mercoledì 19 dicembre 2007
Gianni Martinelli, un musicista diretto e sognatore
Intervista esclusiva realizzata il 19 Dicembre 2007 da Ilaria Solazzo a Gianni Martinelli per 'castzine'.
Ha 29 anni, vive a Torchiarolo ed è un appassionato di informatica e di musica.
D. Si descriva brevemente.
R. Gli altri dicono che sono una persona corretta, umile ed altruista, e su questo
sono d’accordo con loro.
A volte un pò orgoglioso, però compenso con un grande senso dell'amicizia.
D. Da chi ha ereditato la passione per la musica?
R. In famiglia mia nonna materna amava cantare nei campi e un suo cugino è stato un bravo tenore, infatti i suoi figli sono tutti musicisti.
Mio zio paterno ha una passione per la musica, suona la fisarmonica.
Penso che entrambe le famiglie dei miei genitori mi abbiano dato qualcosa.
Mia madre non canta, ma ama la musica al contrario di mio padre che canta solo sotto la doccia.
D. Come è stata la sua adolescenza?
R. Devo dire che non è stata serena a causa della separazione dei miei genitori.
La musica mi ha dato la forza di continuare ad andare avanti.
Le emozioni e le soddisfazioni che mi ha dato l’arte mi facevano
dimenticare le sofferenze che la vita mi ha portato.
Mi sono formato emotivamente in quel periodo.
D. Cosa ricorda del suo percorso scolastico?
R. Ricordo che la maestra mi sgridava, perché diceva che parlavo da solo dando fastidio agli altri, ma in realtà io canticchiavo canzoni che mi piacevano,perché ero già ‘malato’ di musica.
Non andavo d'accordo con i miei compagni delle elementari, perchè sono sempre stato un ragazzino timido.
Negli anni delle scuole superiori l'essere più maturo rispetto hai miei compagni mi portava a non accettare determinati comportamenti.
Rispetto a quei ragazzi superficiali mi sentivo emotivamente grande.
D. Quando ha capito di voler fare il cantante?
R. Da quando ero piccolo ho sempre voluto cantare, anche se la mia timidezza ed umiltà mi hanno sempre portato a non sfruttare bene le occasioni.
Rimanevo sempre dietro agli altri.
Dopo i miei 20 anni sono cambiato completamente come carattere.
Saranno state le esperienze, la sicurezza in me stesso e nelle mie capacità...ho iniziato ad essere una nuova persona: spigliata, simpatica e coinvolgente.
D. Di quale gruppo fa parte?
R. Da 10 anni faccio parte del gruppo ‘Macarè’, con il quale ho avuto tantissime soddisfazioni.
Il gruppo è composto da quattro ‘personaggi’ compreso me naturalmente; dico ‘personaggi’, perchè ognuno di noi è qualcosa di speciale, riesce a dare agli altri qualcosa di se che da la carica per dare agli altri emozioni coinvolgenti durante le nostre serate.
Abbiamo il sassofonista Giuseppe Caretto, diciamo il papà dei ‘Macarè’, un uomo di grande spirito, un artista di grande serietà ed umanità.
Il tastierista Vincenzo Renna, che è anche un bravissimo corista.
E per finire c’è la nostra ciliegina sulla torta, la meravigliosa Barbara Mele, una cantante di provate qualità, che lavora anche come animatrice di balli di gruppo.
D. I ‘Macarè’ cosa propongono al pubblico?
R. Di solito il nostro intento è quello di far divertire la gente e di dare forti emozioni attraverso le nostre voci.
Solitamente ci riusciamo in quanto abbiamo un repertorio vario, ma molto impegnativo.
La cosa più importante per noi musicisti è il saper scegliere cosa proporre a seconda del pubblico, evitando di essere standard.
D. Cosa significa per lei cantare?
R. Non penso che le parole possano descrivere le vere sensazioni e le reali emozioni
che lo stare sul palco mi suscita.
E’ bellissimo essere acclamato ed amato dalla gente.
D. Di professione cosa fa?
R. Ho una gioielleria che gestisco con mio padre, ma svolgo anche l’attività di grafico pubblicitario realizzando siti web...e non solo.
D. A quali trasmissioni TV ha partecipato?
R. Nel 2004 a ‘SEI UN MITO’ su canale 5, dove imitai il famoso Albano Carrisi;grazie a quella esibizione mi classificai al terzo posto.
Nel 2006 partecipai a ‘CULTURA MODERNA’ dove sfortunatamente non vinsi i 500 mila euro in palio.
Ho anche partecipato a tantissime trasmissioni di 'Telenorba' e 'Telerama'.
D. Chi è il suo idolo?
R. Non ho un idolo in particolare, perché amo la musica in tutte le sue forme.
Ho delle preferenze per Albano, Bocelli, Baroni e per Bungaro, mentre per il pop rock NEK e naturalmente come il 90% degli italiani adoro la musica dei 'POOH'.
D. Tra le sue molteplici attività qual è quella che le piace di più?
R. Fare il grafico mi appassiona, ma anche nel lavoro in gioielleria vi sono aspetti che mi danno enormi soddisfazioni come l'analisi gemmologica.
D. Da quanti anni lavora come orefice?
R. Sono ormai nove anni che io e mio padre abbiamo intrapreso questo cammino in
questo settore così vario e difficoltoso.
Io non sono un orafo, sono un commerciante professionista e non un venditore.
Oggi essere professionisti è difficile.
D. Quali manifestazioni ha presentato in qualità di presentatore?
R. Ho diretto, organizzato e presentato varie serate durante l'estate
del mio paese, e altre serate durante le sagre nel leccese.
D. La sua canzone preferita è?
R. Si chiama ‘Oltre il cielo’.
E' la canzone che nella mia carriera musicale mi ha dato più soddisfazioni.
E' stata scritta da una mia amica che ha voluto darmi l'onore di cantarla, visto che per lei ha un grande valore.
Fra qualche tempo sarà anche scaricabile sul mio sito attualmente in allestimento.
Sai com'è "i calzolai vanno sempre con le scarpe rotte?"
D. Nel tempo libero cosa fa?
R. Sinceramente non ho tempo libero.
La sera frequento una palestra di arti marziali e da qualche settimana ho ripreso a frequentare la mia squadra di 'KICK BOXING' con la quale mi sto preparando per la mia prossima gara che si terrà a febbraio.
D. Il suo motto è?
R. Sicuramente "vivi e lascia vivere".
D. Sogno nel cassetto?
R. Ne ho due: uno è fare successo nel campo musicale e l'altro riuscire a far
carriera in ambito politico, cosa che mi darebbe la possibilità di poter fare tanto per le persone che hanno realmente bisogno.
Questi sono i sogni, la realtà invece è che vorrei che il bimbo che mia moglie mi sta donando sia sano e che mi dia tante soddisfazioni nella vita...questo sarebbe il massimo.
D. Progetti per il 2008?
R. Uscirà un CD che conterrà alcuni brani che amo cantare tra cui l'inedito "Oltre il cielo".
venerdì 14 dicembre 2007
Francesca Panzacchi
Intervista esclusiva realizzata il 14 dicembre 2007 da Ilaria Solazzo a Francesca Panzacchi per ‘castzine’.
Francesca Panzacchi nata a Bologna sotto il segno del Leone in un limpido pomeriggio d'Agosto, lavora come attrice, fotomodella, hostess, modella d’arte e PR.
D. Parliamo del suo approccio con la professione di attrice.
Come è nata questa "vocazione" e quali sono gli elementi che più le piacciono della recitazione?
R. Sono diventata un'attrice per puro caso. Forse ho conosciuto le persone giuste al momento giusto o forse ho solo avuto fortuna.
Ho iniziato col teatro, che continuo ad amare, ma l'emozione più grande l'ho provata vedendomi per la prima volta sul grande schermo.
Recitare mi viene naturale e devo dire che mi piace tantissimo.
Ogni volta cerco di catturare ed assorbire l'essenza del personaggio che devo interpretare per farla
temporaneamente mia.
D. Quali sono gli aspetti del suo carattere che, a suo parere, le hanno permesso di farsi strada in un mondo, non facile, come quello dello spettacolo?
R. La determinazione innanzitutto, ma anche la curiosità e, last but not
least, una discreta dose di esibizionismo.
D. Quanto conta l'aspetto fisico nella sua vita, nel suo lavoro e nelle relazioni con gli altri?
R. Mentirei se dicessi che non è fondamentale, nella vita come nel lavoro,
anche quando non si tratta di lavori puramente d'immagine, una bella presenza è sempre un ottimo biglietto da visita.
Ovviamente però, per essere vincente, deve essere supportata da una buona preparazione artistica, cultura e da tanta professionalità.
D. Quali sensazioni prova quando i riflettori sono puntati su di lei?
R. Mi sento estremamente gratificata, perché amo essere al centro della scena.
D. Se decidesse di non lavorare più nel ramo artistico che altro tipo di vita e di professione vorrebbe intraprendere?
R. Porto avanti parallelamente anche lavori di scrittura, probabilmente mi dedicherei maggiormente ad essi.
D. Ha dei modelli, tra passato e presente, di attori che l’abbiano particolarmente colpita ed emozionata?
R. Attingendo al passato trovo straordinaria la classe di Grace Kelly diretta da Hitchcok, per quanto riguarda il presente invece mi piacciono parecchio Stefano Accorsi e Margherita Buy, forse perché amo molto il cinema italiano.
Non amo invece avere dei modelli, credo che ogni percorso abbia le proprie peculiarità e che esse vadano ricercate in noi stessi e mai in altre persone, che tuttavia possono certamente essere fonte d'ispirazione.
D. C’è un suo spettacolo a cui è particolarmente legata?
R. Più di uno e per ragioni molto diverse, impossibile scegliere.
D. Deve ringraziare qualcuno per il suo successo?
R. Tutte le persone che hanno creduto in me. E sono tante.
D. La sua carriera è solo frutto di sacrifici e volontà?
R. Alcuni sacrifici, moltissima volontà ed un pizzico di fortuna.
D. Si descriva utilizzando sette aggettivi.
R. Comunicativa, spiritosa, espressiva, capricciosa, pignola, viziata, narcisista.
D. Se andasse in un'isola deserta, quali sono le tre cose che porterebbe con se?
R. Un buon libro, (ho appena finito di leggere "Io non sono come voi" di Alessandro Berselli, veramente ben scritto), un barattolo di Nutella, (ovviamente enorme), ed un paio di occhiali da sole, (si sa che gli occhi chiari sono delicati).
D. Quali pregi e difetti si riconosce?
R. Sono una persona molto diretta, a volte manco di tatto, sono estremamente
volubile, ma non quando qualcosa (o qualcuno) mi interessa davvero.
D. Qual è il suo look giornaliero?
R. Casual: jeans a vita bassa e tacco medio, trucco leggero e capelli spesso raccolti.
D. Quali sono i suoi interessi e le sue passioni?
R. I miei interessi spaziano dal giornalismo alla televisione, (attualmente
sono opinionista in un noto talk show emiliano), dal teatro al cinema.
Adoro viaggiare, fotografare e giocare a tennis.
D. Sogno nel cassetto?
R. Scrivere un best seller, oppure, finire sulla copertina di Vogue, indifferentemente.
D. Il suo motto è?
R. Crescere professionalmente, sempre.
D. Progetti per il 2008?
R. Tanti, sia in campo artistico che in campo letterario,
ma scaramanticamente non voglio sbilanciarmi troppo.
Posso anticipare solo che il 2008 mi vedrà protagonista di ben tre calendari e si sa che chi ben comincia...
Francesca Panzacchi nata a Bologna sotto il segno del Leone in un limpido pomeriggio d'Agosto, lavora come attrice, fotomodella, hostess, modella d’arte e PR.
D. Parliamo del suo approccio con la professione di attrice.
Come è nata questa "vocazione" e quali sono gli elementi che più le piacciono della recitazione?
R. Sono diventata un'attrice per puro caso. Forse ho conosciuto le persone giuste al momento giusto o forse ho solo avuto fortuna.
Ho iniziato col teatro, che continuo ad amare, ma l'emozione più grande l'ho provata vedendomi per la prima volta sul grande schermo.
Recitare mi viene naturale e devo dire che mi piace tantissimo.
Ogni volta cerco di catturare ed assorbire l'essenza del personaggio che devo interpretare per farla
temporaneamente mia.
D. Quali sono gli aspetti del suo carattere che, a suo parere, le hanno permesso di farsi strada in un mondo, non facile, come quello dello spettacolo?
