sabato 27 ottobre 2007

Remo Angeloni ed il mondo della fotografia




Intervista esclusiva realizzata il 27 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo a Remo Angeloni per ‘castzine’.



Nato a Roma nel 1975, coltiva l'interesse per la fotografia studiando ed utilizzando fotocamere a pellicola. Inizia il suo percorso professionale nel 2000 con tecnologie digitali nell'ambito del foto-giornalismo e della fotografia scientifica.
La fotografia pubblicitaria e la fotografia di scena per lo spettacolo, la televisione ed il cinema diventano le successive tappe che contribuisco ad una "visione" più ampia della fotografia.




D. Quando ha iniziato a fotografare quali sono stati i suoi primi soggetti?
R. Ho iniziato a fotografare all’età di 14 anni.
I primi soggetti in assoluto sono stati elementi della natura, con cui cercavo di capire la luce.
I primi ritratti li ho fatti ad una compagna di liceo che di tanto in tanto si prestava a farsi fotografare.
D. Qual è la "sua" fotografia ?
R. La mia è una fotografia “descrittiva” e non “manipolatrice”, partendo dal presupposto che ogni singolo soggetto ha i suoi colori e le sue sfumature, io cerco il più possibile di tirare fuori ciò che appartiene al soggetto altri,invece, cercano di condizionarlo ad esprimere qualcosa che non gli appartiene in maniera naturale, è una questione di scelte e di pensiero.
D. Quando,secondo lei, la fotografia diventa arte ed il fotografo artista?
R. Quando regala emozioni, come lo è una canzone, dei passi di danza, una buona recitazione, un quadro, una scultura ed ovviamente sono da reputare artisti gli artefici di tutte queste cose e di molte altre che non sempre sono riconosciute come arte, ma che sanno incendiare gli animi le menti ed i cuori.
D. Affermano spesso i media che la fotografia possa contribuire a cambiare il modo di vedere della gente e quindi il mondo,lei cosa ne pensa ?
R. Più che cambiare il modo di vedere, la fotografia ha il potenziale per rendere più sensibili le persone quindi può far vedere ogni cosa che ci circonda in maniera più profonda, cogliendo dettagli che di solito ci sfuggono oppure ci da la possibilità di vedere il mondo con occhi diversi, ovviamente in altri casi è vero anche l’esatto contrario.
D. A chi serve,a suo parere, la fotografia ?
R. A chiunque abbia voglia di regalarsi e regalare emozioni e sia sensibile a questo tipo di linguaggio visivo.
D. Come definisce il suo ‘ruolo’ specifico? Qual è la sua utilità?
R. La fotografia è un messaggio, è quindi utile per comunicare, perché può sostituire molte parole, può essere letta da osservatori di ogni lingua, paese ed età.
Per questo adoro ogni forma d’arte, perché sa arrivare anche dove i confini delle culture rappresentano muri apparentemente invalicabili.
D. Le immagini ed i linguaggi fotografici, possono avere un ruolo importante nella lotta alle mafie, nella costruzione di una cultura della legalità?
R. Si, ma per avere riscontro in questi ambiti dovrebbe essere inserita tra le materie scolastiche sin dalle scuole medie inferiori, per educare i bambini a conoscere questo linguaggio, potrebbero capire molte più cose che li circondano e che accadono o che potrebbero accadere con l’impegno e la volontà.
Senza questa azione per molto tempo i ragazzi è come se leggessero un libro in una lingua che non conoscono, si può cogliere qualche parola ma raramente il significato reale del testo.
D. Qual è lo stato di salute dell' editoria fotografica italiana,rispetto ad altre nazioni?
R. Dal mio punto di vista è in sonno da parecchio tempo, ha bisogno di una scossa.
D. Quanto può incidere la fotografia sui comportamenti sociali contemporanei?
R. Credo ben poco, per via della scarsa sensibilità ed importanza che gli viene data, è un peccato, se incidesse la metà della televisione penso che vivremmo in mondo culturalmente più evoluto.
D. Quante immagini ci sono attualmente nel suo archivio?
R. Circa 150 mila, anche se sono poche quelle che continuano a piacermi nel tempo.
Non ne cancello mai molte.
D. Parliamo del mercato della fotografia. Come siamo messi in Italia? Ci sono differenze con gli altri paesi del mondo?
R. Purtroppo c’è molta differenza.
La legislazione non ha ancora previsto un vero e proprio “ordine” dei fotografi, di conseguenza troppi aspetti di questo settore non vengono rivalutati da molto tempo, come ad esempio il foto-giornalismo ed i reportage, basti pensare che alcune tariffe per immagini editoriali sono rimaste le stesse per molti anni.
D. Perché ha scelto l’arte fotografica per esprimersi?
R. E’ avvenuto tutto in maniera molto naturale.
La fotografia ha attirato la mia attenzione sempre di più.
Nel tempo mi sono reso conto che fotografare mi faceva star meglio e mi dava tantissimo in termini di gratificazioni e così…eccoci qui oggi a chiacchierare di fotografia, mentre io cerco di rendere il favore a quest’arte.
D. Se il Remo teenager potesse incontrare un adolescente d'oggi, che consiglio darebbe?
E che consiglio vorrebbe ricevere?
R. Darei esattamente il consiglio che avrei voluto ricevere, “Guarda lontano e non avere paura” ed, invece, ho dovuto imparare ad alimentarmi ed a combattere anche le paure per poter perseguire il mio sogno.
D. Progetti futuri?
R. Tenterò di spaziare anche in altre forme d’arte cercando il più possibile la fusione tra di esse.

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