogna essere pronti ad ascoltare di tutto cercando di capire tutto.
Dopo di che sono diverse le cose importanti: la genuinità, la gioia di fare questo mestiere e la capacità di capire.
D. In quale trend ti identifichi?
R. Come sicuramente hai visto fino a questo momento mi è molto difficile cercar di rinchiudermi in certe categorie, cerco di prendere le cose buone di tutto senza buttarmi mai in qualche cosa in particolare.
D. Quali sono i tuoi programmi imminenti?
R. I consueti appuntamenti, cercando sempre di portare nuove cose da far ascoltare.
D. Quali sono i tuoi progetti futuri?
R. Cose concrete al momento non ci sono, ma l'inquietudine si manifesta sempre all'improvviso e così nascono cose nuove.
D. Sogno nel cassetto?
R. Nessuno di così importante da annullare gli altri, ma senz'altro diversi tra loro.