R. La determinazione innanzitutto, ma anche la curiosità e, last but not
least, una discreta dose di esibizionismo.
D. Quanto conta l'aspetto fisico nella sua vita, nel suo lavoro e nelle relazioni con gli altri?
R. Mentirei se dicessi che non è fondamentale, nella vita come nel lavoro,
anche quando non si tratta di lavori puramente d'immagine, una bella presenza è sempre un ottimo biglietto da visita.
Ovviamente però, per essere vincente, deve essere supportata da una buona preparazione artistica, cultura e da tanta professionalità.
D. Quali sensazioni prova quando i riflettori sono puntati su di lei?
R. Mi sento estremamente gratificata, perché amo essere al centro della scena.
D. Se decidesse di non lavorare più nel ramo artistico che altro tipo di vita e di professione vorrebbe intraprendere?
R. Porto avanti parallelamente anche lavori di scrittura, probabilmente mi dedicherei maggiormente ad essi.
D. Ha dei modelli, tra passato e presente, di attori che l’abbiano particolarmente colpita ed emozionata?
R. Attingendo al passato trovo straordinaria la classe di Grace Kelly diretta da Hitchcok, per quanto riguarda il presente invece mi piacciono parecchio Stefano Accorsi e Margherita Buy, forse perché amo molto il cinema italiano.
Non amo invece avere dei modelli, credo che ogni percorso abbia le proprie peculiarità e che esse vadano ricercate in noi stessi e mai in altre persone, che tuttavia possono certamente essere fonte d'ispirazione.
D. C’è un suo spettacolo a cui è particolarmente legata?
R. Più di uno e per ragioni molto diverse, impossibile scegliere.
D. Deve ringraziare qualcuno per il suo successo?
R. Tutte le persone che hanno creduto in me. E sono tante.
D. La sua carriera è solo frutto di sacrifici e volontà?
R. Alcuni sacrifici, moltissima volontà ed un pizzico di fortuna.
D. Si descriva utilizzando sette aggettivi.
R. Comunicativa, spiritosa, espressiva, capricciosa, pignola, viziata, narcisista.
D. Se andasse in un'isola deserta, quali sono le tre cose che porterebbe con se?
R. Un buon libro, (ho appena finito di leggere "Io non sono come voi" di Alessandro Berselli, veramente ben scritto), un barattolo di Nutella, (ovviamente enorme), ed un paio di occhiali da sole, (si sa che gli occhi chiari sono delicati).
D. Quali pregi e difetti si riconosce?
R. Sono una persona molto diretta, a volte manco di tatto, sono estremamente
volubile, ma non quando qualcosa (o qualcuno) mi interessa davvero.
D. Qual è il suo look giornaliero?
R. Casual: jeans a vita bassa e tacco medio, trucco leggero e capelli spesso raccolti.
D. Quali sono i suoi interessi e le sue passioni?
R. I miei interessi spaziano dal giornalismo alla televisione, (attualmente
sono opinionista in un noto talk show emiliano), dal teatro al cinema.
Adoro viaggiare, fotografare e giocare a tennis.
D. Sogno nel cassetto?
R. Scrivere un best seller, oppure, finire sulla copertina di Vogue, indifferentemente.
D. Il suo motto è?
R. Crescere professionalmente, sempre.
D. Progetti per il 2008?
R. Tanti, sia in campo artistico che in campo letterario,
ma scaramanticamente non voglio sbilanciarmi troppo.
Posso anticipare solo che il 2008 mi vedrà protagonista di ben tre calendari e si sa che chi ben comincia...
mercoledì 12 dicembre 2007
Pietro Alfarano e la tecnologia
Intervista esclusiva realizzata il 12 dicembre 2007 da Ilaria Solazzo a Pietro Alfarano per “castzine”.
Pietro Alfarano, ha 31 anni, vive a Lecce e si occupa di comunicazione.
D. A che età si è avvicinato al mondo della grafica?
R. A 20 anni, dopo aver lavorato per tre anni nella produzione musicale.
D. Che rapporto ha con il mondo della pubblicità?
R. Se per "mondo" intendiamo, la tribù di millantatori, che vagano per l'Italia,
a vendere spot e siti web preconfezionati,(e anche male), rispondo non ho rapporti.
Se viceversa per "mondo" intendiamo le pochissime agenzie serie rimaste, (fuori dall'Italia), allora rispondo che il mio rapporto è di stima.
D. Perché si è avvicinato al mondo della progettazione?
R. E’ una forma di espressione che per funzionare ha bisogno della conoscenza di regole tecniche e di creatività, personalmente sguazzo negli studi tecnici e la fantasia non mi è mai mancata.
D. Quali modelli di programmazione preferisce utilizzare?
R. L'unico modello di programmazione che mi viene in mente è quello neuro-linguistico, che ho studiato, che trovo interessante, e che ho integrato nella mia pentola di nozioni.
D. Le piace sperimentare più tecniche su diversi programmi?
R. Trovo che a volte sia la chiave per differenziarsi, sui miei PC ho più di 52 software installati e li uso tutti regolarmente.
Dedico almeno il 15% del mio tempo a cercare e studiare nuove tecniche e nuovi software.
D. Tra i progetti che ha realizzato in quale ha utilizzato le tecniche più avanzate?
R. Quello che ricordo con più entusiasmo è indubbiamente un progetto per uno studio di registrazione ultratecnologico.
Mi fu commissionato il sito web.
Il mio primo pensiero fu quello di far rivivere al navigatore la stessa esperienza che stavo vivendo io, li dentro, circondato da amplificatori, mixer, etc.
Prima realizzai delle fotografie panoramiche, (a 360 gradi), e dopo con l'ausilio di flash creai delle animazioni interattive.
In due parole, a sinistra una piantina dello studio, a destra una finestra virtuale nella stanza selezionata.
Il navigatore poteva guardare in qualsiasi direzione, avvicinarsi agli oggetti, insomma sembrava di stare davvero lì.
D. Cosa bisognerebbe fare per aprire una nuova pagina nel mondo della comunicazione?
R. Bisognerebbe migliorare la legislazione in merito.
E' vero la pubblicità deve farti sognare, ma troppo spesso è ingannevole.
D. Nella vita di tutti i giorni quali sono le attività principali che riempiono la sua giornata?
R. Lavoro, lavoro, lavoro. A volte la notte sogno la soluzione che stavo cercando per un cliente, ma mi sveglio amareggiato di non averla ancora realizzata.
D. Ci racconti del suo lavoro presso la ‘Concorsi&concorsi’.
R. Ho un amico a Bari che continua a lavorare per loro, ogni tanto ci incontriamo e mi racconta le ultime "barzellette".
D. Quanto le ha dato e quanto le ha tolto l’essere diventato un professionista nel suo settore?
R. Mi ha dato molto. Sono soddisfatto di essere riuscito a fare quello che volevo senza sottostare a modelli stereotipati come "l'artista sregolato", ma mi ha tolto un pò di tempo e di relax.
D. A cena con Sabrina Ferilli o Elisabetta Canalis?
R. Emanuela Falcetti avrà sicuramente qualcosa di più interessante da dirmi rispetto alla Ferilli e alla Canalis.
D. Cosa le piace dell’ambiente pubblicitario? E che cosa le piace meno?
R. Mi piace lavorare per un'azienda o un prodotto valido, nel quale credo.
Mi piace di meno progettare una campagna per un servizio che già io stesso reputo un inganno.
D. Cambiando argomento: Pietro e la tecnologia. Con il telefonino che rapporto ha?
R. Il miei due cellulari sono accesi circa 4 ore al giorno e non potrebbero esserlo di più, perchè il continuo squillare mi deconcentra.
Il mese scorso ero su un set per uno spot ed ho dovuto mettere il cellulare di un attore in un bicchiere d'acqua.
Dopo una sana risata generale, l'agente dell'attore lo ha messo in conto al cliente.
Trovo irritante chi tiene acceso il cellulare in particolari momenti di concentrazione sul lavoro.
D. Che cosa bisognerebbe fare per cercare di dare una calmata a questo ambiente artistico che spesso appare un pò esagerato? Ha un suggerimento?
R. Sarebbe sufficiente mandare un pò di gente a casa.
D. I suo hobby quali sono?
R. Comincio a temere di non averne più, li ho tutti trasformati in branche del mio lavoro.
Ultimamente sto studiando e seguendo il "machinima", è una nuova tecnica di modificare i videogiochi per realizzare cartoni animati in tempo reale.
D. Se le dico ‘nuove tecnologie’ cosa le viene in mente?
R. Le uniche vere nuove tecnologie che riesco ad immaginare, vanno nella direzione dell'energia. Non servirà a molto inventare i dischi volanti se poi non abbiamo carburante.
D. Qual è la sua scuola di pensiero?
R. Bella domanda! Ho molti maestri ai quali mi rifaccio, ma ti nominerò solo i più importanti: Kubrick, Polansky, e Chaplin per regia e fotografia, mentre per il design il solo e grande Munari.
D. Ha mai lavorato come grafico editoriale?
R. Per fortuna mai! Potrei morire di noia e con me le mie idee.
D. Qual è attualmente il suo spot TV preferito?
R. Ne avrei uno se dessero a Toscani la possibilità di scriverne uno.
La sua ultima campagna meriterebbe delle sovvenzioni per uno spot girato in pellicola.
D. Ha una digitale professionale, una tascabile o le basta la fotocamera del cellulare ?
R. Digitale professionale.
Quando faccio uno scatto, devo essere io l’autore non la fotocamera ed i suoi inutili automatismi.
Quella del cellulare poi, non è una fotocamera, perché non ha obiettivo, ma solo un misero pezzo di plastica. Avete mai provato a stampare la foto del cellulare?
D. Qual è la cosa più importante che ha imparato sul mondo del marketing?
R. Che non si può mai improvvisare, perchè le aziende investono somme importanti e se fai errori grossolani vai a casa.
Non di rado mi capitano clienti delusi da consulenti di basso rango, devo dire che a volte li preferisco, perchè sanno di cosa parlo e perciò apprezzano le nozioni che condivido con loro nella fase iniziale.
D. Progetti futuri?
R. Spostarmi nel tempo, ma temo che per ora rimarrà solo un sogno.
Mi accontenterò di immaginare il futuro.
mercoledì 28 novembre 2007
Fabio Marini, missione manager
Intervista esclusiva realizzata il 28 novembre 2007 da Ilaria Solazzo a Fabio Marini per 'castzine'.
Cercava fin da ragazzo una strada che lo facesse sentire bene con se stesso.
E' l'uomo degli eventi impossibili che riversa nel suo lavoro i suoi impulsi vitali, le sue inquietudini ed il suo coraggio.
Pacato, maturo ed ottimista è sempre attento ai piccoli bisogni dei suoi numerosi amici e clienti VIP.
Creativo, con una vena classica, adora le novità che considera sorgenti di vita e di giovinezza.
D. La sua agenzia di cosa si occupa?
R. La mia agenzia si occupa di spettacolo e di cinema.
Svolgo l'attività di agenzia artistica e management artisti.
Produco spettacoli, eventi e concerti.
Offro servizi di consulenza e supporto organizzativo.
Io ed il mio team siamo anche specializzati nella fornitura di testimonial per eventi e fiere e da qualche anno abbiamo allargato l'attività anche alle consulenze cinematografiche, televisive e pubblicitarie.
D. Quando è nata in lei la voglia di occuparsi di spettacolo?
R. Già da bimbo, perché ricordo che seguivo con particolare interesse il mondo dello spettacolo.
Da adolescente iniziai ad organizzare nella mia regione varie manifestazioni.
D. Con chi collabora?
R. Le collaborazioni sono provvisorie, riferite ad un determinato periodo.
Adesso ad esempio sto collaborando con Rai fiction per un grosso progetto.
D. Quali produzioni ha curato?
R. Ho curato diverse produzioni sia teatrali che musicali.
Nei teatri ho portato Beppe Grillo, Sconsolata, Giobbe Covatta, Enrico
Brignano, Gianfranco D'Angelo, Tullio Solenghi, Max Tortora, Giovanni Cacioppo e tanti altri.
Non li ricordo tutti, perché sono oltre 10 anni che faccio questo mestiere.
Come produzioni musicali ho organizzato davvero tanti concerti: Biagio
Antonacci, Gloria Gaynor, Paolo Meneguzzi, Le Vibrazioni, Zero Assoluto,
AlBano, Anna Tatangelo, Enrico Ruggeri, Amedeo Minghi, Nino D'Angelo, Fausto
Leali, Sud Sound Sistem ecc...sono davvero tanti è impossibile ricordarli tutti.
