mercoledì 12 dicembre 2007

Pietro Alfarano e la tecnologia




Intervista esclusiva realizzata il 12 dicembre 2007 da Ilaria Solazzo a Pietro Alfarano per “castzine”.

Pietro Alfarano, ha 31 anni, vive a Lecce e si occupa di comunicazione.

D. A che età si è avvicinato al mondo della grafica?
R. A 20 anni, dopo aver lavorato per tre anni nella produzione musicale.
D. Che rapporto ha con il mondo della pubblicità?
R. Se per "mondo" intendiamo, la tribù di millantatori, che vagano per l'Italia,
a vendere spot e siti web preconfezionati,(e anche male), rispondo non ho rapporti.
Se viceversa per "mondo" intendiamo le pochissime agenzie serie rimaste, (fuori dall'Italia), allora rispondo che il mio rapporto è di stima.
D. Perché si è avvicinato al mondo della progettazione?
R. E’ una forma di espressione che per funzionare ha bisogno della conoscenza di regole tecniche e di creatività, personalmente sguazzo negli studi tecnici e la fantasia non mi è mai mancata.
D. Quali modelli di programmazione preferisce utilizzare?
R. L'unico modello di programmazione che mi viene in mente è quello neuro-linguistico, che ho studiato, che trovo interessante, e che ho integrato nella mia pentola di nozioni.
D. Le piace sperimentare più tecniche su diversi programmi?
R. Trovo che a volte sia la chiave per differenziarsi, sui miei PC ho più di 52 software installati e li uso tutti regolarmente.
Dedico almeno il 15% del mio tempo a cercare e studiare nuove tecniche e nuovi software.
D. Tra i progetti che ha realizzato in quale ha utilizzato le tecniche più avanzate?
R. Quello che ricordo con più entusiasmo è indubbiamente un progetto per uno studio di registrazione ultratecnologico.
Mi fu commissionato il sito web.
Il mio primo pensiero fu quello di far rivivere al navigatore la stessa esperienza che stavo vivendo io, li dentro, circondato da amplificatori, mixer, etc.
Prima realizzai delle fotografie panoramiche, (a 360 gradi), e dopo con l'ausilio di flash creai delle animazioni interattive.
In due parole, a sinistra una piantina dello studio, a destra una finestra virtuale nella stanza selezionata.
Il navigatore poteva guardare in qualsiasi direzione, avvicinarsi agli oggetti, insomma sembrava di stare davvero lì.
D. Cosa bisognerebbe fare per aprire una nuova pagina nel mondo della comunicazione?
R. Bisognerebbe migliorare la legislazione in merito.
E' vero la pubblicità deve farti sognare, ma troppo spesso è ingannevole.
D. Nella vita di tutti i giorni quali sono le attività principali che riempiono la sua giornata?
R. Lavoro, lavoro, lavoro. A volte la notte sogno la soluzione che stavo cercando per un cliente, ma mi sveglio amareggiato di non averla ancora realizzata.
D. Ci racconti del suo lavoro presso la ‘Concorsi&concorsi’.
R. Ho un amico a Bari che continua a lavorare per loro, ogni tanto ci incontriamo e mi racconta le ultime "barzellette".
D. Quanto le ha dato e quanto le ha tolto l’essere diventato un professionista nel suo settore?
R. Mi ha dato molto. Sono soddisfatto di essere riuscito a fare quello che volevo senza sottostare a modelli stereotipati come "l'artista sregolato", ma mi ha tolto un pò di tempo e di relax.
D. A cena con Sabrina Ferilli o Elisabetta Canalis?
R. Emanuela Falcetti avrà sicuramente qualcosa di più interessante da dirmi rispetto alla Ferilli e alla Canalis.
D. Cosa le piace dell’ambiente pubblicitario? E che cosa le piace meno?
R. Mi piace lavorare per un'azienda o un prodotto valido, nel quale credo.
Mi piace di meno progettare una campagna per un servizio che già io stesso reputo un inganno.
D. Cambiando argomento: Pietro e la tecnologia. Con il telefonino che rapporto ha?
R. Il miei due cellulari sono accesi circa 4 ore al giorno e non potrebbero esserlo di più, perchè il continuo squillare mi deconcentra.
Il mese scorso ero su un set per uno spot ed ho dovuto mettere il cellulare di un attore in un bicchiere d'acqua.
Dopo una sana risata generale, l'agente dell'attore lo ha messo in conto al cliente.
Trovo irritante chi tiene acceso il cellulare in particolari momenti di concentrazione sul lavoro.
D. Che cosa bisognerebbe fare per cercare di dare una calmata a questo ambiente artistico che spesso appare un pò esagerato? Ha un suggerimento?
R. Sarebbe sufficiente mandare un pò di gente a casa.
D. I suo hobby quali sono?
R. Comincio a temere di non averne più, li ho tutti trasformati in branche del mio lavoro.
Ultimamente sto studiando e seguendo il "machinima", è una nuova tecnica di modificare i videogiochi per realizzare cartoni animati in tempo reale.
D. Se le dico ‘nuove tecnologie’ cosa le viene in mente?
R. Le uniche vere nuove tecnologie che riesco ad immaginare, vanno nella direzione dell'energia. Non servirà a molto inventare i dischi volanti se poi non abbiamo carburante.
D. Qual è la sua scuola di pensiero?
R. Bella domanda! Ho molti maestri ai quali mi rifaccio, ma ti nominerò solo i più importanti: Kubrick, Polansky, e Chaplin per regia e fotografia, mentre per il design il solo e grande Munari.
D. Ha mai lavorato come grafico editoriale?
R. Per fortuna mai! Potrei morire di noia e con me le mie idee.
D. Qual è attualmente il suo spot TV preferito?
R. Ne avrei uno se dessero a Toscani la possibilità di scriverne uno.
La sua ultima campagna meriterebbe delle sovvenzioni per uno spot girato in pellicola.
D. Ha una digitale professionale, una tascabile o le basta la fotocamera del cellulare ?
R. Digitale professionale.
Quando faccio uno scatto, devo essere io l’autore non la fotocamera ed i suoi inutili automatismi.
Quella del cellulare poi, non è una fotocamera, perché non ha obiettivo, ma solo un misero pezzo di plastica. Avete mai provato a stampare la foto del cellulare?
D. Qual è la cosa più importante che ha imparato sul mondo del marketing?
R. Che non si può mai improvvisare, perchè le aziende investono somme importanti e se fai errori grossolani vai a casa.
Non di rado mi capitano clienti delusi da consulenti di basso rango, devo dire che a volte li preferisco, perchè sanno di cosa parlo e perciò apprezzano le nozioni che condivido con loro nella fase iniziale.
D. Progetti futuri?
R. Spostarmi nel tempo, ma temo che per ora rimarrà solo un sogno.
Mi accontenterò di immaginare il futuro.

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