giovedì 8 gennaio 2009
Marco Nocera...un bravo regista televisivo
Intervista esclusiva realizzata l’8 Gennaio 2009 da Ilaria Solazzo a Marco Nocera per ‘castzine’.
Marco Nocera nasce a Brindisi nel marzo del 1985. Sin da piccolo mostra passione per la musica. A 8 anni compare ai microfoni di ‘Ciccio Riccio’, emittente brindisina, e da quel momento si innamora del mondo della radio. Per poi evolversi alla TV, grazie a ‘Telenorba’, dove va a trovare ‘Toti & Tata’. Nel 2000 compare in uno spot per una trasmissione di Antonio Stornaiolo. A 17 anni collabora con ‘Ciccio Riccio’, in forma non ufficiale per la realizzazione di un programma tv per ‘Antenna Sud’ per poi passare nel 2003 a ‘Radio Dara’, (acronimo di Diffusione Audio Ricerca Aperta), dove realizza due programmi di musica. Nel frattempo collabora con ‘Puglia TV’, emittente televisiva brindisina, nel programma “GIOVANI”, in veste di ospite-cameraman. Nel 2005 conosce Dario Micaletti, suo attuale grande amico, con il quale è in corso una produzione musicale. Nel luglio 2005 Marco si diploma come perito tecnico di elettronica e telecomunicazioni all'ITIS Giorgi di Brindisi. A settembre 2006, si aggrega ad un gruppo diretto da Dario, per animare le città e realizzare l'11 aprile 2007 uno spettacolo (il "Work Night Live"), realizzando il video integrale dello spettacolo e del backstage. Da ottobre Marco risiede a Roma, per studiare al DAMS, (ovvero Discipline di Arte Musica e Spettacolo), all'università di Roma3. Attualmente è impegnato nella realizzazione di alcune sceneggiature per cortometraggi ed alcuni videoclip musicali, essendo iscritto alla SIAE dal 2007 come autore e compositore di canzoni. Ne sono state prodotte alcune, che sono in via di ritocco. Solo una è attualmente già disponibile: ‘Scappa al massimo’, in duetto con Andrea Longo aka Chiasso MC, rapper autore del testo modificato del brano. Il brano è disponibile su www.MySpace.com/marconocera.
D. Anzitutto grazie della tua disponibilità e benvenuto sul sito ‘INTERVISTANDO’. Il mondo dello spettacolo ha in qualche modo influenzato la tua vita privata e viceversa?
R. Sinceramente a farci caso...credo di più in quel che faccio e sono più nervoso e pretendente.
D. Svolgi una professione che potremmo definire multicanale: quali sono le caratteristiche necessarie per comunicare in modo efficace su diversi media?
R. Bisogna capire chi è lo spettatore e magari cercare di adeguarsi...questo è il concetto fondamentale...poi varia in base al mezzo. Per me la radio dovrebbe essere fatta essenzialmente di musica e notizie. La pubblicità non la sopporto molto, seppure sia la principale fonte di reddito dell'emittenza privata.
D. Oltre al cinema hai fatto anche radio e TV. Per quale radio hai lavorato? Con quale mansione? Per quanto tempo?
R. Per il cinema ho fatto giusto qualche comparsa... nulla di particolare. Voglio intanto dire che in radio ci entrai per curiosità a soli 8 anni, ma mi ricordo che l'amore per la radio è nato quando fui ospitato a ‘Ciccio Riccio’ durante una visita ed intervenni in diretta. Mi ricordo che vi era Ilia D'Arpa ed è grazie a lei, grazie a Mino Molfetta ed a Ernesto Solimene che ho potuto iniziare anche se in maniera indiretta, osservando e "rompendo le scatole". Ho collaborato poi per Ciccio Riccio TV, quando iniziò, per i primi due mesi, ma poi per causa di uno scarso profitto scolastico Mino Molfetta ha scelto saggiamente di allontanarmi dalla radio. Ed ha fatto bene! Stessa cosa è successa a ‘Radio Dara’, dopo un anno, dove ho lavorato a titolo volontario. Solo che poi mi sono allontanato io per motivi di studio, oltre a qualche incomprensione nata con alcuni colleghi. Nello stesso periodo in cui ero a ‘Radio Dara’ ho fatto la mia comparsa a ‘Puglia TV’, nel programma "Giovani", condotto da un frizzantissimo Mario Antonelli, che era anche a DARA per la versione radiofonica del programma. Io nel programma ho dimostrato il mio amore per la parte tecnica...mi impossessavo sempre di una delle due/tre telecamere.
Attualmente lavoricchio a Roma qualche volta con qualche società di produzioni televisive per servizi giornalistici, dove faccio l'assistente cameraman o l'autista e nel frattempo mi dedico alla scrittura di qualche idea per cortometraggi. Quando sto a Brindisi, se mi chiamano per qualche service video, mi muovo con le mie attrezzature e lavoro. Ma è raro.
