lunedì 26 novembre 2007

Giustolisi Massimo, un attore tutto d´oro





Intervista esclusiva realizzata il 26 novembre 2007 da Ilaria Solazzo a Massimo Giustolisi per `castzine’.




Ha 28 anni, è originario di Catania ed è un artista che ha lavorato con Leo Gullotta, Alessandro Haber, Giulio Brogi...e Galatea Ranzi.
E' stato `Il principe azzurro´ nella "Cenerentola" di Perrault,`Ippolito´ne "L´amore di Fedra" di Sarah Kane...e non solo.



D. Qual è stata la sua prima esperienza artistica?
R. Uno spettacolo teatrale con la regia di un grande attore, Gianluca Enria. Avevo solo 15 anni.
D. Quando ha capito che nella vita voleva fare l´attore?
R. Credo da sempre. Avrò avuto tre anni!
D. Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato nel mondo dello spettacolo sino ad oggi?
R. Le difficoltà sono un po' quelle di tutti... la precarietà di questo mestiere.
Oggi sei scritturato, domani non sai se potrai pagare l'affitto.
Per fortuna, fino ad adesso mi è andata bene.
D. In questi anni di tournèe si sente cambiato più dentro o più fuori?
R. La tournée sconvolge molto il bioritmo, anche se io non mi sento molto cambiato.
Ammetto che stare fuori casa per molto tempo, oltre a modificare le tue abitudini, ti porta naturalmente a fortificarti, perchè devi contare solo su di te.
D. Che tipo di personaggio le piace interpretare?
R. Io adoro interpretare personaggi sempre diversi che spesso si discostino molto da me.
E' una sfida sempre nuova.
D. A chi si ispira quando recita? Perché?
R. Non mi ispiro a nessuno.
Dai grandi attori con cui ho lavorato ho cercato di assorbire come una spugna tutto ciò che mi hanno dato di buono per poi farlo assolutamente mio.
D. Preferisce essere apprezzato per carattere, semplicità o fisico?
R. La semplicità fa parte del mio carattere e sono contento se mi venga riconosciuto qualche pregio, ma i complimenti per l'aspetto fisico mi fanno sempre molto piacere.
D. Determinazione, fortuna e raccomandazione, qual è secondo lei la più importante per emergere in ambito artistico?
R. Indubbiamente una bella ricetta di tutti e tre gli ingredienti, formerebbe un mix imbattibile.
Con queste dosi: due terzi di determinazione il resto diviso tra fortuna e una buona parola da parte di chi ti apprezza come artista e ti propone...La raccomandazione immotivata non la sopporto, anche se ammetto che spesso se ne fa largo uso.
D. A lei è mai capitato di avere momenti critici in cui ha detto: "Da domani cambio professione , con il teatro ho chiuso"?
R. Sì, ma poi mi sono detto: ‘E poi che mi metto a fare?’.
Sono solo momenti che poi passano, perché basta solo rimboccarsi le maniche.
D. Qual è la cosa che le piace di più del suo lavoro?
R. E' l'assoluta assenza di una routine.
Questo lavoro trasforma continuamente la tua vita e io che sono in continua evoluzione ne subisco tutto il fascino.
Inoltre ogni personaggio mi arricchisce e mi aiuta a scoprire parti di me, inesplorate.
D. Cosa cambierebbe volentieri?
R. Del mestiere dell'attore cambierei volentieri l'aspetto fiscale, la burocrazia.
Mi piacerebbe che ci fosse una vera regolamentazione che gestisca e protegga la categoria.
D. Se dovesse dirigere un musical, chi sono gli attori che vorrebbe nel suo cast? Per quale motivo?
R. Mi viene subito in mente Lorella Cuccarini... a mio parere è la più grande performer del teatro musicale italiano.
Ho avuto modo di apprezzarla in teatro e ne sono rimasto colpito dal talento, dalla professionalità e dal carisma.
Ma ce ne sono moltissimi.
Penso al grande Massimo Ranieri, o ancora a Maria Laura Baccarini, Renata Fusco... tutti straordinari professionisti.
D. Ci anticipi i suoi impegni futuri.
R. La tourneè di "Marianna Ucria" con Mariella Lo Giudice e poi gli spettacoli della mia compagnia "Buio in sala" al teatro Tezzano di Catania e in tournèe con lo spettacolo "L'importanza di chiamarsi Ernesto" con la mia regia e di Giuseppe Bisicchia.
Poi in primavera altre due nuove produzioni.
Adesso che ci penso, mi sa che mi servirà tanta fortuna, anche se a teatro l'augurio è diverso, ma lo potete immaginare, no?

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