martedì 8 luglio 2008

Sebastian Gonzalez, DJ a Ciccio Riccio



Intervista esclusiva realizzata l’8 Luglio 2008 da Ilaria Solazzo a Sebastian Gonzalez per ‘castzine’.

Ho incontrato l’artista Sebastian da sempre intento a perseguire il suo unico obiettivo: "far divertire la gente".
Seb, (come lo chiamano gli amici in radio), ha gentilmente risposto alle mie domande sul suo lavoro e sui suoi progetti futuri.

Sebastian Gonzalez è nato il 15 gennaio 1979 a Quito, Equador da padre cileno e da madre francese.
Seb ha fatto della multiculturalità un suo pregio.
Fino ad ora ha vissuto in cinque paesi ed è approdato nella città di Brindisi dove vive con la sua compagna e la loro bella bambina.
Gonzalez ha deciso di fare della musica la sua vita: suona il basso in maniera sublime ed è tecnico del suono. Sebbene sia aperto a tutti gli stili di musica, cerca soprattutto l'avanguardia e la bellezza tecnica.

D. Ciao Sebastian, quando hai deciso di diventare DJ?
R. Ciao Ilaria, anzi tutto devo dirti che non mi considero un DJ, nel senso che chi fa generalmente questo mestiere insegue determinate cose che non sempre combaciano con quelle che cerco io.
Per me la radio è un mondo bellissimo, perché mi da la possibilità di comunicare in un modo che altri mezzi anche più popolari non riescono ad avere.
D'altra parte in un certo modo io ho incentrato la mia vita nella musica.
Lavorare in un emittente mi permette di stare sempre in contatto con tante cose che riguardano il mondo musicale.
D. C'è qualche DJ del passato (o del presente), un punto di riferimento, cui ti ispiri nell'affrontare il tuo lavoro?
R. Guarda, sì e no, nel senso che mi piace molto ascoltare il lavoro di altri DJ per coglierne elementi interessanti.
Ricordo anche il lavoro di un paio di personaggi molto importanti per la scena rock-alternativa in Cile,
effettivamente forse di loro ho cercato di prendere il modo di entrare nel mondo musicale per raccontarlo da dentro, ma non posso dire di avere un riferimento in particolare.
D. Come e quando è nata la tua passione per la musica?
R. In un certo senso è stata sempre presente, perché i miei genitori hanno sempre ascoltato tanta musica e io sin da piccolo mi sono trovato in mezzo a suoni che venivano da tutto il mondo.
Poi quando ho compiuto 12 anni ho deciso di buttarmi nella musica e quindi ho imparato a suonare prima la chitarra e poi il basso, che sono delle mie passioni.
D. C’è un disco che ti ha particolarmente segnato?
R. Sicuramente uno dei mie tratti caratteriali è quello di non aver delle icone assolute.
Ci sono dei dischi che mi hanno segnato, che rappresentano un'epoca particolare della mia vita, ma mi è impossibile scegliere uno solo.
Posso nominarti il Led Zeppelin 4, il Seventh son of a seventh son dei Iron Maiden, il Awake dei Dream Theatre, il Discipline dei King Crimson e di recente un disco chiamato "Hungría" di un bravissimo cantautore elettronico cileno che si chiama Gepe.
D. Come definiresti la musica che proponi nel tuo spazio in radio?
R. Allora, anzi tutto chiarisco che in questi momenti dispongo di due spazi molto diversi in radio: il primo è una trasmissione di richieste ed il secondo, che è quello che mi da più soddisfazioni, è una trasmissione che si chiama "Ciccio es Riccio" che si occupa di musica proveniente dal mondo iberoamericano.
Dunque non posso dare una definizione a quella musica, perché propongo con la stessa facilità un pezzo rock come uno elettronico o come una salsa, l'importante è che provenga da questa porzione geografica.
D. Come reagisce la gente quando sei in diretta radiofonica a ‘Ciccio Riccio’?
R. La cosa bella della radio è che le reazioni che riesci a coglierle, perché sono diversissime.