D. La TV consente di lavorare sia davanti che dietro la telecamera, tu che hai sperimentato entrambi i casi cosa puoi raccontarci?
R. La cosa è semplice: chi è davanti alla telecamera è "schiavo" di quello che è dietro. Nel senso che deve rispondere ai comandi del regista e del cameraman, rispettando un copione, (magari anche improvvisato), per formare la scena oppure una parte della scena ed adeguandosi a ciò. Ovviamente nel sistema vi è tutta una gerarchia. Anche i registi sono "schiavi" dei produttori e degli sceneggiatori, a volte sono loro stessi.
Ma comunque è una cosa stupenda, perché poi si sa che quel lavoro lo vedranno un po' tutti... in tv o al cinema, indifferentemente dal ruolo ricoperto. Per me vanno bene anche alcuni secondi di gloria nelle fiction o nei film, dove compaio. Ammetto di essere un po' egocentrico. Il lavoro dietro alla telecamera è alquanto silenzioso, fatta eccezione per la regia.
D. La telecamera digitale ed il computer, a tuo avviso, hanno davvero modificato il processo creativo?
R. Considerando che molti film, molte fiction e molti cortometraggi sono attualmente girati in pellicola 35mm o 16mm, fatta eccezione per le trasmissioni televisive ed alcuni cortometraggi e lungometraggi con budget economico limitato, la rivoluzione del digitale ha investito in pieno tutti, riducendo tempi e costi di lavorazione del "processo creativo", soprattutto in postproduzione. Basti pensare che adesso, con le nuove telecamere a memory card, (vi sono anche le videocamerine palmari), un filmato di 10 minuti viene portato in lavorazione nel giro di poco più di una trentina di secondi. E poi gli effetti speciali sono più elaborati e chiedono meno fatica per la loro realizzazione, per chi ne fa uso chiaramente. Seppure il digitale sia molto snello, la pellicola ha il vantaggio di avere una gamma completa dei colori e non sballa l'immagine!
D. Quali sono le caratteristiche importanti per poter divenire un buon professionista nel settore?
R. Bella domanda. Dipende tutto si basa sulla mansione che si ha, ma chiaramente nel campo delle riprese contano la stabilità dell'immagine ed una buona mano, oltre alla conoscenza al dettaglio dell'attrezzatura che si usa, chiaramente.
D. La tua famiglia è contenta della tua carriera? Chi ti sostiene fin dagli esordi?
R. Certo, ma la cosa importante è che mi laureo...dato che ogni tanto allontano i libri. Tipico di tutti gli aspiranti registi: serve passare direttamente all’azione!
D. In ambito lavorativo ha mai perso la fiducia per qualche collega di cui ti fidavi?
R. Purtroppo sì... ma quel che è peggio che spesso sono le persone che si fanno credere vicine a tradire. Brutta cosa!
D. Qual è la sua strategia per neutralizzare persone troppo sfacciate che si avvicinano a te solo per opportunismo?
R. Basta ripagarle con la stessa moneta. Io reagisco. Come diceva un antico proverbio: ‘Ci sì martieddu batti, ci sì incudine statti!’.
D. Esiste secondo te nel settore spettacolo l'amicizia leale tra un uomo ed una donna prescindendo da qualsiasi forma di interesse?
R. Certo. Spesso nasce per condivisione di una passione. Di amicizie ne ho tante, seppure superficiali.
D. Il cinema è stato fatto per l’uomo oppure l’uomo per il mondo cinematografico?
R. Dipende se l'uomo ragiona con la sua testa o se si lascia burattinare...Ma penso che il cinema è fatto per l'uomo, parlando del servizio delle multisale e dell'intrattenimento.
D. Trovi la felicità in te stesso o nelle cose che realizzi con il tuo lavoro?
R. Se si tratta di una breve felicità, nel lavoro. La vera felicità deve ancora arrivare. Sono in fase di meditazione, ma non significa che sono infelice.
D. Tendenzialmente ti ritieni un’artista socievole o solitario?
R. Probabilmente molto solitario. La solitudine è madre della creatività, perché permette di concentrare le proprie forze su qualcosa. Ma mi alterno. Quando lavoro di cervello, voglio essere lasciato solo.
D. Nel quotidiano aiutano di più i vizi a vivere o le virtù a morire?
R. Fifty-fifty. I vizi sballano, le virtù fanno ragionare.
D. La certezza più grande della tua esistenza qual è?
R. L'amore dei miei genitori...se ci si riferisce a ciò.
D. Hai delle paure? Le hai mai sfidate?
R. Credo che a sfidare la paura si trovi il risultato di cui si ha paura! Permette di capire molte cose e di ragionare.
D. Progetti futuri?
R. Vivere il presente, magari in maniera più scaltra e strafottente. Meglio essere ottimisti ed aver torto che esser pessimisti ed avere ragione, diceva qualcuno. Il 2009 lo vedo come anno reattivo, da parte mia.
Un abbraccio a tutti...no...a tutte...generalizzo... un abbraccio, se no c'è chi si potrebbe offendere!
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