D. Di quale VIP cura il management?
R. Ormai non esiste più il management in esclusiva, il mercato è cambiato.
Adesso si lavora bene con le collaborazioni dirette.
Io lavoro con tanti artisti senza averne l'esclusiva, continuando a seguire da vicino Stefano Masciarelli che adesso è impegnato nei teatri italiani con "La febbre del sabato sera".
D. Come e quando è nata la sua amicizia con il cantante Albano Carrisi?
R. E' iniziata 4 anni fa, quando abbiamo lavorato insieme per i suoi concerti in Puglia.
Albano è unico, è un grande uomo e un grande artista.
D. Tra gli spettacoli teatrali a cui ha assistito quale l'è piaciuto di più? Perchè?
R. Io adoro gli spettacoli comici e brillanti.
Tra gli ultimi che ho visto qualche sera fa a Brindisi ‘Ficarra e Picone’, ma credo che lo spettacolo teatrale più bello sia stato quello che ho prodotto io cinque anni fa, si chiamava "Lucio Battisti ... nel cuore nell'anima" era un omaggio teatrale dedicato a Lucio Battisti, presentava la mia amica Melba Ruffo di Calabria,
l'orchestra dal vivo eseguiva tutti i brani di Battisti con grandissimi ospiti legati alla vita del cantante e non...tra questi vi erano Tony Dallara, Rita Forte, Gatto Panceri, etc.
D. Per quali film è stato incaricato di scegliere le locations?
R. Ho scelto le location e curato l'organizzazione in Puglia per il film 'La
terra' di Sergio Rubini e 'Manuela D'amore 2' di Giovanni Veronesi, ma anche per
pubblicità come accadde per lo spot mondiale 'Mastercard 2007' e per il catalogo
'Oviesse 2007'.
D. Quanti concerti ha organizzato sino ad oggi?
R. Difficile domanda. Non ricordo, perché sono tanti, credo più di 400.
D. Cosa non sopporta della sua professione? Cosa ama?
R. Non sopporto i problemi legati al riconoscimento economico, perché spesso
si fa fatica a prendere i soldi. Amo tutto il resto.
D. Progetti per il 2008?
R. Ho diversi progetti, alcuni già in fase di realizzazione.
Il più importante le riprese della fiction di punta di Raiuno che dovrebbe
girarsi nella nostra regione, ma anche teatro ed eventi.
Sto lavorando per portare a Brindisi una data della tournee teatrale del mio amico Gianfranco D'angelo che si chiama "Indovina chi viene a cena" con Ivana Monti e Lidia Cocciolo.
lunedì 26 novembre 2007
Giustolisi Massimo, un attore tutto d´oro
Intervista esclusiva realizzata il 26 novembre 2007 da Ilaria Solazzo a Massimo Giustolisi per `castzine’.
Ha 28 anni, è originario di Catania ed è un artista che ha lavorato con Leo Gullotta, Alessandro Haber, Giulio Brogi...e Galatea Ranzi.
E' stato `Il principe azzurro´ nella "Cenerentola" di Perrault,`Ippolito´ne "L´amore di Fedra" di Sarah Kane...e non solo.
D. Qual è stata la sua prima esperienza artistica?
R. Uno spettacolo teatrale con la regia di un grande attore, Gianluca Enria. Avevo solo 15 anni.
D. Quando ha capito che nella vita voleva fare l´attore?
R. Credo da sempre. Avrò avuto tre anni!
D. Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato nel mondo dello spettacolo sino ad oggi?
R. Le difficoltà sono un po' quelle di tutti... la precarietà di questo mestiere.
Oggi sei scritturato, domani non sai se potrai pagare l'affitto.
Per fortuna, fino ad adesso mi è andata bene.
D. In questi anni di tournèe si sente cambiato più dentro o più fuori?
R. La tournée sconvolge molto il bioritmo, anche se io non mi sento molto cambiato.
Ammetto che stare fuori casa per molto tempo, oltre a modificare le tue abitudini, ti porta naturalmente a fortificarti, perchè devi contare solo su di te.
D. Che tipo di personaggio le piace interpretare?
R. Io adoro interpretare personaggi sempre diversi che spesso si discostino molto da me.
E' una sfida sempre nuova.
D. A chi si ispira quando recita? Perché?
R. Non mi ispiro a nessuno.
Dai grandi attori con cui ho lavorato ho cercato di assorbire come una spugna tutto ciò che mi hanno dato di buono per poi farlo assolutamente mio.
D. Preferisce essere apprezzato per carattere, semplicità o fisico?
R. La semplicità fa parte del mio carattere e sono contento se mi venga riconosciuto qualche pregio, ma i complimenti per l'aspetto fisico mi fanno sempre molto piacere.
D. Determinazione, fortuna e raccomandazione, qual è secondo lei la più importante per emergere in ambito artistico?
R. Indubbiamente una bella ricetta di tutti e tre gli ingredienti, formerebbe un mix imbattibile.
Con queste dosi: due terzi di determinazione il resto diviso tra fortuna e una buona parola da parte di chi ti apprezza come artista e ti propone...La raccomandazione immotivata non la sopporto, anche se ammetto che spesso se ne fa largo uso.
D. A lei è mai capitato di avere momenti critici in cui ha detto: "Da domani cambio professione , con il teatro ho chiuso"?
R. Sì, ma poi mi sono detto: ‘E poi che mi metto a fare?’.
Sono solo momenti che poi passano, perché basta solo rimboccarsi le maniche.
D. Qual è la cosa che le piace di più del suo lavoro?
R. E' l'assoluta assenza di una routine.
Questo lavoro trasforma continuamente la tua vita e io che sono in continua evoluzione ne subisco tutto il fascino.
Inoltre ogni personaggio mi arricchisce e mi aiuta a scoprire parti di me, inesplorate.
D. Cosa cambierebbe volentieri?
R. Del mestiere dell'attore cambierei volentieri l'aspetto fiscale, la burocrazia.
Mi piacerebbe che ci fosse una vera regolamentazione che gestisca e protegga la categoria.
D. Se dovesse dirigere un musical, chi sono gli attori che vorrebbe nel suo cast? Per quale motivo?
R. Mi viene subito in mente Lorella Cuccarini... a mio parere è la più grande performer del teatro musicale italiano.
Ho avuto modo di apprezzarla in teatro e ne sono rimasto colpito dal talento, dalla professionalità e dal carisma.
Ma ce ne sono moltissimi.
Penso al grande Massimo Ranieri, o ancora a Maria Laura Baccarini, Renata Fusco... tutti straordinari professionisti.
D. Ci anticipi i suoi impegni futuri.
R. La tourneè di "Marianna Ucria" con Mariella Lo Giudice e poi gli spettacoli della mia compagnia "Buio in sala" al teatro Tezzano di Catania e in tournèe con lo spettacolo "L'importanza di chiamarsi Ernesto" con la mia regia e di Giuseppe Bisicchia.
Poi in primavera altre due nuove produzioni.
Adesso che ci penso, mi sa che mi servirà tanta fortuna, anche se a teatro l'augurio è diverso, ma lo potete immaginare, no?
martedì 13 novembre 2007
Denny Mendez, attrice in ‘Ocean twelwe’
Intervista esclusiva realizzata il 13 novembre 2007 da Ilaria Solazzo a Denny Mendez per ‘castzine’.
Ha occhi e capelli neri, è alta 1,78 cm,pesa 56 Kg ed è del segno zodiacale del cancro.
Oltre allo spagnolo ed all'italiano ha una buona conoscenza dell' inglese.
E’ stata la prima miss Italia di colore nella storia del concorso.
D. A che età ha iniziato a lavorare come indossatrice?
R. All'età di 16 anni, dopo aver seguito alcuni corsi di portamento, sfilando per aziende di abbigliamento.
D. A che età è diventata Miss Italia?
R. A 18 anni.
D. Cosa ha fatto dopo la sua vittoria?
R. Ho passato il primo anno facendo grandi esperienze in giro per l’Italia e per il mondo.
Ho rappresentato l’Italia a Miss universo classificandomi al quarto posto.
D. Nel 1998 in quali fiction per la TV ha recitato?
R. In ‘Turbo’ dove interpretavo un ruolo al fianco di Anna Valle.
D. A quale film ha preso parte nel 2000?
R. A ‘Il ronzio delle mosche’.
D. Di quali spot televisivi è stata testimonial?
R. Della Nestlè e della Swatch.
D. Con chi la lavorato nel 2001?
R. In ‘Chiaroscuro’ con il grande Nino Manfredi.
D. Nell’inverno 2003/4 è stata una delle protagoniste della commedia brillante “Boeing-Boeing” con Carlo Croccolo.
Cosa ha appreso da quell’avventura?
R. E’ stata un’esperienza che mi ha formato molto, perché si trattava di una commedia che basava la sua comicità sul rispetto dei tempi.
‘Boeing-Boeing’ mi ha legato molto a Carletto Croccolo, una leggenda vivente, una vera e propria enciclopedia dell’attore , una persona meravigliosa che mi ha preso sotto la sua ala e mi ha dato una miriade di consigli contribuendo moltissimo alla mia maturazione scenica e divenendo oggi, assieme alla sua compagna Daniela,(eccellente attrice), un amico insostituibile.
D. In tutti questi anni ha partecipato a moltissime trasmissioni televisive sia come ospite che come valletta.
E’ stata Barbara Cifariello in “Un posto al sole” che le ha fatto vincere un premio. Quale?
R. Ho vinto l’Arechi d’oro al festival internazionale del cinema di Salerno, un premio che mi ha emozionato molto ricevere e che mi ha dato gli stimoli giusti per continuare a studiare ed impegnarmi con grande abnegazione nel mio lavoro.
D. Ha fatto tante esperienze, ma un filo sottile comune le unisce tutte: l’arte. È questo il suo vero amore?
R. In realtà penso sì di aver fatto molte esperienze, ma meno di quelle che avrei potuto fare se fossi stata più matura o avessi avuto una persona che mi guidasse nel mio ingresso in questo ambiente.
Avrei potuto bruciare molto prima le tappe ed individuare prima la strada da seguire.
Pensate solo a come una guida esperta e scaltra nel mestiere avrebbe sfruttato la polemica scaturita a Miss Italia.
Comunque sono felice di come sia andata, perché la gavetta non fa mai male a nessuno in questo mestiere.
Adoro il teatro, perché è il vero banco di prova per un attore, in quanto quando si è sul palco non si può ripetere la scena, non si possono sbagliare i tempi e le battute poiché da esse dipende anche l’interpretazione dei colleghi.
Io mi sento completamente appagata nell’immedesimarmi in un personaggio da interpretare, cerco di ragionare come lei, e più ci vado vicina più mi sento felice e soddisfatta.
Amo anche i ruoli nel cinema,le fiction tv, le sit-com e mi piace molto condurre programmi per la TV che mi affascinano e che mi permettono di metterci del mio, ad esempio quelli musicali, sportivi oppure a sfondo comico…Io mi vedrei bene nelle ‘Iene’.
Non so dire se è amore per l’arte ma di sicuro il mio è amore per questo lavoro.
D. Chi sono i suoi stilisti preferiti?
R. Gai Mattiolo, Gianfranco Ferrè,Valentino e Dolce&Gabbana.
D. I suoi sport prediletti?
R. Il golf,il basket e le bocce, mi piacciono molto.
Per motivi di lavoro comunque dedico il mio tempo libero in palestra.
D. I suoi cantanti preferiti sono?
R. Pino Daniele, Michele Zarrillo, Fiorella Mannoia e Renato Zero.
A questa donna sensibile, gentile ed intelligente non posso che augurare tanta fortuna.
martedì 6 novembre 2007
Maurizio Ciccolella, una stella del teatro
Intervista esclusiva realizzata il 6 novembre 2007 da Ilaria Solazzo a Maurizio Ciccolella per ‘castzine’.
Il motto di Maurizio Ciccolella potrebbe riassumersi in "Volere è potere".
Tenace e determinato, il suo desiderio fin da giovanissimo è stato quello di evadere dalla piccola realtà provinciale,
per incontrare e fare sue nuove realtà ed esperienze di vita.
Il suo curriculum, a dispetto della sua età, vanta già un elenco importante di lavori teatrali che gli hanno meritato prestigiosi riconoscimenti.