Senz'altro per il mio accento, il primo impatto è quello di sentire un qualcosa di esotico, dopo di che c'è chi trova tranquillità e gioia nella mia voce, come chi forse non riesce ad entrarvi in sintonia.
D. Parliamo dell'estate, hai in mente di proporre qualcosa di particolare per il tuo pubblico?
R. Domenica 6 Luglio ho festeggiato le prime 100 puntate della mia trasmissione ‘Ciccio es Riccio’ offrendo uno spazio pieno d'interventi di musicisti e personaggi provenienti da diversi posti del mondo…è stato molto bello.
A livello musicale a me piace la contaminazione e per l'estate credo che le migliore cose sono quei pezzi molto "cool", dove si mescola l'elettronica con la bossa-nova o il tango o il jazz, elegante e fresco.
D. Quale sarà la musica che ascolteremo prossimamente nella tua trasmissione?
R. Come dicevo prima, quello che gira è di tutto, ma ultimamente cerco di portare ad ogni puntata un'intervista, la prossima sarà con un gruppo di Venezuela che si chiama ‘Turbostereo’ che sta tenendo un grandissimo successo.
D. Cos'è cambiato in te dai tuoi esordi? E cosa è cambiato invece nel settore?
R. Allora, per quanto mi riguarda la cosa essenziale è che ho dovuto aprire molto la mia testa.
Prima provavo predilezione per certi generi definiti ed anche se mi reputo una persona abbastanza aperta era facile andare a finire sempre nelle stesse cose.
Con il tempo avendo la possibilità di contattare tanti bravi artisti, ho imparato ad ascoltare tutto con un orecchio neutro, e così ho scoperto tante cose bellissime alle quali forse prima non sarei mai arrivato.
Parlando del settore, invece, da quando ci sto dentro, ovvero da quando ci lavoro, non credo che siano cambiate molte cose.
Credo che la musica a livello globale vive sempre di più un monopolio mostruoso e purtroppo oggi non si parla di talento, ma semplicemente di "prodotto" e dunque quello che interessa è vendere, e le radio sono entrare a far parte di questo.
E' sempre più difficile trovare degli spazi dove si giri musica diversa a quella che si ascolta ovunque.
D. L'avvento di internet e del fenomeno mp3 è stato un bene o un male, a tuo avviso, per la radio?
R. Direi che è un bene, dall'ottica della radio per due motivi:
da una parte internet permette di conoscere delle realtà musicali che prima non avrebbero avuto modo di essere conosciute in tutto il mondo, c'è la possibilità di entrare in contatto più facilmente con gli artisti; d'altra parte anche per la radio internet è una porta aperta a nuovi orizzonti.
Se prima, ad esempio, riuscivi ad essere ascoltato soltanto dove arrivava il segnale della tua emittente radiofonica adesso riesci ad essere seguito da tutto il mondo, basti pensare che la mia trasmissione fino ad ora ha avuto ascolti provenienti da ben quattro continenti diversi.
D. Quali consigli ti senti di dare a chi vuole intraprendere una carriera da DJ?
R. Anzi tutto l'apertura musicale, cioè bisogna essere pronti ad ascoltare di tutto cercando di capire tutto.
Dopo di che sono diverse le cose importanti: la genuinità, la gioia di fare questo mestiere e la capacità di capire.
D. In quale trend ti identifichi?
R. Come sicuramente hai visto fino a questo momento mi è molto difficile cercar di rinchiudermi in certe categorie, cerco di prendere le cose buone di tutto senza buttarmi mai in qualche cosa in particolare.
D. Quali sono i tuoi programmi imminenti?
R. I consueti appuntamenti, cercando sempre di portare nuove cose da far ascoltare.
D. Quali sono i tuoi progetti futuri?
R. Cose concrete al momento non ci sono, ma l'inquietudine si manifesta sempre all'improvviso e così nascono cose nuove.
D. Sogno nel cassetto?
R. Nessuno di così importante da annullare gli altri, ma senz'altro diversi tra loro.

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