D. Che cos’è per lei, dopo tanti anni d’esperienza, l’arte dell’attore?
R. E' un mestiere aleatorio che ha perso il suo valore, ma poi, sulla scena, un attore bravo è sempre capace di lasciare affascinate.
D. Ora vive a Brindisi, ma c'è qualcosa che rimpiange del suo vissuto in giro per l’Europa?
R. Forse la possibilità di poter scegliere tra tante proposte culturali.
D. In quello che viene definito “studio teatrale” nella sua compagnia rientra anche la riscoperta delle tradizioni?
R. In un certo senso sì. E' imprescindibile la tradizione, da lì si parte per ri-cercare.
D. Artisticamente lei nasce a teatro, le sue scelte lavorative sono infatti molto rigorose.
C'è un attore italiano in particolare con il quale vorrebbe lavorare?
R. No, quelli che mi interessavano li ho già incontrati.
D. La sua formazione professionale quanto ha influito sul suo sguardo di regista ed art director?
R. Quasi completamente.
D. Nell’Italia del terzo millennio,della presunta crescita e del “tutto va bene” il teatro può svolgere un suo ruolo?
Ha un suo posto?
R. Sì, ma non mi vengono risposte al di fuori della retorica.
D. Quanto livello di oggettività c'è nei suoi testi? Quanto parla di se stesso in quello che scrive?
R. Parlare di sé è un'azione necessaria, chi crede nell'assoluta oggettività dell'arte è un pazzo o un ignorante.
D. Pensando al palcoscenico come ad un piano d'assi su cui si è mostrato tutto ed il contrario di tutto, accade a volte di sentire che il teatro sia un'arte sulla via del decesso, lei cosa ne pensa?
R. E' in decadenza da ormai decenni, ma non può perire mai, perché è una delle arti più antiche.
D. Che idea si è fatto del pubblico teatrale?
R. Quello di Brindisi è stupendo, specie quando parla bene dei miei spettacoli.
D. Per concludere, cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro dall'eclettico Maurizio Ciccolella?
R. Uno spettacolo a due con un grande regista italiano del cinema che debutta per noi nella prosa:
lo spettacolo s'intitola "L'attesa".
Un progetto sulla formazione teatrale e l'organizzazione con tanti enti importanti e sempre gratuito per i partecipanti.
venerdì 2 novembre 2007
Hedy Nerito, una modella vulcanica
Intervista esclusiva realizzata il 2 novembre 2007 da Ilaria Solazzo ad Hedy Nerito per ‘castzine’.
Hedy Nerito è una giovane donna lombarda, che ha seguito nel corso della sua carriera artistica molti corsi di portamento, di posa fotografica e casting video.
Ha collaborato con moltissimi fotografi, pittori e scultori famosi.
D. Parliamo del suo approccio con la professione di modella.
Come è nata questa "vocazione" ?
R. E' nata posando.
Ero andata da un fotografo di una città vicina alla mia per fare il mio primo book, non perché pensavo di fare la modella,
ma per avere foto mie, per provare l'emozione di essere una modella per un giorno ed invece lì, è scoccata la scintilla per questo lavoro.
D. Quali sono gli elementi che più le piacciono del fare la modella?
R. Mi piace poter interpretare personaggi diversi ogni volta, poter guardare la foto finale e dire: "che bella" e sapere che anche io ho contribuito a fare qualcosa di artistico.
D. Qual è stata la sua prima esperienza artistica?
R. E’ stata per il portfolio di Livio Moiana, giovane ed affermato fotografo della provincia di Varese.
E' stata un’esperienza unica, perché lui è molto professionale.
Iniziare a posare per un'artista del suo calibro è stato molto educativo.
D. Quando ha capito che nella vita voleva fare l’indossatrice?
R. Io non faccio l'indossatrice, perché non ne ho le caratteristiche, sono
troppo bassa.
D. Se ricevesse due proposte di lavoro da griffe come Cavalli e Gucci, quale
sceglierebbe? Perché?
R. Beh tutte e due. Se vogliono l'esclusiva, invece, quella che mi paga di più. Sono sincera.
D. Quali sono gli aspetti del suo carattere che, a suo parere, le permettono di farsi strada in un mondo, non facile, come quello dello spettacolo e della moda?
R. Cerco sempre di essere umile, perché niente mi è dovuto.
Lavoro sodo, esercitandomi e studiando pose e poi cerco di avere la testa sulle
spalle senza farmi prendere da facili entusiasmi.
D. Se decidesse di non lavorare più come modella che altro tipo di vita e di professione vorrebbe intraprendere?
R. Ci sto lavorando.
Mi piacerebbe rimanere nel campo, magari a livello organizzativo o di booking, oppure vorrei aprire un'attività tutta mia.
D. Per la sua carriera quanto conta posare senza veli?
R. Non ho problemi a posare senza veli, amo il mio corpo e non mi vergogno di lui.
L'importante è che non siano immagini volgari o che mi facciano percepire che il fotografo sia interessato ad altro e non alla visione artistica del mio posare senza veli.
D. Le piace essere ammirata?
R. Beh a quale donna non piace? Ma non sono una provocatrice.
D. Ritiene che fare un calendario per un magazine sia un buon trampolino di lancio?
R. Non lo so. In realtà per qualcuna lo è stato, per altre è stato un' arrivo, per altre un lavoro come un altro.
D. Ha una sua foto che lei preferisce?
R. Ce ne sono tante per fortuna, se no vorrebbe dire che questa attività non mi darebbe soddisfazioni, però c'è un mio ritratto beauty che credo rispecchi molto la mia personalità e dove vedo me stessa ben rappresentata.
D. Spesso nei servizi fotografici di nudo si gioca sull'ambiguità tra due donne.
Lei poserebbe mai per un servizio fotografico con un'altra modella?
R. Già fatto.
D. Il suo motto è?
R. Forza ed onore.
martedì 30 ottobre 2007
Alfonso Giordano, un esperto esecutore di musica
Intervista esclusiva realizzata il 30 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo ad Alfonso Giordano per ‘castzine’.
Ogni volta che si parla di musica vengono citati soltanto i nomi degli artisti di facciata,
ma vi sono personalità anonime che marchiano con un'impronta indelebile il mondo dell’arte.
Tra questi vi è Alfonso Giordano un bravissimo musicista salernitano che suona nei ‘CorEcorde’ il flauto traverso, l’ottavino e la ciaramella.
D. A che età ha iniziato a studiare canto?
R. Non ho mai studiato canto.
Ho iniziato da ragazzino a studiare chitarra classica.
I miei studi di musica, da qualche anno, si sono focalizzati sul flauto traverso.
D. Da chi ha ereditato questa passione?
R. La passione per la musica è nata e cresciuta inspiegabilmente dentro di me ,non mi è stata trasmessa dalla mia famiglia.
D. Quante ore al giorno dedica alla musica?
R. Almeno un paio.
D. Quando ha capito che essa sarebbe stata parte integrante della sua esistenza?
R. Quando ho iniziato a pizzicare le corde di una chitarra, all’epoca avevo 12 anni,solo allora mi resi conto di non poter fare a meno di esprimermi ed a volte di rifugiarmi nella musica.
Sono convinto che essa sia parte integrante della vita di ognuno.
C’è chi la fa e chi si limita ad ascoltarla, ma nessuno riesce ad escluderla dalla propria esistenza.
D. Quale sua esibizione ricorda con maggior affetto?
R. Nessuna in particolare, perché escludendo le cosiddette “serate storte”, ogni volta è stata per me una esperienza emozionante e meritevole di essere ricordata.
D. Quanti strumenti musicali sa suonare?
R. La chitarra, il flauto traverso e le percussioni sono gli strumenti attraverso i quali mi piace esprimere le mie velleità musicali.
La scelta di non “specializzarmi” mi dà motivo di non ritenermi né un chitarrista, né un flautista, né un percussionista.
D. Di quale gruppo fa parte?
R. Attualmente faccio parte di due gruppi musicali: uno di musica popolare, i “CorEcorde”, e l’altro in cui sfogo le mie pulsioni rock con la mia chitarra elettrica, “Indagini su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”.
D. Qual è il suo ruolo all’interno dei ‘Corecorde’?
R. Fondamentalmente suono il flauto traverso e l’ottavino, ma ci sono momenti nei nostri spettacoli in cui mi cimento con il canto,
il ballo e la recitazione.
D. E’ laureato?
R. Non ancora.
D. E’ fidanzato?
R. Si. Felicemente, da 9 anni.
D. La sua famiglia è contenta dei suoi traguardi?
R. Si, ma mi vorrebbe già laureato.
D. Cosa non cambierebbe mai del suo carattere?
R. La disponibilità a comprendere, ovvero l’apertura mentale verso tutto ciò che mi circonda e verso gli altri.
D. C’è un progetto a cui tiene particolarmente e che intende portare avanti nei prossimi mesi?
R. Si, ma non intendo parlarne ora, perché non è ancora definito.
Posso dire che si tratta di un progetto benefico dove la musica e lo spettacolo sono protagonisti.
D. Se fosse una canzone sarebbe…
R. Una canzone rock-progressive: tanta melodia dolce e profonda con aperture brillanti ed incisive.
D. Si descriva utilizzando sei aggettivi.
R. Disponibile, onesto, lunatico, pigro, sensibile e sognatore.
D. Il suo cantante preferito è?
R. Ian Anderson, front-man dei Jethro Tull.
D. Se andasse su un'isola deserta, quali sono le tre cose che porterebbe in valigia?
R. La chitarra, un lettore mp3 ed un buon libro.
D. Come abbina la sua attività con la vita privata?
R. Faccio un pò confusione tra le due e la cosa non mi dispiace.
L’amicizia, l’amore, l’impegno serio e lo svago caratterizzano la mia vita di tutti i giorni,
ma senz’altro li riscontro anche nell’ambito della mia attività musicale.
D. Sogno nel cassetto?
R. Fare della mia passione un lavoro.
sabato 27 ottobre 2007
Remo Angeloni ed il mondo della fotografia
Intervista esclusiva realizzata il 27 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo a Remo Angeloni per ‘castzine’.
Nato a Roma nel 1975, coltiva l'interesse per la fotografia studiando ed utilizzando fotocamere a pellicola. Inizia il suo percorso professionale nel 2000 con tecnologie digitali nell'ambito del foto-giornalismo e della fotografia scientifica.
La fotografia pubblicitaria e la fotografia di scena per lo spettacolo, la televisione ed il cinema diventano le successive tappe che contribuisco ad una "visione" più ampia della fotografia.
D. Quando ha iniziato a fotografare quali sono stati i suoi primi soggetti?
R. Ho iniziato a fotografare all’età di 14 anni.
I primi soggetti in assoluto sono stati elementi della natura, con cui cercavo di capire la luce.
I primi ritratti li ho fatti ad una compagna di liceo che di tanto in tanto si prestava a farsi fotografare.
D. Qual è la "sua" fotografia ?
R. La mia è una fotografia “descrittiva” e non “manipolatrice”, partendo dal presupposto che ogni singolo soggetto ha i suoi colori e le sue sfumature, io cerco il più possibile di tirare fuori ciò che appartiene al soggetto altri,invece, cercano di condizionarlo ad esprimere qualcosa che non gli appartiene in maniera naturale, è una questione di scelte e di pensiero.
D. Quando,secondo lei, la fotografia diventa arte ed il fotografo artista?
R. Quando regala emozioni, come lo è una canzone, dei passi di danza, una buona recitazione, un quadro, una scultura ed ovviamente sono da reputare artisti gli artefici di tutte queste cose e di molte altre che non sempre sono riconosciute come arte, ma che sanno incendiare gli animi le menti ed i cuori.
D. Affermano spesso i media che la fotografia possa contribuire a cambiare il modo di vedere della gente e quindi il mondo,lei cosa ne pensa ?
R. Più che cambiare il modo di vedere, la fotografia ha il potenziale per rendere più sensibili le persone quindi può far vedere ogni cosa che ci circonda in maniera più profonda, cogliendo dettagli che di solito ci sfuggono oppure ci da la possibilità di vedere il mondo con occhi diversi, ovviamente in altri casi è vero anche l’esatto contrario.
D. A chi serve,a suo parere, la fotografia ?
R. A chiunque abbia voglia di regalarsi e regalare emozioni e sia sensibile a questo tipo di linguaggio visivo.
D. Come definisce il suo ‘ruolo’ specifico? Qual è la sua utilità?
R. La fotografia è un messaggio, è quindi utile per comunicare, perché può sostituire molte parole, può essere letta da osservatori di ogni lingua, paese ed età.
Per questo adoro ogni forma d’arte, perché sa arrivare anche dove i confini delle culture rappresentano muri apparentemente invalicabili.
D. Le immagini ed i linguaggi fotografici, possono avere un ruolo importante nella lotta alle mafie, nella costruzione di una cultura della legalità?
R. Si, ma per avere riscontro in questi ambiti dovrebbe essere inserita tra le materie scolastiche sin dalle scuole medie inferiori, per educare i bambini a conoscere questo linguaggio, potrebbero capire molte più cose che li circondano e che accadono o che potrebbero accadere con l’impegno e la volontà.
Senza questa azione per molto tempo i ragazzi è come se leggessero un libro in una lingua che non conoscono, si può cogliere qualche parola ma raramente il significato reale del testo.
D. Qual è lo stato di salute dell' editoria fotografica italiana,rispetto ad altre nazioni?
R. Dal mio punto di vista è in sonno da parecchio tempo, ha bisogno di una scossa.
D. Quanto può incidere la fotografia sui comportamenti sociali contemporanei?
R. Credo ben poco, per via della scarsa sensibilità ed importanza che gli viene data, è un peccato, se incidesse la metà della televisione penso che vivremmo in mondo culturalmente più evoluto.
D. Quante immagini ci sono attualmente nel suo archivio?
R. Circa 150 mila, anche se sono poche quelle che continuano a piacermi nel tempo.
Non ne cancello mai molte.
D. Parliamo del mercato della fotografia. Come siamo messi in Italia? Ci sono differenze con gli altri paesi del mondo?
R. Purtroppo c’è molta differenza.
La legislazione non ha ancora previsto un vero e proprio “ordine” dei fotografi, di conseguenza troppi aspetti di questo settore non vengono rivalutati da molto tempo, come ad esempio il foto-giornalismo ed i reportage, basti pensare che alcune tariffe per immagini editoriali sono rimaste le stesse per molti anni.
D. Perché ha scelto l’arte fotografica per esprimersi?
R. E’ avvenuto tutto in maniera molto naturale.
La fotografia ha attirato la mia attenzione sempre di più.
Nel tempo mi sono reso conto che fotografare mi faceva star meglio e mi dava tantissimo in termini di gratificazioni e così…eccoci qui oggi a chiacchierare di fotografia, mentre io cerco di rendere il favore a quest’arte.
D. Se il Remo teenager potesse incontrare un adolescente d'oggi, che consiglio darebbe?
E che consiglio vorrebbe ricevere?
R. Darei esattamente il consiglio che avrei voluto ricevere, “Guarda lontano e non avere paura” ed, invece, ho dovuto imparare ad alimentarmi ed a combattere anche le paure per poter perseguire il mio sogno.
D. Progetti futuri?
R. Tenterò di spaziare anche in altre forme d’arte cercando il più possibile la fusione tra di esse.
mercoledì 24 ottobre 2007
Marzia Fontana, un'attrice fashion
Intervista esclusiva realizzata il 24 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo a Marzia Fontana per 'castzine'.
Marzia Fontana è attrice, regista, presentatrice, autrice televisiva e modella.
Gli ingredienti per il successo ci sono tutti, ma lei non si è montata la testa.
Continua a lavorare con serietà nel mondo dello spettacolo senza rinunciare mai al privato.
Puntuale, indipendente e solare è una donna dall'animo nobile.
Gli ingredienti per il successo ci sono tutti, ma lei non si è montata la testa.
Continua a lavorare con serietà nel mondo dello spettacolo senza rinunciare mai al privato.
Puntuale, indipendente e solare è una donna dall'animo nobile.
D. Come ha avuto inizio la sua carriera?
R. Ho iniziato con piccoli ruoli a teatro, poi sono passata per gli spot pubblicitari fino ad approdare al cinema ed alla fiction TV.
D. Quante lingue straniere conosce?
R. Francese abbastanza bene, un pò più scolastico l’inglese.
D. Cosa ricorda del periodo trascorso sul set del film ‘Tè con Mussolini’?
R. Una grande emozione.
E’ stato il mio primo lavoro cinematografico.
Trovarmi a lavorare vicino a professionisti di quel calibro è stato travolgente.
D. Quale ruolo ha interpretato nel film ‘L’amore ritrovato’?
R. Interpretavo la moglie di Stefano Accorsi, avevo un solo cameo, ma per lavorare con Carlo Mazzacurati mi sarei accontentata di qualsiasi ruolo.
D. Hai mai preso parte a cortometraggi?
R. Assolutamente si, anche con registi esordienti.
Credo che sia importante lavorare con giovani che ti trasmettono un grande entusiasmo ed una grande energia, a prescindere dalla loro esperienza professionale.
D. Nel 1999 di quale video clip è stata la protagonista?
R. Di una canzone di Fabio Roveroni, molto orecchiabile e carina.
Un meraviglioso ricordo, pensa che fu scritturato anche mio padre un ex-giocatore di calcio diventato poi allenatore di prima categoria.
Come lo vide il regista fece carte false per averlo.
D. Lo spot TV più divertente che ha girato qual è stato?
R. ‘Riso Gallo’. Il mio primo spot, dovevo parlare con un gallo virtuale.
D. Per quanti anni ha studiato danza moderna?
R. 4 anni. Oggi ballo il Bolgie-Woogie con il mio fidanzato.
D. Di quali spettacoli teatrali ha curato la regia nel 2005?
R. Alcuni recital. Una esperienza interessante.
Si impara molto trovandosi dall’altra parte del muro, a dover dirigere.
D. Come si chiama il cortometraggio che lei ha girato due anni fa?
R. “Ora o mai più” tratto da una sceneggiatura autobiografica di Carmen Marsala.
Una storia importante che attira l’attenzione sulla mancanza di umanità che a volte c’è nei nostri ospedali e nella categoria medica. Troppo spesso siamo solo casi clinici e non persone.
D. E’stata produttrice esecutiva di quale programma televisivo?
R. “Movie Actors”, un programma giovane, fatto da giovani, fresco ed interessante.
D. Se ripensa alla fiction ‘Carabinier 7’,quali sensazioni le vengano alla mente?
R. La grande professionalità del regista Raffaele Mertes e del suo team.
D. Come è stato lavorare con Valerio Morini?
R. Valerio è forte professionalmente, ama il suo lavoro ed i suoi lavori sono di ottima qualità.
Al di fuori del lavoro è una persona molto sensibile, un buon amico.
D. A quanti anni ha cominciato ad essere indipendente?
R. Ho cominciato a lavorare a 19 anni, mentre frequentavo l’università.
In questo lavoro è difficile parlare di indipendenza, alcune annate sono più produttive altre meno. Considera che un buon 70% degli attori ha anche un altro lavoro estraneo allo spettacolo.
Al di la del lato economico io sono tra i “bamboccioni” dato che ancora vivo con i miei genitori.
D. Hai altre attività oltre allo spettacolo? Quali?
R. Insegno recitazione cinematografica presso ‘Il Piccolo Teatro di Arezzo’ con ottimi risultati.
Un mio allievo è stato scelto per girare la fiction “Due cuori ed un delitto” che vedremo il prossimo anno sulla Rai, altri hanno girato pubblicità per l’Italia e per L’estero, ed infine il nostro cortometraggio “Ho un problema” è stato in concorso ai David di Donatello.
D. Come ha vissuto il periodo di Vallettopoli?
R. E’ solo la punta dell’iceberg e gli addetti ai lavori lo sanno.
La cosa da un lato non mi tocca poiché io sto facendo la mia bella gavetta e non cerco scorciatoie, dall’altro lato mi suscita una infinita tristezza per non dire peggio.
D. Le piacerebbe lavorare con Riccardo Scamarcio?
R. Dipenderebbe dal progetto e dal ruolo propostomi.
D. E’ un problema essere fidanzati quando si è famose?
R. Famosa io? Credo che ci sia ancora tanta strada da fare per essere definita tale, per ora sono un’artista che vive della sua passione.
Sono fidanzata da 10 anni ed in tutta sincerità la mia relazione mi dà una grande sicurezza,
una grande motivazione a fare sempre meglio ed una grande carica.
Oltretutto non amo la vita mondana e lo scoop a tutti i costi.
Vivo la vita come ho sempre fatto e come credo sia giusto, ossia con semplicità e genuinità.
D. Ha tatuaggi?
R. No.
D. Quando non lavora cosa fa?
R. Curo gli animali abbandonati, tutti, nessuno escluso.
Sono una gattara, infatti ho delle colonie di gattini che mi aspettano ogni giorno e quando posso faccio volontariato al canile.
Infine sto studiando per prendere la mia seconda laurea.
D. Che rapporto ha con i suoi fans?
R. Di amicizia. Ci scriviamo quotidianamente delle e-mail e parliamo di tutto.
Sono in tanti a scrivermi ed a visitare il mio sito che è diventato il loro sito e la loro bacheca.
D. Progetti futuri?
R. Per ora sto lavorando per ‘RTV 38’, la più grande tv del centro Italia, una gran bella azienda dove nulla è lasciato al caso.
La mia direttrice Diletta Bianchi non mi manda in onda se non sono più che perfetta.
Ad ‘RTV 38’ conduco due programmi ‘Idea Week-End’ e ‘Zona 38’, sto imparando tanto ed con ‘Zona 38’ mi sono misurata per la prima volta con la tanto temuta diretta tv.
Per fortuna affianco Marco Corsi in trasmissione, un grande professionista che mi sta facendo crescere tanto.
Per il resto speriamo in un 2008 produttivo cinematograficamente parlando.
R. Ho iniziato con piccoli ruoli a teatro, poi sono passata per gli spot pubblicitari fino ad approdare al cinema ed alla fiction TV.
D. Quante lingue straniere conosce?
R. Francese abbastanza bene, un pò più scolastico l’inglese.
D. Cosa ricorda del periodo trascorso sul set del film ‘Tè con Mussolini’?
R. Una grande emozione.
E’ stato il mio primo lavoro cinematografico.
Trovarmi a lavorare vicino a professionisti di quel calibro è stato travolgente.
D. Quale ruolo ha interpretato nel film ‘L’amore ritrovato’?
R. Interpretavo la moglie di Stefano Accorsi, avevo un solo cameo, ma per lavorare con Carlo Mazzacurati mi sarei accontentata di qualsiasi ruolo.
D. Hai mai preso parte a cortometraggi?
R. Assolutamente si, anche con registi esordienti.
Credo che sia importante lavorare con giovani che ti trasmettono un grande entusiasmo ed una grande energia, a prescindere dalla loro esperienza professionale.
D. Nel 1999 di quale video clip è stata la protagonista?
R. Di una canzone di Fabio Roveroni, molto orecchiabile e carina.
Un meraviglioso ricordo, pensa che fu scritturato anche mio padre un ex-giocatore di calcio diventato poi allenatore di prima categoria.
Come lo vide il regista fece carte false per averlo.
D. Lo spot TV più divertente che ha girato qual è stato?
R. ‘Riso Gallo’. Il mio primo spot, dovevo parlare con un gallo virtuale.
D. Per quanti anni ha studiato danza moderna?
R. 4 anni. Oggi ballo il Bolgie-Woogie con il mio fidanzato.
D. Di quali spettacoli teatrali ha curato la regia nel 2005?
R. Alcuni recital. Una esperienza interessante.
Si impara molto trovandosi dall’altra parte del muro, a dover dirigere.
D. Come si chiama il cortometraggio che lei ha girato due anni fa?
R. “Ora o mai più” tratto da una sceneggiatura autobiografica di Carmen Marsala.
Una storia importante che attira l’attenzione sulla mancanza di umanità che a volte c’è nei nostri ospedali e nella categoria medica. Troppo spesso siamo solo casi clinici e non persone.
D. E’stata produttrice esecutiva di quale programma televisivo?
R. “Movie Actors”, un programma giovane, fatto da giovani, fresco ed interessante.
D. Se ripensa alla fiction ‘Carabinier 7’,quali sensazioni le vengano alla mente?
R. La grande professionalità del regista Raffaele Mertes e del suo team.
D. Come è stato lavorare con Valerio Morini?
R. Valerio è forte professionalmente, ama il suo lavoro ed i suoi lavori sono di ottima qualità.
Al di fuori del lavoro è una persona molto sensibile, un buon amico.
D. A quanti anni ha cominciato ad essere indipendente?
R. Ho cominciato a lavorare a 19 anni, mentre frequentavo l’università.
In questo lavoro è difficile parlare di indipendenza, alcune annate sono più produttive altre meno. Considera che un buon 70% degli attori ha anche un altro lavoro estraneo allo spettacolo.
Al di la del lato economico io sono tra i “bamboccioni” dato che ancora vivo con i miei genitori.
D. Hai altre attività oltre allo spettacolo? Quali?
R. Insegno recitazione cinematografica presso ‘Il Piccolo Teatro di Arezzo’ con ottimi risultati.
Un mio allievo è stato scelto per girare la fiction “Due cuori ed un delitto” che vedremo il prossimo anno sulla Rai, altri hanno girato pubblicità per l’Italia e per L’estero, ed infine il nostro cortometraggio “Ho un problema” è stato in concorso ai David di Donatello.
D. Come ha vissuto il periodo di Vallettopoli?
R. E’ solo la punta dell’iceberg e gli addetti ai lavori lo sanno.
La cosa da un lato non mi tocca poiché io sto facendo la mia bella gavetta e non cerco scorciatoie, dall’altro lato mi suscita una infinita tristezza per non dire peggio.
D. Le piacerebbe lavorare con Riccardo Scamarcio?
R. Dipenderebbe dal progetto e dal ruolo propostomi.
D. E’ un problema essere fidanzati quando si è famose?
R. Famosa io? Credo che ci sia ancora tanta strada da fare per essere definita tale, per ora sono un’artista che vive della sua passione.
Sono fidanzata da 10 anni ed in tutta sincerità la mia relazione mi dà una grande sicurezza,
una grande motivazione a fare sempre meglio ed una grande carica.
Oltretutto non amo la vita mondana e lo scoop a tutti i costi.
Vivo la vita come ho sempre fatto e come credo sia giusto, ossia con semplicità e genuinità.
D. Ha tatuaggi?
R. No.
D. Quando non lavora cosa fa?
R. Curo gli animali abbandonati, tutti, nessuno escluso.
Sono una gattara, infatti ho delle colonie di gattini che mi aspettano ogni giorno e quando posso faccio volontariato al canile.
Infine sto studiando per prendere la mia seconda laurea.
D. Che rapporto ha con i suoi fans?
R. Di amicizia. Ci scriviamo quotidianamente delle e-mail e parliamo di tutto.
Sono in tanti a scrivermi ed a visitare il mio sito che è diventato il loro sito e la loro bacheca.
D. Progetti futuri?
R. Per ora sto lavorando per ‘RTV 38’, la più grande tv del centro Italia, una gran bella azienda dove nulla è lasciato al caso.
La mia direttrice Diletta Bianchi non mi manda in onda se non sono più che perfetta.
Ad ‘RTV 38’ conduco due programmi ‘Idea Week-End’ e ‘Zona 38’, sto imparando tanto ed con ‘Zona 38’ mi sono misurata per la prima volta con la tanto temuta diretta tv.
Per fortuna affianco Marco Corsi in trasmissione, un grande professionista che mi sta facendo crescere tanto.
Per il resto speriamo in un 2008 produttivo cinematograficamente parlando.
lunedì 22 ottobre 2007
Elena Lombardi, una cantante intraprendente
Intervista esclusiva realizzata il 22 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo ad Elena Lombardi per 'castzine'.
Elena Lombardi, versatile e poliedrica, fin dalla tenera infanzia ha amato la musica e la danza.
La sua vita la definisce a stelle e strisce.
Fidanzata con il musicista Alessio Demi si sta laureando in informatica umanistica.
Conquista tutti i suoi fans con la sua irresistibile simpatia.
D. Dove è nata?
R. Sono nata a Piombino in provincia di Livorno.
D. Quanti anni ha?
R. Ho 23 anni compiuti il 29 settembre scorso.
D. A che età ha iniziato a prendere lezioni di canto?
R. All’età di 9 anni, presso il centro didattico musicale della Maestra Viviana Tacchella.
D. Chi è stata la sua prima insegnante di musica?
R. Rossella Canaccini, una persona fantastica, che è tuttora la mia insegnante.
D. A quanti concorsi canori ha partecipato sino ad oggi?
R. Di preciso non ricordo, perchè non ho mai fatto il conto, ma credo più o meno una quindicina.
D. Predilige esibirsi come solista o in coppia?
R. Solista.
D. Ci descriva le sue esperienze in ambito artistico.
R. Dal 1999 faccio parte di una compagnia di spettacolo dal nome “MOB”, (Memories Of Broadway), con la quale ogni anno mettiamo in scena dei quadri dei più famosi musical di Broadway.
L’ultimo lavoro che abbiamo messo in scena è stato “Il Problema… è il Titolo”, che ha ottenuto molto successo e numerose repliche durante la stagione estiva.
Ho partecipato a numerosi concorsi musicali tra cui “Video Festival Live” a San Colombano nel 2001 ed al 14° Trofeo città di Ascoli Piceno nel 2006,
dove mi sono classifica prima assoluta nella mia categoria e miglior voce femminile.
In occasione del concorso ho anche registrato un brano inedito in coppia con Laura Scappini, scritto appositamente da Riccardo Eterno.
Da non dimenticare l’ultima fantastica esperienza al “Treno dei Desideri”, che mi ha permesso di lavorare con Rita Pivano, Lorella Cuccarini ed i ragazzi della scuola “LIM” di Roma.
D. C’è un personaggio della TV a cui è particolarmente legata? Perché?
R. Non sono mai stata una super fan di un personaggio televisivo in particolare, ho sempre cercato di apprezzare più stili e personalità.
Devo dire però, che conoscere personalmente Lorella Cuccarini mi ha legata a lei molto più di prima.
D. E’ iscritta ad agenzie di spettacolo?
R. No.
D. La sua famiglia appoggia la sua passione per l’arte?
R. Sì, tantissimo.
D. Ha mai fatto l'indossatrice?
R. Ho partecipato a numerose sfilate di moda ed a qualche concorso di bellezza in qualità di indossatrice.
D. Tra cinema, teatro e TV, dove si sente tecnicamente più preparata?
R. Sinceramente sono ancora in fase di studio, ma se dovessi scegliere, visto che il mio sogno è partecipare ad un vero musical, preferirei il teatro, per il suo fascino ed il calore del pubblico.
D. Quali VIP ha conosciuto in questi anni oltre la Cuccarini?
R. Ho incontrato diversi personaggi dello spettacolo: Franco Fasano, Francesco Renga, Giò Di Tonno, Paolo Virzì, Giorgio Panariello, Claudio Passavanti, ma l’unico personaggio che ho conosciuto veramente bene è proprio Lorella Cuccarini.
D. In cosa si sta laureando?
R. In informatica umanistica.
D. E’ fidanzata? Da quanto tempo?
R. Da sei anni sono fidanzata con Alessio Demi.
D. Cosa fa nel tempo libero?
R. Il mio tempo libero è davvero poco, ma quando posso adoro disegnare, andare a vedere musical a teatro e viaggiare.
D. L’ultimo regalo ricevuto qual'è stato?
R. Ho avuto in regalo degli orecchini.
D. Se fosse una nota musicale sarebbe…
R. Un SI.
D. Si descriva usando sei aggettivi.
R. Equilibrata, sensibile, solare, testarda, un pò pigra, ma determinata.
D. Se andasse su un'isola deserta, quali sono le tre cose che porterebbe in valigia?
R. Il mio lettore mp3, un costume ed alcune mie foto.
D. Progetti per il 2008?
R. Laurearmi.
venerdì 19 ottobre 2007
Nauvoo Rossato e la cultura musicale
Intervista esclusiva realizzata il 19 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo a Nauvoo Rossato per ‘castzine’.
Talentuosa, solare e romantica, Nauvoo Rossato, attrice, ballerina e cantante romana è figlia d’arte.
A soli 24 anni ha già fatto tutto quello che ci si aspetterebbe da una persona 'brillante' della sua età.
E' una ragazza "cool" che si distingue per il suo stile e per la sua maestria coreografica e musicale.
D. Cominciamo dalle origini.
R. Mio padre è veneto e mia madre siciliana, ma io sono nata a Roma, anche se in alcuni momenti mi sento più siciliana che romana.
D. Ci racconta come è stata scelta per la parte di Coppelia?
R. In quel periodo studiavo con Stefania Di Cosmo, la quale era prima ballerina della compagnia italiana di danza classica per quella stagione.
Un giorno Stefania mi telefonò a casa e mi disse che le serviva una ragazza come me per il ruolo di Coppelia e fu così che venni presa a lavorare con lei…avevo solo 13 anni.
D. Pensa mai a come sarebbe stata la sua vita senza l’arte?
R. Probabilmente mi sarei ritrovata a fare casa, scuola, amici e vita privata. Sicuramente avrei finito il liceo turistico, mi sarei diplomata e poi avrei trovato un lavoro fisso come fanno tutti i miei coetanei.
D. Ha la possibilità di ascoltare musica anche quando lavora?
R. Mi piace lavorare con la musica di sottofondo, ma non mi viene permesso dai miei datori di lavoro.
Quando sono a casa mia a riordinare la mia camera ascolto sempre il CD di Patitucci. Sento qualunque cosa riguardi la musica classica e contemporanea, perché mi rilassa. D. Ci racconta in breve una tipica giornata di ripresa dentro e fuori da un set cinematografico?
R. Le riprese in un set cinematografico hanno orari assurdi.
Puoi lavorare qualche ora come tutto il giorno.
Una volta mi è capitato di lavorare dalle 7 del mattino,fino alle 3 di notte...ero distrutta.
D. Tra la vocazione artistica e la raggiunta autonomia c’è stato un divario?
R. Beh non è che ci vivo con la musica.
Sono veramente pochi gli artisti che riescono ad essere autonomi con il proprio lavoro.
Sono una libera professionista, perciò ci sono periodi in cui ho tanti di quei lavori che non so più dove metterli ed altri periodi dove non mi arriva nessuna proposta.
D. Ha mai fruito del sostegno morale ed economico della sua famiglia?
R. Si molto spesso, ma fino a un certo periodo.
I miei si sono separati tanti anni fa e quindi quando le cose in famiglia si sono aggravate mi sono dovuta rimboccare le maniche.
Per 5 anni ho studiato e lavorato contemporaneamente.
Non è stato facile, perché avevo anche il conservatorio e le lezioni di danza.
Ma sono orgogliosa, perché tutto ciò mi ha dato la giusta libertà.
D. L’essere donna è un vantaggio, un ostacolo o un aspetto ininfluente nel mondo dello spettacolo?
R. Penso che in certi casi sia un ostacolo.
Non mi piacerebbe essere scelta solo, perchè mi reputano carina.
Una volta mi arrivò anche una proposta indecente.
D. Ha qualche consiglio da dare ad artiste emergenti?
R. Consiglio di portare avanti la propria passione.
Bisogna essere abili nel saper riconoscere ed ammettere il proprio talento, altrimenti diventa tutto inutile.
L’importante è rigare dritto senza guardare mai in faccia a nessuno.
Se si incontra qualcuno che non crede in voi e nelle vostre potenzialità, fate di tutto per fargli cambiare idea.
D. Da buona conoscitrice del web, perché secondo lei le persone sono più disinibite usando Internet? R. Perché si sta dietro uno schermo.
Non vedere o toccare la persona che sta dall'altra parte rende tutto più semplice. D. C'è una serie televisiva straniera che preferisce guardare in TV e perché?
R. Si. ‘Friend's’ è la mia preferita.
Mi piace, perchè gli attori sono bravissimi e qualunque puntata è speciale, divertente, con una comicità sempre diversa.
Proprio in questo periodo sto collezionando i cofanetti, sono 10 serie di telefilm. Quando voglio distrarmi metto su un DVD e mi faccio 4 risate.
D. Quali sono le sue grandi passioni a parte il lavoro?
R. Stare con chi amo. Adoro i miei amici.
Mi piace dare, ma anche ricevere.
D. Qual'è la sua visione dell'amore?
R. L'amore è un sentimento che va continuamente lavorato,smussato e ridimensionato per portarlo avanti quando ci sono difficoltà.
Penso che il segreto di un amore duraturo sia la volontà di risolvere i problemi da parte di entrambi ed è da li che il rapporto cresce e di conseguenza anche i sentimenti verso chi ci sta accanto.
D. Gli angeli che ruolo hanno nella sua vita? Lei è credente?
R. Si sono molto credente. Prego ogni giorno e cerco conforto nei miei momenti di meditazione.
Gli angeli esistono,ne sono convinta.
A volte penso che siano attorno a me quando sto in compagnia di persone care,anche loro sono i miei angeli,nel vero senso della parola.
Ho avuto un esperienza particolare,ma non voglio raccontarla,perché è troppo personale.
D. Per lei quali sono i suoi ‘Happy days’?
R. Quando raggiungo i miei piccoli obiettivi e quando sto bene con me stessa e gli altri.
Sono felice quando attorno a me ho tutto quello che ho di più caro.
D. Alcuni giovani oggi crescono con pochi obbiettivi prefissi e poca intraprendenza, cosa senti di dire loro?
R. Mi sento di dir loro che viviamo in una generazione difficile nella quale bisogna lavorare e farsi forza, perché la vita non ci regala niente.
mercoledì 17 ottobre 2007
Andrea Freda, un cantante da sogno
Intervista esclusiva realizzata il 17 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo ad Andrea Freda per 'castzine'.
Andrea Freda è un uomo alla riscoperta dei segreti dell'arte.
Da sempre impegnato nel lavoro, specie in quello artistico, Freda è da anni attivo in ambito musicale.
La bellezza del suo viso e la sua possente presenza fisica, il suo portamento elegante, lo rendono una persona dolce e sexy al tempo stesso.
D. A che età ha iniziato a studiare pianoforte?
R. A 5 anni con mia madre.
D. Quante ore al giorno dedica al canto?
R. Almeno due.
D. Quando ha capito che la musica sarebbe stata parte integrante della sua esistenza?
R. Da 5 anni.
D. Quale concerto di musica classica ricorda con affetto?
R. Un concerto in conservatorio poco prima dell'esame di diploma.
D. Per quanti anni ha lavorato a Torino come insegnante?
R. Per circa quattro anni.
D. Cosa insegnava?
R. Pianoforte, teoria e solfeggio.
D. Che rapporto aveva con i suoi alunni?
R. Ottimo direi, comunque bisognerebbe chiedere a loro.
D. Si sente ancora con i suoi colleghi?
R. Con gli insegnanti purtroppo no, ma con i colleghi dei villaggi turistici si, con qualcuno.
D. Cosa non cambierebbe mai del suo carattere?
R. La serenità e la spontaneità.
D. C’è un progetto a cui tiene particolarmente e che intende portare avanti nei prossimi mesi?
R. Se riesco, mi piacerebbe fare un corso di Musical, magari nella scuola di Saverio Marconi, anche se sono vecchiotto ormai.
D. Se fosse una canzone sarebbe…
R. E’ difficile per me sceglierne una sola.
D. Si descriva utilizzando sei aggettivi.
R. Impulsivo, riflessivo, semplice, complicato, dolce, graffiante...Ho le idee chiare?!?
D. Il suo cantante preferito è?
R. Gino Vannelli.
D. Cosa fa quando non lavora?
R. Dipende. Ho molti interessi che ruotano: sport, internet,stare in mezzo alla gente,etc.
D. Cosa le piace del suo lavoro?
R. La possibilità di conoscere sempre centinaia di persone ogni settimana e di vedere posti meravigliosi.
D. Se andasse su un'isola deserta, quali sono le tre cose che porterebbe in valigia?
R. I-pod, PC portatile ed una bella donna.
D. Come abbina la sua attività con la vita privata?
R. Non avendo una "vita privata" vera e propria l'abbinamento è semplice: le mie attività sono la mia vita privata.
D. Sogno nel cassetto?
R. Essere sempre sereno come lo sono stato per 32 anni.
venerdì 12 ottobre 2007
Marianella Bargilli, un’attrice sbalorditiva
Intervista esclusiva realizzata il 12 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo a Marianella Bargilli per 'castzine'.
Marianella Bargilli, attrice teatrale e autrice televisiva è la fidanzata del regista Geppy Gleijeses.
Da ragazza ha frequentato il DAMS dove si è specializzata in cinema ed ha studiato teatro-danza con la compagnia “La Ferramenta”.
Nel 1999 ha interpretato un’amazzone nel film Hannibal di Ridley Scott.
Dal 2000 al 2002 ha frequentato a Roma il Teatro Blu, la scuola diretta da Beatrice Bracco.
Ha studiato con Michael Margotta, Marylin Freeed, (docenti dell’Actor’s Studio di New York), e Nicolaj Karpov ,(Istituto Teatrale di Mosca).
In teatro è stata diretta da Andreé Ruth Shammah, da Roberto Guicciardini e da Geppy Gleijeses.
D. Quando è nato in lei l’amore per il mondo dello spettacolo?
R. Da piccola recitavo,ballavo,mi travestivo.
Ho sempre amato stare al centro dell’attenzione.
D. Ci può descrivere l'emozione che ha provato nell'interpretare a teatro
‘Eliza Doolittle’, il primo personaggio della sua carriera?
R. E' stato il viaggio più bello che una debuttante possa fare con un personaggio,come imparare a parlare o a camminare.
Lei era una pura ed entusiasmante.
Avvertivo una forte emozione ogni sera ad ogni recita.
Era un mondo da scoprire,un percorso continuo,un fiume di ricerca.
Mi ha dato tanto.
D. Come è stata scelta per il ruolo di ‘Adele Selciano’?
R. Il mio compagno mi ha proposto 'Adele', perchè è il contrario di ‘Eliza’.
Selciano è un personaggio chiuso, non rumoroso e poi è molto romantica.
D. Cosa l’è piaciuto della storia di Suor Agostina?
R. L'umanità e la forte consapevolezza che questa donna aveva.
Il suo amore che voleva fosse di tutti, fino al farsi uccidere.
D. Quanto le somiglia il personaggio della ‘Dea Follia’?
R. Direi che in ogni artista c’è un pò di follia.
D. Com'è stato lavorare con il regista Roberto Guicciardini?
R. Guicciardini è un grande regista e un grande uomo, molto elegante e affascinante.
Ci siamo amati subito.
Lavorare con lui è stato facile, perché sa trasmettere il suo pensiero artistico.
Abbiamo una bella affinità e questo è molto importante in teatro.
D. Dopo tanti ruoli così diversi cosa le piacerebbe fare?
R. Spero di poter interpretare un personaggio maschile.
D. Quando si è accorta per la prima volta che la sua vita era cambiata grazie al suo successo di attrice?
R. Direi subito. Il mio debutto in teatro è stato molto particolare, un caso ,per certi versi, unico.
D. Che effetto le fanno i tanti messaggi che le arrivano ogni giorno via Internet sul suo forum?
R. Di grande complicità con le persone.
D. Cosa ci può dire del suo compagno il regista Geppy Gleijeses?
R. Che è una storia importante, profonda a 360gradi.
D. Quanto conta l'amicizia nella sua vita?
R. Sono dell’avviso, che bisogna averne pochi ma buoni.
D. Quando ha deciso di farsi realizzare un sito web tutto suo?
R. Qualcuno ha deciso per me, poi questa persona è diventata una mia amica.
Adesso ci divertiamo insieme, perché lei è molto più brava di me, visto che io sono una frana con il computer.
D. Di quale programma ‘SKY’ è stata ideatrice ed autrice?
R. ‘Tournè’ che è diventata trasmissione di cultura del satellite nel 2004.
Il protagonista assoluto in 'Tournè' era il teatro.
D. Per il 2008 si augura di fare più teatro o più televisione?
R. Teatro, oppure, cinema.
In televisione ci vado solo se mi fanno parlare del mio lavoro, non per litigare o fare la ‘prezzemolina’.
martedì 9 ottobre 2007
Daz,un artista completo
Intervista esclusiva realizzata il 9 ottobre 2007 da Ilaria Solazzo ad Andrea Daz.
D. Sceneggiatore e regista cinematografico e teatrale. Quanto è stato duro realizzare questo sogno?
R. Non considero il traguardo raggiunto completamente, mi sono dato degli obiettivi devo dire molto ambiziosi, mi conforta vedere che ci sto arrivando.
Era qualcosa che volevo fare da sempre, ma per molto tempo ho fatto lavori del tutto diversi, non avevo la possibilità di realizzare il mio progetto.
Quando ero più giovane, ero incredibilmente ingenuo, mi sono perso delle ottime occasioni, comunque sbagliando s'impara, adesso infatti ho le idee molto chiare, so come muovermi, cosa fare e cosa non fare.
Ho anche imparato profondamente la tecnica, che quando ho cominciato mi mancava.
D. Cosa significa per lei relazionarsi e confrontarsi con altre mentalità, diversi modi di porsi nei confronti del teatro, della recitazione, del cinema?
R. Questa domanda meriterebbe una risposta lunga come un saggio, ci sono diversi modi di approcciarsi alla recitazione, alla messa in scena.
In Italia spesso il regista è una sorta di "capocomico" che si scrive i testi, dirige, amministra economicamente, recita il ruolo del protagonista, imposta gli altri attori a recitare nel suo stile.
Non lo trovo affatto sbagliato, anche perché fa parte della nostra cultura,della nostra tradizione, ma il mio modo di essere "regista" è del tutto diverso, più simile al modo di lavorare dei tedeschi e americani, non sono un’attore, nei miei lavori a volte appaio per un attimo,come faceva Hitchcock, ma è solo un gioco.
Mi considero non un capocomico, ma un bravo organizzatore, mi circondo nei limiti del possibile di persone capaci, non solo attori, ma anche tecnici, scenografi, musicisti... cerco di valorizzare le loro capacità, di modo che ognuno possa esprimersi, il progetto rimane mio, ma allo stesso tempo è un lavoro di gruppo, come dicevo prima questo è un modo di lavorare più all'americana che all'italiana.
D. Nell'ideare una sceneggiatura, quali sono i suoi timori più pressanti durante la stesura? Quali le perplessità?
R. Ci penso molto tempo prima di cominciare a scrivere le mie sceneggiature, anche troppo, per esempio quella che sto scrivendo adesso sul tema del terrorismo è "sfociata" dopo molte letture e approfondimenti sull'argomento.
Quando l'ho bene pensata e meditata,poi la sceneggiatura viene scritta di getto.
Dopo la prima stesura, la faccio leggere ad un gruppo selezionato di amici e colleghi che me la commentano e mi segnalano eventuali disattenzioni o incongruenze.
D. Quando è nata la sua passione per la regia?
R. Credo di essere veramente nato per fare l'organizzatore,il coordinatore, che poi è il significato di "Regia", ovvero "direction".
Da bambino, ero il coordinatore dei giochi degli altri bambini,da adolescente ero quello che organizzava tutto, dalle serate in birreria ai weekend!
Inoltre, sono sempre stato appassionato di cinema ed ho sempre desiderato farne parte, ma non ho mai pensato di volere fare l'attore, mi hanno sempre affascinato i lavori dietro le quinte.
D. Quale è stato il suo "background" cinematografico?
R. Ho cominciato "infiltrandomi" sui set, facendo l'assistente alla regia, percorso che consiglio vivamente di fare a tutti, perché conferisce delle ottime basi.
Ho avuto modo di osservare da vicino come lavorano, o lavoravano, registi importanti come Fellini, Bertolucci, Salvatores, Giuseppe Ferrara, Giuliano Montaldo.
D. Ci può raccontare qualche curiosità sui suoi prossimi lavori?
R. Il prossimo sarà televisivo, una serie di telefilm sul mondo degli adolescenti tutta ambientata a Firenze, città che adoro e che trovo molto poco sfruttata fino ad ora dal cinema.
Provvederò a rimediare.
Vorrei comunque parlarne più avanti. Inoltre riprenderò lo spettacolo di teatro futurista sintetico che tanto successo ha avuto a Milano, anche se sarà tutto nuovo, molto diverso da come lo avevo fatto nel 2004.
D. Quale è il messaggio principale che cerca di portare nei suoi film?
R. Messaggio nessuno, di solito nelle mie sceneggiature ci sono molti fitti dialoghi, i personaggi si scambiano opinioni e commenti sulla loro visione del mondo, spesso però, nonostante i fiumi di parole, non c'è molta comunicazione.
Mi sono sempre piaciuti i film "aperti", ovvero senza inizio e senza fine, dove non ci sono risposte, ma solo domande, perché credo che la vita sia così.
D. A quali registi si ispira idealmente?
R. Spero che la mia risposta non venga fraintesa: a Fellini, che è un regista che ho visionato, studiato ed anche conosciuto, ma non perché vorrei imitare il suo stile che era molto personale,
ma perché mi piacevano molto i tuffi nell'inconscio, il fatto che i suoi film fossero aperti, senza inizio e senza fine, senza una vera trama, bensì con un personaggio che faceva da filo conduttore e si muoveva tra realtà e fantasia, in una sequenza di fatti e incontri con altri personaggi.
E' questa struttura aperta che trovo affascinante e modernissima.
Per altri motivi, mi piacciono le immagini ben definite, perfette, elaborate come quadri, del cinema di Kubrick e di Greenaway.
D. Come crede si possa migliorare la distribuzione delle pellicole italiane in sala?
R. E' un notevole problema, a differenza di quanto il pubblico crede, vengono prodotti parecchi film italiani,ma pochi arrivano nella grossa distribuzione, si tende a privilegiare i film di intrattenimento, che ci sono sempre stati ed è giusto che ci siano, a discapito di altre pellicole più difficili.
Da poco è uscito un film molto particolare, "La ragazza del lago" che sta avendo un ottimo successo, segno che il pubblico, quando ha la possibilità di vedere qualcosa di diverso, reagisce molto volentieri.
Anche i passaggi in televisione penalizzano molto il cinema italiano, recentemente ci sono state due prime TV, una era "Liberi" l'altra "My name is Tanino", entrambi film molto ben fatti e gradevoli, senza violenza, sesso o turpiloquio, allora perché sono stati programmati con inizio tra le undici e mezzo e la mezzanotte?
Se fossi il regista di un film che al primo passaggio in TV viene programmato alle undici e mezzo ne sarei molto rammaricato!
D. Come considera il panorama cinematografico italiano attuale?
R. Ci sono alcuni "non attori" e "non attrici" di passaggio, ma nel complesso c'è una grande ripresa, ci sono ottimi nuovi registi, dei quali due sono da tenere d'occhio, sono sicuro che avranno una bella carriera: Paolo Sorrentino ed Emanuele Crialese.
Secondo me, ci aspetta un nuovo periodo d'oro del cinema italiano, come negli anni '50 e '60.
D. Nel mondo dello spettacolo chi è il suo migliore amico?
R. Ho molti amici nel campo dello spettacolo, sono uno tranquillo che va d'accordo con tutti,
però le mie amicizie più profonde, che durano dall'infanzia o dall'adolescenza, sono tra persone non di questo ambiente.
D. Si ritiene un uomo impulsivo o riflessivo?
R. Troppo riflessivo, prima di fare qualsiasi cosa ci penso un miliardo di volte, perfino se sono al supermercato impiego parecchio tempo per decidere cosa comprare! E' veramente una mania, spero di migliorare.
D. Con quale attrice le piacerebbe lavorare? Perché?
R. Laura Morante, perché è bravissima ed è molto versatile, riesce ad adattarsi ad ogni tipo di storia, ad ogni regista. Margherita Buy trovo che ripeta sempre lo stesso personaggio, invece potrebbe fare molte cose diverse. Laura Chiatti e Carolina Crescentini, che sono della next generation, invece, hanno dei volti intensi e non banali sui quali si possono scrivere delle storie.
D. Il suo rapporto con la Milano artistica com'è ?
R. L'ho frequentata a lungo e profondamente, però Milano negli ultimi anni ha avuto un crollo, una ricaduta tremenda, in tutti i campi, anche l'attività creativa è andata in crisi, non si è spenta, ma si è affievolita, come tutto il resto.
D. Come è stata la sua adolescenza?
R. Così così, non bellissima, devo dire che sto molto meglio adesso, mi sono chiarito molto le idee.
D. E' a Roma,quali novità può raccontarci sotto il profilo teatrale?
R. Ci sono appena arrivato, ci resterò per qualche tempo, sicuramente ne approfitterò per andare a vedere qualcosa, poi vi racconterò!
Comunque adoro Roma, perché è la città ideale per gli artisti.
D. Sceneggiatore e regista cinematografico e teatrale. Quanto è stato duro realizzare questo sogno?
R. Non considero il traguardo raggiunto completamente, mi sono dato degli obiettivi devo dire molto ambiziosi, mi conforta vedere che ci sto arrivando.
Era qualcosa che volevo fare da sempre, ma per molto tempo ho fatto lavori del tutto diversi, non avevo la possibilità di realizzare il mio progetto.
Quando ero più giovane, ero incredibilmente ingenuo, mi sono perso delle ottime occasioni, comunque sbagliando s'impara, adesso infatti ho le idee molto chiare, so come muovermi, cosa fare e cosa non fare.
Ho anche imparato profondamente la tecnica, che quando ho cominciato mi mancava.
D. Cosa significa per lei relazionarsi e confrontarsi con altre mentalità, diversi modi di porsi nei confronti del teatro, della recitazione, del cinema?
R. Questa domanda meriterebbe una risposta lunga come un saggio, ci sono diversi modi di approcciarsi alla recitazione, alla messa in scena.
In Italia spesso il regista è una sorta di "capocomico" che si scrive i testi, dirige, amministra economicamente, recita il ruolo del protagonista, imposta gli altri attori a recitare nel suo stile.
Non lo trovo affatto sbagliato, anche perché fa parte della nostra cultura,della nostra tradizione, ma il mio modo di essere "regista" è del tutto diverso, più simile al modo di lavorare dei tedeschi e americani, non sono un’attore, nei miei lavori a volte appaio per un attimo,come faceva Hitchcock, ma è solo un gioco.
Mi considero non un capocomico, ma un bravo organizzatore, mi circondo nei limiti del possibile di persone capaci, non solo attori, ma anche tecnici, scenografi, musicisti... cerco di valorizzare le loro capacità, di modo che ognuno possa esprimersi, il progetto rimane mio, ma allo stesso tempo è un lavoro di gruppo, come dicevo prima questo è un modo di lavorare più all'americana che all'italiana.
D. Nell'ideare una sceneggiatura, quali sono i suoi timori più pressanti durante la stesura? Quali le perplessità?
R. Ci penso molto tempo prima di cominciare a scrivere le mie sceneggiature, anche troppo, per esempio quella che sto scrivendo adesso sul tema del terrorismo è "sfociata" dopo molte letture e approfondimenti sull'argomento.
Quando l'ho bene pensata e meditata,poi la sceneggiatura viene scritta di getto.
Dopo la prima stesura, la faccio leggere ad un gruppo selezionato di amici e colleghi che me la commentano e mi segnalano eventuali disattenzioni o incongruenze.
D. Quando è nata la sua passione per la regia?
R. Credo di essere veramente nato per fare l'organizzatore,il coordinatore, che poi è il significato di "Regia", ovvero "direction".
Da bambino, ero il coordinatore dei giochi degli altri bambini,da adolescente ero quello che organizzava tutto, dalle serate in birreria ai weekend!
Inoltre, sono sempre stato appassionato di cinema ed ho sempre desiderato farne parte, ma non ho mai pensato di volere fare l'attore, mi hanno sempre affascinato i lavori dietro le quinte.
D. Quale è stato il suo "background" cinematografico?
R. Ho cominciato "infiltrandomi" sui set, facendo l'assistente alla regia, percorso che consiglio vivamente di fare a tutti, perché conferisce delle ottime basi.
Ho avuto modo di osservare da vicino come lavorano, o lavoravano, registi importanti come Fellini, Bertolucci, Salvatores, Giuseppe Ferrara, Giuliano Montaldo.
D. Ci può raccontare qualche curiosità sui suoi prossimi lavori?
R. Il prossimo sarà televisivo, una serie di telefilm sul mondo degli adolescenti tutta ambientata a Firenze, città che adoro e che trovo molto poco sfruttata fino ad ora dal cinema.
Provvederò a rimediare.
Vorrei comunque parlarne più avanti. Inoltre riprenderò lo spettacolo di teatro futurista sintetico che tanto successo ha avuto a Milano, anche se sarà tutto nuovo, molto diverso da come lo avevo fatto nel 2004.
D. Quale è il messaggio principale che cerca di portare nei suoi film?
R. Messaggio nessuno, di solito nelle mie sceneggiature ci sono molti fitti dialoghi, i personaggi si scambiano opinioni e commenti sulla loro visione del mondo, spesso però, nonostante i fiumi di parole, non c'è molta comunicazione.
Mi sono sempre piaciuti i film "aperti", ovvero senza inizio e senza fine, dove non ci sono risposte, ma solo domande, perché credo che la vita sia così.
D. A quali registi si ispira idealmente?
R. Spero che la mia risposta non venga fraintesa: a Fellini, che è un regista che ho visionato, studiato ed anche conosciuto, ma non perché vorrei imitare il suo stile che era molto personale,
ma perché mi piacevano molto i tuffi nell'inconscio, il fatto che i suoi film fossero aperti, senza inizio e senza fine, senza una vera trama, bensì con un personaggio che faceva da filo conduttore e si muoveva tra realtà e fantasia, in una sequenza di fatti e incontri con altri personaggi.
E' questa struttura aperta che trovo affascinante e modernissima.
Per altri motivi, mi piacciono le immagini ben definite, perfette, elaborate come quadri, del cinema di Kubrick e di Greenaway.
D. Come crede si possa migliorare la distribuzione delle pellicole italiane in sala?
R. E' un notevole problema, a differenza di quanto il pubblico crede, vengono prodotti parecchi film italiani,ma pochi arrivano nella grossa distribuzione, si tende a privilegiare i film di intrattenimento, che ci sono sempre stati ed è giusto che ci siano, a discapito di altre pellicole più difficili.
Da poco è uscito un film molto particolare, "La ragazza del lago" che sta avendo un ottimo successo, segno che il pubblico, quando ha la possibilità di vedere qualcosa di diverso, reagisce molto volentieri.
Anche i passaggi in televisione penalizzano molto il cinema italiano, recentemente ci sono state due prime TV, una era "Liberi" l'altra "My name is Tanino", entrambi film molto ben fatti e gradevoli, senza violenza, sesso o turpiloquio, allora perché sono stati programmati con inizio tra le undici e mezzo e la mezzanotte?
Se fossi il regista di un film che al primo passaggio in TV viene programmato alle undici e mezzo ne sarei molto rammaricato!
D. Come considera il panorama cinematografico italiano attuale?
R. Ci sono alcuni "non attori" e "non attrici" di passaggio, ma nel complesso c'è una grande ripresa, ci sono ottimi nuovi registi, dei quali due sono da tenere d'occhio, sono sicuro che avranno una bella carriera: Paolo Sorrentino ed Emanuele Crialese.
Secondo me, ci aspetta un nuovo periodo d'oro del cinema italiano, come negli anni '50 e '60.
D. Nel mondo dello spettacolo chi è il suo migliore amico?
R. Ho molti amici nel campo dello spettacolo, sono uno tranquillo che va d'accordo con tutti,
però le mie amicizie più profonde, che durano dall'infanzia o dall'adolescenza, sono tra persone non di questo ambiente.
D. Si ritiene un uomo impulsivo o riflessivo?
R. Troppo riflessivo, prima di fare qualsiasi cosa ci penso un miliardo di volte, perfino se sono al supermercato impiego parecchio tempo per decidere cosa comprare! E' veramente una mania, spero di migliorare.
D. Con quale attrice le piacerebbe lavorare? Perché?
R. Laura Morante, perché è bravissima ed è molto versatile, riesce ad adattarsi ad ogni tipo di storia, ad ogni regista. Margherita Buy trovo che ripeta sempre lo stesso personaggio, invece potrebbe fare molte cose diverse. Laura Chiatti e Carolina Crescentini, che sono della next generation, invece, hanno dei volti intensi e non banali sui quali si possono scrivere delle storie.
D. Il suo rapporto con la Milano artistica com'è ?
R. L'ho frequentata a lungo e profondamente, però Milano negli ultimi anni ha avuto un crollo, una ricaduta tremenda, in tutti i campi, anche l'attività creativa è andata in crisi, non si è spenta, ma si è affievolita, come tutto il resto.
D. Come è stata la sua adolescenza?
R. Così così, non bellissima, devo dire che sto molto meglio adesso, mi sono chiarito molto le idee.
D. E' a Roma,quali novità può raccontarci sotto il profilo teatrale?
R. Ci sono appena arrivato, ci resterò per qualche tempo, sicuramente ne approfitterò per andare a vedere qualcosa, poi vi racconterò!
Comunque adoro Roma, perché è la città ideale per gli artisti.
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